Gli effetti macroeconomici più evidenti del Recovery Plan (guardando i loro stessi documenti) sono i seguenti:
– Le variazioni del surplus per settore di attività favoriscono settori a basso o bassissimo valore aggiunto come quello delle costruzioni mentre le variazioni sono sostanzialmente nulle nei settori ad alto valore aggiunto come le nuove tecnologie e l’informatica dove l’impatto è miserevole. Voi direte “ma non è possibile, parlano sempre di digitalizzazione…”. Vero, vuol dire che le tecnologie le importiamo dall’estero. Ci prospettano un futuro a livello Spagna e Grecia, con gli italiani a fare i manovali nei cantieri (o a distribuire pizze in bicicletta) mentre sulle tecnologie siamo completamente dipendenti dall’estero. Suggerirei all’illustrissimo Professor Draghi, di introdurre il provvedimento di chiusura dei nostri Politecnici e facoltà di Informatica…anzi, per non sbagliarsi, meglio murare dentro prof e studenti. almeno non rompono gli zebedei disturbando cotanti illustri manovratori.
– La visione viene ancora di più rafforzata dall’analisi del prospetto dove ci sono le proiezioni sulla Bilancia Commerciale. Evidente crollo delle esportazioni ed esplosione delle importazioni. Con ovviamente un saldo in rosso drammatico. Cosa ovvia, se per le tecnologie hai intenzioni di fornirti dall’estero il risultato non può essere che questo. In buona sostanza hanno deciso di mangiarsi tutto il nostro attivo di bilancia commerciale, di saldo delle partite correnti e quel PREZIOSISSIMO NIIP positivo che abbiamo.
Dove sta la ratio di questo immondo aborto? Semplice:
– Il nostro PREZIOSISSIMO NIIP positivo è la nostra polizza assicurativa sulla vita. Perchè con quel NIIP noi a quei cani europei se calcano troppo la mano possiamo sempre dire: “Ce ne andiamo, non dobbiamo niente a nessuno”. Già, il nostro debito è a saldo tutto a interno: sono solo soldi che i cittadini italiani debbono ai risparmiatori italiani (che sempre cittadini sono).
– Perchè lo fanno? Semplice? Siamo nella migliore tradizione italiana; dal Re Fellone Vittorio Emanuele III “sciaboletta” a Badoglio, ad Alfonso d’Este e a quel babbeo di Ludovico il Moro. Una classe dirigente stracciona, miserabile, infame, traditrice, che si è legata a nodo morto con gli europoidi e che preferisce svendere la nostra polizza assicurativa sulla vita pur di non uscire dall’Europa. E ci credo, gente come
Draghi a quel carro è legato, ha svenduto l’Italia in trenta anni dalle mangiate schifose sul saccheggio del patrimonio pubblico (loro le chiamano privatizzazioni). Ora semplicemente vogliono mangiarsi il NIIP per rendere impossibile la nostra uscita dall’Europa che con NIIP negativo significherebbe sacrifici non sostenibili socialmente e politicamente.
I venduti giocano sporco e si devono solo vergognare.
(Grazie a Guido Salerno Aletta che mi ha messo la pulce nell’orecchio…).
GIUSEPPE MASALA
Giuseppe Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e si specializza in “finanza etica”. Coltiva due passioni, il linguaggio Python e la Letteratura. Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe essere il primo di una trilogia), “Una semplice formalità” vincitore della terza edizione del premio letterario “Città di Dolianova” e pubblicato anche in Francia con il titolo “Une simple formalité” e un racconto “Therachia, breve storia di una parola infame” pubblicato in una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come Leonardo Sciascia crede che “Non c’è fuga, da Dio; non è possibile. L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.