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Quando ci sentiamo non più in grado di poter fare ciò che viene richiesto dalla società, entriamo in guerra con noi stessi e sperimentiamo la depressione. Il capitalismo ha pensato a due soluzioni: lo psicofarmaco e il medicinale che non ha bisogno di ricetta, l’iperattività. La pandemia per il primo mese sembrava capace di far saltare questo scenario: improvvisamente c’è stato un tempo in cui proteggerci e sentirci legati agli altri. Ci siamo illusi di star rallentando mentre cominciavano a nascere nuove forme di sfruttamento: ci siamo ritrovati, ad esempio, a lavorare e a fare riunioni web a tutte le ore del giorno. La domanda su cui ragionare è: perché nonostante avessimo assaporato il tempo, la prossimità, il comune, siamo tornati a riorganizzare le nostre quotidianità in funzione di uno stile di vita che ha prodotto la malattia che stiamo vivendo? Secondo Serena Mammani e Marina Pinto, in questo momento abbiamo bisogno di quella domanda e di investire su arte, amore, cura, desiderio, “che sono al contempo i luoghi privilegiati dello sfruttamento e gli spazi di sottrazione e resistenza”, abbiamo bisogno non di attendere immobili i miracoli del vaccino ma di farci carico della debolezza condividendola, di immaginare nuovi luoghi e modi di incontrarsi |
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La vita di ogni giorno, pur con intensità diverse, è ovunque aggredita da guerre, migrazioni forzate, fame, disastri ambientali e climatici, pandemie, tirannie. Ma anche e prima di tutto da femminicidi. Eppure, spiega Lea Melandri, la guerra che un sesso fa all’altro passa ancora quasi inosservata. Ribaltare millenni trascorsi a considerare la donna un umano inferiore resta un sforzo politico, culturale, educativo enorme |
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La narrazione mainstream racconta l’arrivo di Mario Draghi come l’avvento della competenza a fronte dell’improvvisazione, della capacità strategica di fronte al vivacchiare alla giornata, dell’autorevolezza contro l’irrilevanza. Ammessa la parte di vero di queste qualità, niente essendo neutro, occorre forse capire al servizio di cosa verranno spese. Per rispondere al quesito, forse aiuta fare alcuni passi indietro nella biografia politica ed economica del grande devoto di S. Ignazio di Loyola. “Tutto ciò che serve” fu il motto che ha reso famoso Mario Draghi nel ruolo di Presidente della Banca Centrale Europa, ricoperto dal 2011 al 2019. Una politica monetaria basata su massicce iniezioni di liquidità finanziaria sui mercati, da tutti salutata come la salvezza dell’Europa. Ma fu vera gloria? Un governo di salute pubblica con Mario Draghi è un vero ossimoro |
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Fare prevenzione sulle pandemie senza conoscere le cause del Covid 19? |
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Officine sperimentali: donne custodi di antichi saperi camminano insieme |
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Uno studio su economia e biodiversità mette in pericolo la rete della vita |
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Nel 2050 tre miliardi di persone non riusciranno ad avere accesso al’acqua |
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Quel soffocante decalogo del rischio zero che piace a tante mamme e papà |
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Gli interessi speculativi della finanza internazionale sulle nostre città |
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Un seminario di quattro appuntamenti on line che indaga su cosa e come raccontare nel mondo dei movimenti, delle reti territoriali, della democrazia partecipativa, dell’associazionismo, della solidarietà internazionale, dell’antirazzismo. Raccontare la società che cambia è una proposta della redazione di Comune e di Arcs Culture Solidali: partner della tappa promossa in Toscana è la Comunità delle Piagge di Firenze. Quattro incontri – partecipazione gratuita – per mettere in comune informazioni e approfondimenti su parole/concetto sempre più importanti: territorio, migrazioni, scuola aperta, comunicazione. Trenta iscrizioni saranno destinate a cittadini residenti in Toscana |
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