Sono diverse le ricerche che spiegano perché, partendo dallo studio delle origini sociali e ambientali delle malattie che si aggregano con i virus, dovremmo parlare di sindemia e non di pandemia.
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Sono diverse le ricerche che spiegano perché,
partendo dallo studio delle origini sociali e
ambientali delle malattie che si aggregano con i
virus, dovremmo parlare di sindemia e non di
pandemia. E perché c’è bisogno di creare una
nuova relazione tra campagna e città |
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“Avete vinto. Le ragazze e i ragazzi ribelli
delle scuole se ne vanno a casa. Ci siamo tolti
il fastidio. Perché alzarsi ogni mattina per
andare a fare lezione di fronte alla propria
scuola dava fastidio a tanti. Perché non si fa,
perché le regole vanno rispettate anche quando
causano una sofferenza che non si capisce. Anche
quando non hanno logica. Perché la scuola è
pericolosa: le fabbriche, gli uffici, i centri
commerciali e le chiese no. Perché i ragazzi
come i vecchi non sono produttivi…”. Un
articolo da Torino |
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In Italia si parla di
carcere quando
arriva l’estate. Fingiamo di non sapere che i
problemi che viviamo qui fuori lì dentro sono
enormemente più grandi. Negli ultimi giorni la
crescita dei contagi è stata impetuosa. “Credo
che dobbiamo cominciare a migliorare la società
cominciando dagli ultimi. Qualcuno condividerà
questo pensiero perché è credente. Qualcuno
perché è di sinistra… – scrive Ascanio Celestini
– Io penso che possiamo condividerlo anche per
egoismo. Perché dobbiamo arginare il contagio
dove è più facile che faccia danno. E
soprattutto perché non vorrei un vicino di casa
che esce da una galera che l’ha torturato…” |
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La strategia del governo è sempre la stessa:
produci, consuma, crepa |
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La terra continua a esser sconvolta dagli
effetti dei cambiamenti climatici |
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Materiali informativi su virus, aislo e
immigrazione, aiuti sociali, violenza |
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Questi tempi sono un’opportunità per ripensare
l’apprendimento? |
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In estate hanno pensato che il modo migliore per
immaginare una scuola diversa, in questo tempo
tormentato, fosse farla. Così hanno messo su la
scuola di quartiere, tra incontri e laboratori,
coinvolgendo diversi studenti di tre scuole
medie superiori e alcune associazioni. Il loro
percorso vuole proseguire, come conferma questa
lettera alle istituzioni scritta dal
Coordinamento della scuola di quartiere. C’è da
rendere i ragazzi e le ragazze protagonisti
della propria crescita, ripensare la didattica e
i sistemi di valutazione, aprire sul serio la
scuola alla città, con la diffusione delle
occasioni di apprendimento nel territorio e la
promozione di iniziative culturali e sociali a
scuola negli orari extrascolastici |
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Possiamo trasformare le difficoltà del fare
scuola in educazione diffusa |
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Viviamo il tempo del distanziamento e della
rottura di legami sociali. Come ricomporli? Non
ci sono prontuari da seguire. Molte persone, da
tempo, hanno aperto i cancelli delle scuole per
creare piazze dentro i cortili e ripensare
insieme il senso e le pratiche dell’apprendere.
Nasce uno spazio pubblico – interno a
Comune – che si propone di raccontare le
comunità territoriali che ripensano l’educazione
e alimentano la speranza aperta di una scuola
viva |
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