Iraq: un atto di guerra inaccettabile, si gioca sulla pelle del popolo iracheno

Ciò che si temeva sta forse per succedere. Il conflitto che Stati Uniti e Iran stanno consumando sul corpo martoriato del popolo iracheno si sta trasformando in conflitto militare.

L’azione militare del 3 gennaio all’aeroporto internazionale di Baghdad – che ha portato all’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani e di altre sette persone – è un atto irresponsabile tanto più grave perché realizzato da un paese che è membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Si tratta di un atto, la rappresaglia e l’omicidio mirato, considerato dal diritto internazionale come un crimine di guerra.

Un crimine che si aggiunge al sostegno dato negli scorsi decenni prima a Saddam nella lunga guerra contro l’Iran, poi alla guerra contro l’Iraq, all’embargo, al caos e alla distruzione determinata nel paese dall’occupazione Usa.

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Un Ponte Per è a fianco del popolo iracheno, vera vittima di questa dinamica perversa, ed in particolare di quei/lle giovani che si battono per un futuro libero e indipendente del proprio paese e diciamo a tutti: fermatevi, ritirate le vostre truppe e i vostri consiglieri militari, lasciate che gli iracheni e le irachene possano determinare liberamente il proprio futuro.

Iraq, le mille e una bomba

Gli Stati Uniti uccidono un generale iraniano a Bagdad. Il rischio di un nuovo conflitto sulla pelle del popolo iracheno. Radio Articolo 1 intervista Alfio Nicotra, co-Presidente di Un Ponte Per.

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Iraq: ucciso in un attacco USA il generale Soleimani

Gli Stati Uniti hanno attaccato nella notte l’aeroporto di Baghdad, in Iraq, uccidendo il generale iraniano Qassem Soleimani, uno degli uomini chiave dell’Iran in Medio Oriente. Radio Onda d’Urto intervista Fabio Alberti, membro del Comitato Nazionale di Un Ponte Per.

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Baghdad. L’attacco USA e le piazze irachene

L’attacco statunitense in Iraq rischia di oscurare la mobilitazione popolare che da mesi mette in discussione il regime politico nato dopo l’invasione voluta da Bush del 2003. Jacobin Italia intervista Ismaeel Dawood, Civil Society Officer di Un Ponte Per.

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