Grandezze e miserie di Maradona al di fuori del calcio vengono oggi ricordate quasi solo attraverso il luogo comune del genio/sregolatezza, dimenticando che esse non erano il frutto di una casuale, specialissima combinazione di cromosomi.
L’intensità appassionata e ribelle della vita di Diego Maradona proveniva da una radice molto precisa: l’essere nato in mezzo agli ultimi, ai dimenticati, a quelli che non contano, quinto di sette figli, nel barrio Villa Fiorito di Buenos Aires privo di acqua potabile, di elettricità e di speranza.
È qui che ha preso corpo una passione politica e civile mai venuta meno, mai attenuata o nascosta dalle esigenze della fama e dell’agiatezza sopraggiunte.
Diego Maradona non si è mai dimenticato neanche per un attimo da dove era venuto.
Al vecchio socialista che qui scrive piace sottolineare che il compagno Maradona ha conservato intatto il suo impegno antimperialista, la sua voglia di battersi per l’emancipazione degli oppressi e per l’autodeterminazione dell’America Latina e del Sud del mondo.
Le cronache sciocche dei giornali sportivi presentavano come capricci da divo viziato le sue prese di posizione, talvolta clamorose, sui temi del momento: dalla sua durissima condanna del regime Bush e della guerra contro l’Iraq alla sua denuncia della violenza antipalestinese a Gaza. E le stesse cronache trattavano con condiscendenza l’amicizia e ammirazione di lunga data nutrite da Maradona per Fidel Castro e per Hugo Chavez, quando Chavez toglieva dalle mani dell’oligarchia venezuelana i proventi del petrolio per redistribuirli tra i poveri e gli emarginati del Venezuela.
Certo, era un impertinente. Dopo aver incontrato in Vaticano, da cattolico, Giovanni Paolo II, e dopo aver ascoltato il Papa parlargli delle preoccupazioni della Chiesa verso i poveri, Maradona ha dichiarato di avergli chiesto: “Hey, amigo, perché non cominci col vendere un po’ di questi soffitti dorati”.
Permettetemi, allora, di lasciare che altri si dilunghino su tormenti, demoni ed estasi di un grande campione dello sport. Permettete invece a questo vecchio socialista di invitarvi ad alzare i calici per Diego Maradona, compagno e combattente per un mondo più giusto e solidale.
di Pino Arlacchi