“La crisi del governo Conte non è un colpo di testa di Matteo Renzi, non è incomprensibile!”

Con questa crisi i vertici della Repubblica Pontificia mirano a chiudere completamente la breccia aperta nel sistema politico delle Larghe Intese dall’esito delle elezioni del 4 marzo 2018!

 

Comunicato CC 3/2021 – 27 gennaio 2021

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La crisi del governo Conte non è un colpo di testa di Matteo Renzi, non è incomprensibile!

Con questa crisi i vertici della Repubblica Pontificia mirano a chiudere completamente la breccia aperta nel sistema politico delle Larghe Intese dall’esito delle elezioni del 4 marzo 2018!

Porre già in questi giorni al centro delle lotte, degli scioperi e delle mobilitazioni la protesta contro le misure antipopolari dei governi Conte, contro le speculazioni, le ingerenze e le pretese dell’UE e contro il riarmo e le guerre imposti dalla NATO!

Promuovere in aziende e zone d’abitazione la costituzione di Organismi Operai e Popolari e guidarli a far ingoiare a vertici della Repubblica Pontificia, a UE e a NATO il Governo di Blocco Popolare!

Con la crisi di governo i vertici della Repubblica Pontificia mirano a instaurare un governo più asservito del Conte 2 alla borghesia imperialista italiana (agli Agnelli-Elkann, ai Benetton e ad altri speculatori e criminali), all’UE e alla NATO. Il successo elettorale del M5S nelle elezioni del 4 marzo 2018 aveva aperto una breccia nel sistema politico delle Larghe Intese tra polo PD e Polo Berlusconi. Con il governo M5S-Lega di Salvini e poi con il governo M5S-PD di Zingaretti e Renzi il M5S si è sempre più arreso ai vertici della RP, a UE e NATO. Non ha sfruttato il successo del 4 marzo e sfidato i vertici della RP a non affidargli il governo. I governi Conte hanno appena scalfito il sistema sociale e politico esistente (reddito di cittadinanza, riparazione con Quota Cento di alcuni danni della Riforma Fornero contro le pensioni, rimozione di alcuni pochi tra gli alti funzionari civili e militari che sabotavano e altre misure simili).

Per questo il M5S ha perso il favore di una parte importante delle masse popolari che lo avevano votato. Ora si trova in una situazione peggiore che nel 2018, ma forse può risalire la china. Non si estinguerà solo se osa sfidare i vertici della RP: o ingoiano un governo M5S che finalmente attua le promesse che il M5S ha fatto alle masse popolari prima delle elezioni del 4 marzo 2018 oppure elezioni o non elezioni i vertici della RP fanno un governo senza M5S. In ambedue i casi cambieranno le condizioni della lotta tra le classi e quali che siano ne approfitteremo per fare avanzare la rivoluzione socialista che è in corso: la costruzione del potere delle masse popolari organizzate.

La crisi economica, ambientale, culturale e sociale prodotta dalla sopravvivenza del sistema capitalista si aggrava giorno dopo giorno. Lo scoppio della pandemia da Covid-19 è anch’essa un effetto della sopravvivenza del sistema capitalista: i gruppi imperialisti sfruttano ogni risorsa naturale e distruggono l’ambiente perché ognuno deve valorizzare il suo capitale e hanno creato le condizioni per epidemie mondiali. Nonostante tutta la scienza e il livello raggiunto nel dominio sul resto della natura, della sanità, di vaccini e della salute i capitalisti si occupano solo quando diventa un affare.

Le speculazioni in corso in questi giorni sui vaccini lo confermano. La pandemia da Covid-19 ha fatto deflagrare la crisi economica, ambientale, culturale e sociale in corso. La classe dominante è sempre meno capace di gestire la situazione che crea. In Italia lo confermano gli oltre 85mila morti per il Covid-19, le migliaia di aziende sull’orlo della chiusura, la precarietà e la disoccupazione di massa, lo stato pietoso in cui versano la sanità, la scuola e i trasporti, il degrado ambientale e culturale.

La pandemia ha fatto fare in tutto il mondo un salto al regime di reazione nera iniziato negli anni ’70 del secolo scorso, con l’esaurimento della prima ondata mondiale delle rivoluzioni proletarie e l’inizio della nuova crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale. Dagli anni ’70 in qua sono stati decenni di attuazione del programma comune della borghesia imperialista, di eliminazione persino di quelle conquiste di civiltà e di benessere che le masse popolari avevano strappato alla borghesia dopo la Rivoluzione d’Ottobre, quando il movimento comunista era forte nel mondo.

In Italia è stata l’opera portata avanti prima dai governi Craxi-Andreotti-Forlani e poi dai governi delle Larghe Intese (tra polo PD, polo Berlusconi e loro gregari).

La pandemia da Covid-19 ha accelerato il disastroso corso delle cose, ha messo a nudo le falle del sistema capitalista e ha inasprito la lotta fra le classi. Aumentano le mosse forsennate antipopolari della borghesia, ma si espande e si eleva anche la resistenza spontanea che i lavoratori e le masse popolari oppongono alla situazione disastrosa in cui siamo sempre più immersi. L’aumento del numero degli astenuti di elezione in elezione lo conferma.

Ma le LI dominano ancora quasi al cento per cento nelle amministrazioni locali (regioni e comuni) e nell’apparato statale. Se il M5S e il suo governo non attaccano anche in questi due campi, vanno all’integrazione nelle Larghe Intese.

Impedire chiusura e delocalizzazione di aziende, nazionalizzare quelle che i capitalisti hanno condannato a morte lenta, intervenire sul mercato (in questo Trump è stato un esempio, ha mostrato la strada), promuovere il rinnovamento del SSN (moltiplicare i casi Gino Strada e il potenziamento delle Brigate di Solidarietà), dell’Istruzione Pubblica, della Ricerca, distribuire un reddito dignitoso a ogni lavoratore (dipendente, autonomo o in nero) che causa la pandemia non lavora e mobilitarlo in interventi antipandemia o comunque utili, blocco dei licenziamenti ed estensione CIG, requisire case vuote delle società immobiliari e della Chiesa per contrastare il contagio, acquistare vaccini da chi li vende (Cina, Russia) e farli produrre in Italia, contrastare l’intrusione e le pretese dell’UE (vedi speculazione vaccini e promesse di prestiti e contributi nel futuro (Recovery Fund, MES) in cambio di magg iore sottomissione, mentre l’Italia continua in realtà a versare annualmente miliardi all’UE), adottare minibot, intervenire contro amministrazioni locali delle LI (la Lombardia è una miniera di appigli par farlo), centuplicare le iniziative tipo Mimmo Lucano (il sindaco calabrese perseguitato), prendere in mano CC, Polizia, FFAA e sospendere collaborazione al riarmo e alle guerre NATO (che con Biden aumenteranno), ecc. Solo una linea del genere salverà il M5S dall’integrazione nelle LI e metterà i vertici della RP nell’alternativa: o ingoiare e cercare rivalse per vie traverse, o crisi e nuovo governo con LI compresi Salvini-Meloni-Tajani e i contrasti che ne verranno.

Noi comunisti esortiamo membri ed esponenti del M5S a osare fare ora quello che non hanno osato fare nel 2018.

Quanto a noi comunisti, dobbiamo proseguire con più energia, con slancio e dedizione la nostra linea unendoci con ogni organismo e individuo che si mobilita contro il corso delle cose. Nelle aziende dobbiamo portare ogni lavoratore avanzato e nelle zone d’abitazione ogni esponente avanzato delle masse popolari a organizzarsi, a formare Organismi Operai e Popolari, guidare ogni OO e OP a rafforzarsi applicando e facendo applicare da amministrazioni locali e da ogni autorità misure che alleviano gli effetti del corso disastroso delle cose. Dobbiamo dirigere tutti gli OO e OP a coordinarsi tra loro e a creare condizioni atte a far ingoiare ai vertici della RP un governo formato da persone di fiducia degli OO e OP, il Governo di Blocco Popolare.

Il GBP sarà costituito da persone che riscuotono la fiducia degli OO e OP e che sono decise a dare forma e forza di legge ai provvedimenti che OO e le OP interessati indicheranno caso per caso per realizzare nel caso concreto le sei misure generali che costituiscono il programma del GBP:

1. Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).

2. Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.

3. Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato).

4. Eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.

5. Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.

6. Stabilire relazioni di solidarietà, collaborazione o scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.

7. Conformare le Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza), le Forze Armate e i Servizi d’Informazione allo spirito democratico della Repubblica configurato nella Costituzione del 1948 (in particolare a quanto indicato negli articoli 11 e 52) e ripristinare la partecipazione universale più larga possibile dei cittadini alle attività militari a difesa del paese e a tutela dell’ordine pubblico.

Solo i lavoratori e le masse popolari organizzati possono invertire il corso disastroso delle cose!

Mobilitiamoli e orientiamoli perché si organizzino e facciano valere la loro forza!

La classe operaia e le masse popolari devono organizzarsi per imporre le misure di emergenza che servono e farle ingoiare a Confindustria, al governo, al Vaticano e a tutti i loro servi e agenti. La classe operaia deve organizzarsi per instaurare un suo governo di emergenza, l’unico in grado di fermare lo sfascio e di avviare la ricostruzione del Paese.

Dalla sanità alla scuola alle infrastrutture e ai trasporti, le cose da fare sono tantissime (altro che “manca il lavoro”!). Gli Organismi Operai e Popolari devono cominciare da subito a intervenire dove governo e istituzioni hanno fallito, per prendere in mano la sorte del paese e avanzare nella lotta per costituire il GBP. La costituzione del GBP aprirà una nuova fase della rivoluzione socialista, vale a dire della guerra popolare rivoluzionaria che culminerà nell’instaurazione del socialismo.

Il primo paese imperialista che romperà le catene dell’UE e della NATO aprirà la via e mostrerà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi imperialisti e dei paesi neocoloniali.

A cento anni dalla fondazione del primo PCI (21 gennaio 1921), questo è il luminoso traguardo da raggiungere.

Non sono i padroni a essere forti, sono i lavoratori e le masse popolari che devono organizzarsi e coordinarsi per far valere la loro forza!

Non sono le masse popolari che non combattono e non sono capaci di vincere: siamo noi comunisti che dobbiamo imparare e svolgere meglio il nostro ruolo!

La riscossa delle masse popolari è possibile! Ciascuno può e deve dare il suo contributo!

Il partito comunista è il fattore decisivo della vittoria!

Costituire Comitati di Partito in ogni azienda, scuola, istituzione pubblica e in ogni territorio!

Mettersi in contatto con il Centro del Partito!

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