La storia dimostra che la difesa dai microparassiti che abitano i nostri corpi è sempre intrecciata con la resistenza ai macroparassiti, coloro che sono in alto e sfruttano, schiavizzano, umiliano.
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La storia dimostra che la difesa dai microparassiti che abitano i nostri corpi è sempre intrecciata con la resistenza ai macroparassiti, coloro che sono in alto e sfruttano, schiavizzano, umiliano. La storia mostra anche come gli effetti dei virus sono spesso utilizzati dai macroparassiti per disciplinare le moltitudini. Tuttavia, ricorda Massimo De Angelis, possono essere usati anche dal basso contro i macroparassiti, come accaduto con la peste nera nel XIV secolo. La crisi attuale può dunque migliorare qualcosa? Sì, se sapremo fare tesoro, ad esempio, della solidarietà emersa nei collettivi condominiali e negli ospedali, ma anche dei comportamenti più sobri e di cura verso noi stessi e gli altri che abbiamo cominciato a praticare |
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Nei prossimi giorni il virus potrebbe devastare le baraccopoli di Africa e Asia, ma il pericolo per i poveri globali è stato quasi totalmente ignorato da media e governi occidentali. Intanto negli Usa sta per abbattersi un “Katrina sanitario”. Già la “semplice” influenza stagionale del 2018 ha sovraccaricato gli ospedali dopo vent’anni di tagli: milioni di lavoratori a basso salario, precari privi di assicurazione, disoccupati e senzatetto saranno gettati ai lupi. Su quanto sta per accadere negli slum e negli Usa scrive Mike Davis, secondo il quale il principale problema resta Big Pharma che preferisce dedicarsi ai farmaci che provocano dipendenza e alle cure dell’impotenza maschile invece di favorire l’accesso ai salvavita e la ricerca. È questo il tempo per spezzare il potere del monopolio dei farmaci e quello dell’assistenza sanitaria a fini di lucro |
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Le città sono state conquistate dal deserto. Che ora tenta di entrare anche nelle nostre case. Lo scenario è vuoto, non ci sono più attori, spettatori, scenografie. Non c’è niente da guardare. Eppure le crisi aprono sempre qualche via d’uscita. Forse dovremmo cominciare dal rispondere a quella domanda: cosa porteresti su un’isola deserta? Qualche libro, alcuni film, gli occhiali, la bicicletta, il caffè… “L’elenco si allunga. Ognuno faccia il suo – scrive Ascanio Celestini – Quel giorno usciremo di casa senza più contare i centimetri. Prepariamoci la lista. Attrezziamoci per riempire il vuoto che il parassita sta costruendo…” |
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Una comunità si costruisce e vive sulle relazioni. Quelle che oggi mancano |
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La consapevolezza del valore della salute è un punto di non ritorno |
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Costruire subito un comitato indipendente per fare chiarezza |
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La decisione su quale strada prendere non può essere rimandata |
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Una libreria indipendente si è posta questa domanda: come trovare un modo per andare avanti lo stesso? Da qui una fantastica idea (per come i libri vengono scelti, consegnati e “pagati”), che potrebbe essere ripresa anche da altre librerie e non solo. Un’azione di «clandestinità perfettamente legale». Scrive Wu Ming: “Che nasca una rete di librai e libraie guerriglieri!” |
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Una spesa critica può far la differenza non solo per i produttori locali |
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Educazione a distanza: le ragioni per riscoprire la corrispondenza scolastica |
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Confusione, fragilità emotiva, fatica: insegnanti tra virus e didattica on line |
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E se sfruttassimo questa situazione complessa per riflettere su alcune cose? |
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A proposito deI Rapporti sul Capitale Naturale del ministero per l’Ambiente |
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La lezione del coronavirus insegna. Ora sappiamo quel che ci riguarda |
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