Grecia, 21 Ong: garantire la salute dei migranti e dei richiedenti asilo bloccati sulle isole

Migliaia di persone – anziani, malati cronici, bambini e minori non accompagnati, donne incinte, neo-mamme e disabili – sono intrappolate sulle isole greche in condizioni deplorevoli e di sovraffollamento estremamente pericolose.

 

COMUNICATO STAMPA
GRECIA, 21 ONG: GARANTIRE LA SALUTE DEI MIGRANTI E DEI RICHIEDENTI ASILO BLOCCATI SULLE ISOLE

Ventuno organizzazioni umanitarie e per i diritti umani hanno chiesto al governo della Grecia di ridurre immediatamente la congestione di migranti e richiedenti asilo nei Centri di accoglienza e identificazione (Cai) nelle isole dell’Egeo, onde evitare una crisi della salute pubblica nel contesto dell’attuale pandemia da Covid-19.

Migliaia di persone – anziani, malati cronici, bambini e minori non accompagnati, donne incinte, neo-mamme e disabili – sono intrappolate sulle isole greche in condizioni deplorevoli e di sovraffollamento estremamente pericolose. Costringere i richiedenti asilo a rimanere in una situazione che viola i loro diritti umani e che mette in pericolo la loro salute, il loro benessere e la loro dignità non può essere giustificato da alcuna ragione sanitaria.

Il diritto internazionale dei diritti umani prevede che le necessità sanitarie dei migranti e dei richiedenti asilo siano affrontate e dispone che – pur in un contesto di pandemia come quello attuale – le limitazioni ai diritti per ragioni di salute pubblica o di emergenza nazionale siano legittime, necessarie, proporzionali e non discriminatorie.

Il 17 marzo il governo greco ha annunciato l’adozione di misure per prevenire la diffusione del Covid-19 nei Cai delle isole dell’Egeo: in sintesi, la quarantena di questi centri, con migliaia di migranti e richiedenti asilo intrappolati al loro interno.

Tali misure, secondo quanto dichiarato dal ministero per l’Asilo e la migrazione, prevedono la sospensione di tutte le attività e di tutte le strutture speciali allestite nei Cai, come l’educazione informale, e l’interruzione per due settimane delle visite e della fornitura di servizi essenziali da parte delle organizzazioni e delle agenzie di aiuto umanitario. Sono stati predisposti rigidi controlli sia sui movimenti in uscita dai Cai, persino per reperire alimenti, sia sulla circolazione interna senza una valida ragione.

Il 22 marzo il primo ministro greco ha annunciato il divieto di “tutti i movimenti non necessari” sul territorio nazionale.

A quella data, la popolazione dei Cai sulle isole di Lesbo, Samo, Chio, Kos e Lero era di 37.427 persone, superiore di 31.400 unità rispetto alla capienza massima prevista di 6095.

Le condizioni in questi centri non possono essere considerate idonee per vivere in modo dignitoso e umano. L’accesso all’acqua corrente, ai gabinetti e alle docce è limitato, l’attesa in fila per la distribuzione del cibo dura ore, non vi è numero sufficiente di medici e infermieri.

Pertanto, è pressoché impossibile rispettare le linee-guida per la protezione dal Covid-19. In questo modo, le persone corrono un elevato rischio di essere esposte alla trasmissione del virus.

Le 21 organizzazioni umanitarie e per i diritti umani chiedono al governo greco di adottare provvedimenti per prevenire la diffusione del Covid-19 e di preparare un piano d’emergenza da attuare non appena sia riscontrato il primo caso di positività nei Cai.

Se e quando si verificasse, una quarantena che intrappolasse migliaia di persone sane in campi affollati accanto a persone positive, aggiunta all’assenza di un’adeguata e appropriata presenza di personale medico, provocherebbe quasi certamente la morte evitabile di numerose persone.

Le 21 organizzazioni chiedono pertanto al governo greco di adottare le seguenti misure per ridurre il rischio di contagio da Covid-19 nei Cai e per contribuire a proteggere la salute pubblica collettiva:

– trasferire le persone che si trovano attualmente nei Cai in strutture più piccole situate sulla terraferma, come appartamenti e alberghi, prendendo tutte le misure necessarie per uno spostamento sicuro. In questo modo il governo potrà seguire le linee-guida contro la diffusione del Covid-19. Dovrà essere data priorità agli anziani, ai malati cronici e a quelli che versano in condizioni di salute critiche, ai disabili, alle donne incinte, alle neo-mamme e ai loro bambini, ai bambini e ai minori non accompagnati;

– adottare misure speciali per garantire accesso universale e libero ai servizi di salute pubblica per i migranti, i richiedenti asilo e i rifugiati, senza alcuna discriminazione e compresi i tamponi e le cure per i positivi al Covid-19;

– rifornire i centri di accoglienza dei prodotti sanitari e igienici necessari e assicurare una fornitura costante di acqua, assicurando la disinfezione costante delle aree comuni come i servizi igienici e assicurare tempestivamente la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti;

– informare tutti i residenti nei Cai, in tutte le lingue necessarie e in modo comprensibile anche dalle persone con disabilità, su come prevenire il contagio da Covid-19 e su cosa fare in caso di sintomi;

– assicurare che siano a disposizione misure quali l’isolamento volontario e la quarantena e la presenza di personale medico adeguatamente formato e dotato di dispositivi di protezione;

– venire incontro alle specifiche necessità delle persone che vivono in insediamenti informali nei pressi dei Cai, che possono avere problemi ancora più acuti in termini di mancanza di acqua, prodotti e servizi igienico-sanitari e raccolta dei rifiuti;

– garantire che fino a quando i Cai non saranno decongestionati siano disponibili e presenti medici e infermieri in numero adeguato così come personale specializzato nella salute mentale. Ove possibile, questi servizi potrebbero essere forniti da remoto.

Le organizzazioni che hanno sottoscritto l’appello al governo greco sono le seguenti:

Action Aid Hellas, Amnesty International, ARSIS – Association for the Social Support of Youth, Defence for Children International Greece, ELIX NGO, Greek Forum of Refugees
Help Refugees / Choose Love, HIAS Greece, HumanRights360, Human Rights Watch, International Rescue Committee, Jesuit Refugee Service Greece (JRS Greece), Legal Centre Lesvos, Médecins du Monde – Greece (MdM-Greece), Network for Children’s Rights Praksis, Refugee Legal Support, Refugee Rights Europe, Refugee Support Aegean, Solidarity Now e Terre des hommes Hellas.

Roma, 24 marzo 2020

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