La prevenzione della violenza e delle molestie sul lavoro contro le donne è ferma al palo

La violenza sulle donne nel mondo è strutturale, e non si esprime soltanto nella violenza fisica e nelle minacce alla sicurezza personale delle donne. Com’è noto, anche aspetti di carattere economico, quali ad esempio il secolare divario salariale fra uomini e donne, incidono sulla mancata emancipazione delle donne e sulla loro costante dipendenza, intrisa di violenza, da un sistema retto dal potere patriarcale. La situazione è particolarmente grave nei settori informali e a basso reddito, come l’industria tessile.

Il settore della moda, di fatto, facilita strutturalmente la violenza e le molestie contro le lavoratrici: la maggioranza della forza lavoro è femminile e comprende spesso donne molto giovani e migranti; i salari sono estremamente bassi, la pressione sulla produzione è alta e le lavoratrici spesso non sono rappresentate, poiché i sindacati esistenti non hanno quasi mai donne al vertice.

La pandemia di Covid19 ha ulteriormente aggravato questa condizione. Come sappiamo, molti brand hanno sospeso ordini e pagamenti in corso e ciò ha prodotto la perdita del lavoro per molti lavoratori e lavoratrici della filiera. La quarantena ha aumentato i casi di violenza domestica e la povertà assoluta. Infine molti lavori essenziali, e cioè di cura e assistenza, per esempio sanitaria, sono svolti da donne che si sono pertanto trovate più esposte al contagio.

Esistono però soluzioni concrete per contrastare questo fenomeno. La Clean Clothes Campaign (CCC) ha pubblicato un position paper che – ancora una volta – dimostra l’urgenza di agire contro la violenza sul lavoro, lavorando sulle cause strutturali economiche che la alimentano.

Nel documento, la Clean Clothes Campaign insieme a FEMMET chiedono ai marchi e ai governanti di implementare misure appropriate per prevenire e eliminare i fenomeni di violenza sul lavoro. Tra queste, l’abolizione delle pratiche di acquisto che costringono le lavoratrici a una dipendenza economica e l’accesso a meccanismi di reclamo per le vittime. La Convenzione ILO 190 contro la violenza e le molestie sul lavoro emanata a Ginevra a Giugno 2019, una vittoria storica per le vittime in tutto il mondo, fornisce il quadro normativo vincolante.

La stragrande maggioranza dei Paesi europei è favorevole alla ratifica di questa Convenzione. Ma il processo, che prevede il consenso di tutti gli stati membri, è bloccato: alcuni Stati, infatti, impediscono di raggiungere l’unanimità necessaria nel Consiglio europeo, impedendone di fatto l’avanzamento. Gli Stati membri dell’UE devono agire con maggiore decisione per spianare la strada a severe normative internazionali e nazionali contro la violenza sulle donne e le molestie sessuali sul posto di lavoro.

In un settore femminilizzato come quello della moda, le donne, spesso molto giovani, sono esposte a rischi particolarmente elevati. Per questo la ratifica e l’implementazione della Convenzione ILO 190 è così importante, in particolare per gli aspetti di prevenzione del fenomeno e di sostegno alle vittime.

Anche la Campagna Abiti Puliti aderisce, in questa giornata simbolica contro la violenza sulle donne, alla mobilitazione internazionale #RatifyILO190 per chiedere agli Stati di agire tempestivamente e ratificare immediatamente la Convenzione ILO 190.
Come consumatori inoltre, in questa settimana di Black Friday, abbiamo l’opportunità di fare scelte importanti di consumo critico e usare il nostro potere di acquisto per orientare il mercato verso l’effettivo rispetto dei diritti fondamentali: insieme alla comunità di Cambia Moda invitiamo tutti a chiedere ai brand maggiore trasparenza. “Siamo sicuri che basti uno sconto per giustificare l’ennesimo acquisto?”

Note:

  • Il 25 novembre è la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Tra questa data e il 10 Dicembre, giornata dei diritti umani, ogni anno viene realizzata la “Campagna dei 16 giorni”: www.16days.org. Il tema di quest’anno è la violenza contro le donne sul lavoro e nell’economia informale. In particolare si concentra sulla richiesta di ratifica della Convenzione ILO 190 e l’adozione di legislazioni nazionali per prevenire la violenza nei luoghi di lavoro.
  • Il policy paper della CCC e FEMMET è disponibile qui.
  • Il policy paper è parte del progetto Fashion Checker della Clean Clothes Campaign
  • Fashion Cheker accende una luce sulla discrepanza tra ciò che i brand dicono di fare e la realtà per le loro lavoratrici con particolare attenzione alla differenza salariale e alla violenza di genere, ai salari dignitosi e alla trasparenza.
  • Cambia Moda è una comunità promossa da organizzazioni della società civile italiana che vuole mobilitare i cittadini e fare pressione su aziende e governi: https://www.cambiamoda.it/

 

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