Recentemente alcuni politici statunitensi hanno definito diverse volte il coronavirus “virus cinese”, il che ha suscitato le proteste della comunità internazionale. Parole come “razzismo”, “xenofobia” e “ricerca di un capro espiatorio” sono apparse frequentemente sui media occidentali per criticare il comportamento degli Usa.
Risalire all’origine del coronavirus è una questione di natura scientifica che necessita di prove.
Con il mondo esterno che mette sempre più in dubbio gli Usa, l’amministrazione statunitense non può più esimersi dal dare chiare spiegazioni al popolo e risposte al mondo in merito a tre dubbi concernenti l’epidemia.
Innanzitutto, secondo le ultime stime rilasciate dal CDC statunitense, nella stagione dell’influenza degli Usa iniziata lo scorso settembre, più di 30 milioni di cittadini statunitensi sono stati contagiati e ci sono stati oltre 20 mila decessi. Il direttore del CDC statunitense, Robert Redfield, ha recentemente ammesso pubblicamente che alcuni casi registrati come influenza sono in realtà casi di Covid-19. È lecito chiedersi, quindi, quanti tra questi 20 mila decessi sono stati in realtà causati dal coronavirus? Gli Usa hanno forse mascherato la diffusione dell’epidemia di Covid-19 spacciandola per influenza?
La seconda domanda a cui gli Usa dovrebbero rispondere è perchè l’amministrazione statunitense lo scorso luglio ha chiuso improvvisamente Fort Detrick, il centro di ricerca per lo sviluppo di armi chimiche più grande delle forze armate statunitensi, nello Stato del Maryland?
Alcuni giorni fa, sul sito ufficiale della Casa Bianca, è stata lanciata una petizione per chiedere al governo statunitense di rendere pubbliche le informazioni su questa base militare, affinché possa esser chiarito qual è il suo ruolo nella ricerca di nuovi ceppi di cononavirus e verificare se sussiste o meno l’ipotesi di una fuga del virus dal laboratorio militare. Se l’amministrazione statunitense si interessa veramente della vita e della salute del suo popolo, dovrà rispondere a queste domande.
La terza domanda è: perché a metà febbraio l’amministrazione statunitense ha descritto come lieve l’epidemia, mentre alcuni funzionari della commissione dell’intelligence del Senato si apprestavano a vendere milioni di dollari di azioni? È vero che molti politici hanno approfittato delle informazioni in loro possesso per vendere le proprie azioni, mentre nascondevano l’epidemia al pubblico? È mai possibile che costoro, davanti allo scoppio dell’epidemia, abbiano pensato prima ai loro capitali invece che alla vita della popolazione?