“Quello che Marx non ha visto”

La riproduzione della vita, il ruolo della grande industria e l’illusione della tecnologizzazione del lavoro, le condizioni sociali storiche di sfruttamento che rendono il lavoro pesante e terribile…

La riproduzione della vita, il ruolo della grande industria e l’illusione della tecnologizzazione del lavoro, le condizioni sociali storiche di sfruttamento che rendono il lavoro pesante e terribile, il discorso identitario, la violenza della Stato, la critica allo sviluppo, e ancora la resistenza delle comunità indigene e quella delle lavoratrici migranti, la fantastica ribellione di Mujeres Creando contro e oltre la polarizzazione tra Evo e i fascisti e la cucine collettive in Argentina… Sono alcuni dei temi di questa conversazione estremamente interessante di Paola Rudan con Silvia Federici. “Il movimento delle donne sta trainando ovunque le lotte – spiega Federici – Questo è un momento terribile ma c’è anche una grossa agitazione dal basso. Oggi credo che la gran parte del mondo sappia che il capitalismo è un sistema distruttivo, orrendo, che può dare prosperità occasionalmente e in forma limitata”
Una conversazione con Silvia Federici

I virus di cui non si parla

 

Il panico intercontinentale per il Coronavirus visto dal Sahel africano, dove sono già molto diffuse altre epidemie. Come quella che si celebra ogni anno al World Economic Forum di Davos e rende superflue milioni di persone. Per la corsa sfrenata al potere, al successo facile, alla mercificazione inscindibile dei corpi e delle parole che si esprime nella violenza delle armi e delle guerre, non c’è alcun cordone sanitario. La malattia si fa cronica e i corpi sociali sono assuefatti. Per quel che riguarda il contagio della pandemia “cinese”, scrive Mauro Armanino dal Niger, per fortuna per ora nel Sahel non corriamo alcun rischio. Ci bastano la meningite, la malaria, le scadenze rinnovabili dei mandati presidenziali, i gruppi armati terroristi, il libero mercato unico africano, la compravendita dei migranti e dei rifugiati, le carestie e le inondazioni quando piove. Qui ci contentiamo di poco e crediamo nella vita. Sappiamo che domani sorgerà un nuovo giorno, sfuggito ai cordoni sanitari
Articolo d Mauro Armanino

 

Uno strano Paese

I casi più recenti sono stati registrati a Mazara del Vallo e nel bresciano: donne muoiono di misteriose malattie chiamate “Tragico destino”, “Scelte personali sbagliate” e “Raptus altrui”. In Italia, negli ultimi vent’anni le vittime sono state 3.230
Articolo di Maria G. Di Rienzo

La libertà di Becky

Non si tratta di ricordare Becky Moses, uccisa nel gennaio di due anni fa da un diniego e carbonizzata a San Ferdinando, soltanto perché il circo mediatico e istituzionale non vuole farlo. Si tratta di riscoprire prima di tutto il suo sconfinato amore per la libertà, quella che aveva trovato a Riace
Articolo di Roberta Ferruti

La tribù bianca ha paura

Mai nella storia dell’umanità si erano registrati livelli così alti di migrazione. Di processi migratori, di Riace e di movimenti sociali ragiona in questa intervista Alex Zanotelli. «Esiste una nuova importante lettura del colonialismo secondo la quale oggi è cominciata la crisi della “tribù bianca”. Una “tribù” con 500 anni di schiavismo alle spalle che ha imposto ovunque la cultura occidentale, ha diviso il mondo in civili e “barbari”, ha posto una religione sopra le altre. Quella tribù inizia a percepire di essere una minoranza e ha paura di perdere i propri privilegi costruiti con schiavismo, colonialismo e neocolonialismo. Pierre Claverie ha parlato di “bolla coloniale” per descrivere il modo con cui il colonialismo ha marginalizzato e reso invisibili milioni di persone…»
Intervista di Gianluca Carmosino ad Alex Zanotelli
La nuova testata interna a Comune è dedicata al migrare e all’affermazione della libertà di movimento. Perché i movimenti, i desideri, le affermazioni delle dignità e le ribellioni non hanno passaporti né frontiere. Benvenuti ovunque
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Se vogliamo cambiare qualcosa

Rallentare, comprare solo l’indispensabile, non produrre, non inseguire il successo personale… Occorre alimentare tanti modi diversi con cui sottrarci alla mega macchina che ci strangola giorno dopo giorno. Scrive Paolo Mottana: “Se davvero vogliamo cambiare qualcosa, per esempio la nostra vita, è sulla vita che dobbiamo lavorare…”. Abbiamo bisogno di prendere in mano il nostro tempo, “prendere il tempo dei nostri figli, delle nostre passioni, del nostro amore…”
Articolo di Paolo Mottana

La grande minaccia

È ormai piuttosto arduo negare che le speranze di salvare la vita sulla terra siano tornate a rendersi visibili soprattutto grazie a movimenti planetari costituiti principalmente da giovanissimi. Non è dunque poi così scontato sostenere che siano loro ad aver maggior bisogno di formazione. La drammatica situazione che viviamo segnala il fallimento di diverse generazioni “politiche”, eppure è altrettanto certo molti degli straordinari saperi che sono stati seminati (e sostanzialmente ignorati) nel secolo scorso risultano oggi più preziosi che mai. Come quelli di Gregory Bateson, che tra gli altri insegnamenti sull’ecologia della mente, seppe trovare la semplicità di espressioni la cui valenza profetica non cessa di stupire: “Viviamo in una casa di vetro e in una casa di vetro bisogna stare attenti a non tirare sassi”. La citazione compare nella premessa di “Biosfera, l’ambiente che abitiamo. Crisi climatica e neoliberismo” di Ilaria Agostini, Giovanni Attili ed Enzo Scandurra, un libro di DeriveApprodi che i giovani ribelli che forse salveranno il mondo faranno bene a sfogliare con attenzione. Non fosse altro che per riconsiderare la cialtroneria dell’approccio alla scienza che l’odierna propaganda mediatica si ostina a far credere loro come il solo finora esplorato e possibile
Articolo di Enzo Scandurra

Ripensare il mondo

Che forza, lucidità e attualità il Tolstoy pensatore e saggista
Articolo di Lorenzo Guadagnucci

Seminiamo comunità

Community Supported Agricolture: a Roma si condividono cibo e idee
Articolo di Caterina Amicucci

Lavoro agro

Nell’Agro Pontino, indossando i panni dei braccianti e infiltrandosi come lavoratore sikh, Marco Omizzolo è risalito lungo la filiera dello sfruttamento, denunciando le indicibili condizioni di lavoro, le fatiche e le quotidiane aggressioni attuate da padroni e caporali. Nel suo libro “Sotto padrone” racconta anche le storie dei successi: i luoghi si socialità, gli scioperi, le denunce e i risultati ottenuti per migliorare le condizioni di lavoro. Domenica 2 febbraio a Scup, a Roma, la presentazione del libro con l’autore insieme ai ragazzi delle cooperative Barikamà e Nelson Mandela che racconteranno situazioni analoghe vissute in altri territori, come Rosarno, e le loro storie di riscatto
Articolo di M. Moncada e Clara Arq

Nel mirino laser di Trump

Il governo svende la sicurezza del cibo sotto il ricatto dei dazi degli Usa
Campagna Stop TTIP

 

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