L’Oipa e l’Enpa e hanno depositato oggi al Tar di Trento due ricorsi contro le ordinanze emanate dal presidente della Provincia autonoma di Trento.
Comunicato stampa
10 settembre 2020
OIPA ED ENPA RICORRONO AL TAR DI TRENTO CONTRO LE ORDINANZE ANTIORSO DI AGOSTO: «GRAVISSIME VIOLAZIONI DEL DIRITTO NAZIONALE E INTERNAZIONALE E DEL PACOBACE»
L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) e l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) e hanno depositato oggi al Tar di Trento due ricorsi contro le ordinanze emanate dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, l’11 e il 27 del mese di agosto, rispettivamente per la captivazione dell’orsa JJ4, venuta a contatto con due cacciatori in un luogo isolato del monte Peller, e per la reclusione a vita dell’orso M57 a seguito dell’episodio avvenuto di notte, in zona boscosa, con un giovane carabiniere. In questa seconda ordinanza è stata disposta la prigionia permanente per un numero indeterminato di orsi sconosciuti, a seguito della fugacissima e innocua apparizione di due giovani esemplari nei comuni di Andalo e Folgarida. Ricordiamo che le due associazioni avevano già impugnato l’ordinanza del presidente Fugatti emanata questa estate allo scopo di abbattere l’orsa JJ4, poi sospesa dal Tar lo scorso 31 luglio.
Abbiamo chiesto l’annullamento dei due atti della Provincia, previa sospensione degli effetti, in quanto privi dei requisiti di necessità e urgenza. Questi sono stati adottati frettolosamente, senza adeguata istruttoria e ricostruzione dei fatti, e in gravissima violazione del diritto nazionale e internazionale: la legge quadro n.157 del 1992, il Dpr n. 357 del 1997, la Convenzione di Berna, la Direttiva Habitat, nonché il Pacobace, il Piano di azione per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi Centro Orientali, pretestuosamente invocato nei provvedimenti impugnati. In particolare, relativamente a quest’ultimo, si evidenziano ripetute e gravi violazioni da parte della Provincia che vanificano l’intero l’impianto del progetto europeo Life Ursus, di cui la Provincia di Trento è responsabile. Ne è un esempio anche il tenace rifiuto ad adottare altre soluzioni soddisfacenti previste in modo chiarissimo e puntuale dal Pacobace, come il radiocollaraggio. Siamo fiduciosi che le ragioni del diritto prevalgano sull’improvvisazione e sulla propaganda e che questa persecuzione degli orsi in Trentino, infausta per il nostro Paese, possa finalmente concludersi.