Vogliamo celebrare e la Liberazione dal nazifascismo ricordando una delle emblematiche figure della Resistenza, ovvero Sandro Pertini, durante un suo comizio del 25 aprile 1973. Un breve intervento, del nostro Sandro, allora Presidente della Camera, di lì a pochi anni sarebbe diventato Presidente della Repubblica. Il più amato dei Presidenti della Repubblica.
Una grande lezione sulla memoria, sui protagonisti della Resistenza, ovvero lavoratori e contadini, sul fascismo di ieri e di oggi. Pertini, a differenza di chi anni dopo aveva parlato di esaltazione della Resistenza, denuncia che sui libri di scuola non c’era traccia della lotta partigiana, dei lager, delle persecuzioni fasciste, dei fratelli Cervi, della Lettere dal carcere “del mio amico di prigionia Gramsci”, “quasi come fosse una pagina nera” della storia italiana.
Inoltre, ricorda il ruolo decisivo di operai e contadini nella durante il ventennio fascista:”Forse non sapete che dai Tribunali speciali furono celebrati circa 5600 processi. Di questi 5600 processi, 4600 furono celebrati contro operai e contadini. La classe lavoratrice si è conquistata un posto nella Storia per sua virtù e sacrificio e non intende essere spodestata.”
In piena Strategia della Tensione con continue minacce di trame golpiste il rigurgito di gruppi neo fascisti, Pertini avvertì severo: “Non permetteremo di uccidere la libertà” riferendosi “a questi sciagurati rifiuti di fogna dei gruppi neo-fascisti.”
La conclusione del suo intervento è un appello a non considerare Polizia e Carabinieri come nemici dei lavoratori perché anche loro figli di operai e contadini. Allo stesso tempo però, rivolgendosi alle forze dell’Ordine, disse: “Quando gli operai scendono in piazza in difesa dei loro diritti non dovete considerarli dei malfattori. Loro scendono in piazza per il pane delle loro famiglie, quindi scendono in piazza anche per il pane delle vostre famiglie, cari agenti di Polizia e Carabinieri.”
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