Riorganizzazione A.D.I., la Regione Lazio fa un passo indietro

E’ stato modificato con Decreto del Commissario ad Acta n. 2273 del 17 febbraio lo schema di riorganizzazione e riqualificazione delle cure domiciliari (A.D.I. – Assistenza Domiciliare Integrata) adottato dalla Regione Lazio con DCA 525  del 30 dicembre 2019, fermamente criticato dalle organizzazioni rappresentative dei destinatari degli interventi a causa delle misure fortemente restrittive previste rispetto alla precedente disciplina. Il Decreto del 30 dicembre aveva infatti determinato una drastica riduzione degli interventi e dei servizi a danno di persone ad alta intensità assistenziale, interessate da compromissioni che colpiscono funzioni vitali primarie e da instabilità clinica che richiede un monitoraggio costante da parte di operatori competenti in diverse aree cliniche, anche rispetto all’utilizzo di ausili e presidi salvavita. In particolare il DCA di revisione intende ‹‹stabilire che le Aziende sanitarie continueranno a mantenere i PAI in essere e ad erogare le cure  domiciliari, per i pazienti ad alta complessità ed elevata intensità assistenziale, alle condizioni contrattuali assicurate precedentemente all’entrata in vigore del DCA 525/2019 o a condizioni migliorative […]›› e ‹‹precisare che le modalità per i PAI quivi previste per i pazienti già in carico saranno le medesime per i nuovi pazienti ad alta complessità che la ASL dovesse prendere in carico, in rapporto al bisogno effettivo di assistenza››

La Federazione e le altre associazioni partecipanti avevano rappresentato le numerose criticità che sarebbero derivate dall’applicazione del DCA 525, adottato senza una preventiva valutazione del reale bisogno delle persone interessate, in un incontro presso la Regione Lazio svoltosi lo scorso 12 febbraio, in cui erano presenti, tra gli altri, l’Assessore alla Sanità e Integrazione Socio-Sanitaria Alessio D’Amato, il vicepresidente della Commissione consiliare Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare Paolo Ciani, sempre attento a tematiche così sensibili, e la consigliera Michela Di Biase.

“Apprezziamo il dietrofront della Regione Lazio – commenta Daniele Stavolo, presidente FISH Lazio – rispetto ad una Regolamentazione che dovrebbe offrire tutele adeguate in termini di assistenza materiale, fornitura dei presidi necessari e interventi di natura specialistica per i beneficiari, evitando la standardizzazione delle prestazioni che vanno a mortificare il loro diritto alla Salute, e causano una inevitabile perdita della qualità della vita per l’intero nucleo famigliare. Al fine di assicurare i necessari criteri di appropriatezza delle cure domiciliari – conclude Stavolo – esortiamo l’Assessorato competente ad aprire da subito un confronto con le organizzazioni di rappresentanza dei destinatari sulle misure da adottare attraverso una nuova disciplina di riferimento.”

Roma, 17 febbraio 2020


Ufficio stampa Fish Lazio
www.fishlazio.it

 

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