Si trovava stipata su una barca di legno insieme a più di 80 persone, che il nostro staff e quello di Open Arms ha intercettato e soccorso a bordo martedì scorso.
Si erano imbarcate la notte precedente dalla Libia per poi essere abbandonate senza rotta dagli scafisti poco dopo la partenza. Nel gruppo, anche una quindicina di minori. Erano tutte alla deriva, in mezzo al Mediterraneo.
F. arriva dalla Somalia e ha 18 anni. È sola e incinta.
“Mentre le facevamo l’ecografia nell’infermeria della nave, le abbiamo chiesto se voleva dirci qualcosa in più di lei. Quello che ci ha raccontato è davvero drammatico” ci racconta Eleonora, la nostra infermiera.
F. è rimasta bloccata per un anno intero in Libia prima di potersi imbarcare. Una sera, un uomo che collaborava con i suoi carcerieri le ha puntato una pistola alla tempia e l’ha violentata.
“Quando le abbiamo detto che le condizioni del bambino che porta in grembo erano buone, F. ci ha guardato e i suoi occhi erano ancora pieni di terrore”.
Quanto coraggio e forza serviranno a questa donna così giovane per guardare avanti e dimenticare un’esperienza così disumana?
Intanto, la ricerca e i soccorsi in mare anche in queste ore proseguono senza sosta: oltre 190 persone – inclusi alcuni bambini molto piccoli – sono state salvate in altri due salvataggi in meno di 24 ore. Hanno bisogno di un porto sicuro.
Ecco perché è giusto esserci: ogni singola vita, ogni singola storia, meritano di essere salvate. Sempre. |