Inquinamento e biomasse legnose, lettera aperta al sindaco di Frosinone

Inquinamento e biomasse legnose: una lettera aperta al sindaco di Frosinone per fare chiarezza sul problema e individuare le soluzioni 

Ad inviarla è “Italia che rinnova”, che riunisce associazione ambientaliste, enti locali e associazioni di settore

 

Una lettera aperta al sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, per fare chiarezza sulle cause dell’inquinamento e contribuire a trovare le soluzioni. A scriverla sono le realtà che aderiscono alla campagna di informazione L’Italia che rinnova, un progetto di informazione e valorizzazione dell’“energia che nasce dal legno” promossa, tra gli altri, da Legambiente, Kyoto Club, UNCEM (Unione comuni di montagna), AIEL (Associazione Energie Agroforestali).

La lettera, inviata anche all’assessore della Regione Lazio, Enrica Onorati, e al presidente della provincia di Frosinone, Antonio Pompeo, aiuta a capire, numeri alla mano, la realtà del riscaldamento legna e pellet, ricordando che le biomasse legnose sono fondamentali nella tutela dell’ambiente in quanto rappresentano la prima energia rinnovabile del nostro Paese, come evidenziato nel recente report statistico redatto e pubblicato dal GSE, senza la quale non avremo raggiunto gli obiettivi europei di energia prodotta da fonti rinnovabili.

Malgrado il miglioramento progressivo della qualità dell’aria nell’arco degli ultimi anni – si legge nel testo – il contributo alle emissioni prodotte dal traffico, dal trasporto merci e dai veicoli leggeri associato a quello generato dal riscaldamento a legna e pellet, rappresenta una oggettiva criticità che va affrontata in modo serio ed efficace. A tale riguardo le informazioni corrette possono contribuire ad abbassare i livelli di PM10. I dati ufficiali, aggiornati proprio a questi ultimi giorni, hanno messo in evidenza la complessità della questione. Ad esempio, “nell’attuale dibattito sull’apporto di emissioni di particolato dei diversi settori, siano essi quelli del trasporto, delle attività industriali, agricole o del riscaldamento, in pochi hanno fatto una distinzione tra particolato primario e quello secondario, cioè quello che si genera dalle componenti gassose emesse in atmosfera e che si trasformano successivamente in componenti solide che a loro volta ricadono a terra. Questo particolato secondario, al quale contribuisce anche la combustione di metano, rappresenta ben il 70% di tutte le polveri presenti nell’aria”.

Rispetto al quadro complessivo, talvolta raccontato superficialmente, “questi elementi ufficiali restituiscono una situazione sensibilmente diversa, nella quale la somma delle emissioni di particolato primario e secondario derivanti dal trasporto merci su strada e dei veicoli leggeri raggiunge il 34% del totale, il 19% è generato dalle attività agricole e dagli allevamenti, il 17% dal riscaldamento a biomasse, il 16% dall’industria”.

Se è vero che la combustione di biomasse legnose costituisce una componente non trascurabile delle emissioni di polveri sottili, è anche vero che ridurne in modo significativo il contributo è possibile ed è doveroso. Oggi, infatti, è possibile riscaldarsi con legna e pellet in sicurezza, nel rispetto dell’ambiente e della qualità dell’aria seguendo una serie di regole: la sostituzione dei generatori obsoleti o dei camini aperti con quelli certificati con almeno 4 stelle in base ad ariaPulitaTM attraverso il Conto Termico, incentivo che copre fino al 65% della spesa che viene rimborsata direttamente sul conto corrente in pochi mesi; utilizzare combustibili legnosi certificati di qualità; manutenzione del proprio generatore e della canna fumaria affidata a personale specializzato; conoscenza delle buone prassi d’uso del proprio generatore da parte degli utenti.

Viene infine evidenziato il fatto che, “se da un lato il riscaldamento a metano o GPL genera emissioni di particolato primario quasi a zero, questa non può essere considerata una soluzione dato che i combustibili fossili sono i principali responsabili del cambiamento climatico a scala planetaria, perché emettono uno dei principali gas climalteranti come la CO2. Per ogni megawattora di energia primaria prodotta, il gasolio emette in atmosfera 326 kg di CO2 equivalente, il GPL 270 kg, il metano 250 kg, il pellet solo 29 kg, la legna da ardere 25 kg”.

In conclusione, per migliorare la qualità dell’aria viene sottolineata l’utilità che vengano attivate specifiche misure anche nel settore del riscaldamento a biomasse. I diversi soggetti che hanno aderito alla campagna L’Italia che Rinnova esprimono la massima disponibilità a collaborare affinché, attraverso il coinvolgimento delle comunità locali, venga veicolata una corretta informazione che promuova l’innovazione tecnologica le buone pratiche d’uso.

L’Italia che rinnova

Roma, 3 febbraio 2020

 

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