Berlino 8 maggio 1945, forze armate naziste firmarono l’armistizio di resa all’Armata Rossa

Da anni il 9 maggio 1945 è celebrato nel mondo come festa della vittoria del movimento comunista. 

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– Solidarietà con Hamas e gli altri gruppi palestinesi che resistono all’occupazione e lottano contro la colonizzazione dei sionisti spalleggiati dai gruppi imperialisti e dai loro governi, tra cui il governo Draghi!

– Contrastare in ogni modo l’opera del governo Draghi, la NATO e l’UE che estendono nel mondo la devastazione economica e la guerra, provocano l’emigrazione, sfruttano gli emigrati, distruggono l’apparato produttivo del nostro paese delocalizzando e chiudendo imprese!

– Rafforzare, allargare ed elevare il livello della resistenza che le masse popolari spontaneamente già oppongono agli effetti della crisi generale del capitalismo!

– Il governo Draghi è una “tigre di carta”: i vertici della Repubblica Pontificia hanno impiegato quasi tre anni per neutralizzare gli effetti del voto del 4 marzo 2018, costituire un governo affidato all’ammucchiata dei partiti delle Larghe Intese: quello che non avevano osato fare nel 2018.

Contro la sfiducia, la rassegnazione e il disfattismo,

celebriamo su larga scala il 76° anniversario della vittoria del movimento comunista contro la coalizione delle potenze della borghesia imperialista!

L’8 maggio 1945 a Berlino le forze armate naziste firmarono l’armistizio di resa all’Armata Rossa e da anni il 9 maggio 1945 è celebrato nel mondo come festa della vittoria del movimento comunista.

Il 7 maggio 1945 i maggiori esponenti della forze armate naziste avevano firmato a Reims (Francia) l’armistizio con le forze armate angloamericane. Inutilmente in tre giorni di trattative avevano cercato di convincere i governi degli USA e del Regno Unito di Gran Bretagna a “rovesciare il fronte” e lanciarsi uniti contro l’Armata Rossa che aveva già occupato Berlino e larga parte della Germania.

I gruppi imperialisti europei e americani e i governi di tutti i paesi imperialisti a partire dal 1933 avevano, in vari modi e nonostante i contrasti tra loro, favorito il riarmo della Germania nazista contro l’Unione Sovietica, in vista dell’aggressione che Hitler scatenò nel 1941. Solo la saggia direzione dell’Internazionale Comunista e dell’URSS, capeggiata da Stalin, era riuscita a impedire che tutte le potenze imperialiste si lanciassero unite contro l’URSS. Nel 1939 i governi di Londra e di Parigi con il sostegno del governo USA avevano formato un fronte contrapposto all’asse dei governi di Berlino, di Roma e di Tokyo, sostenuti questi anche dal Vaticano (Alcide De Gasperi nelle sue memorie ancora se ne vantava). Nel 1945 né Churchill né Truman osarono sfidare le masse popolari britanniche e americane. Alla borghesia imperialista angloamericana ci vollero le concessioni di Attlee e di Bevan (succeduti a Churchill alla testa del governo britannico negli anni 1945-1951) per neutralizzare il movimento comunista britannico e l’opera della FBI e della CIA e il Maccartismo per venire a capo del movimento comunista americano. In più nel 1945 i partiti comunisti partecipavano già ai governi di Parigi e di Roma.

La vittoria dell’Armata Rossa in Germania coronò la costruzione del “socialismo in un paese solo” imboccata dall’URSS sul finire degli anni ‘20 e la Resistenza antifascista e antinazista sviluppatasi durante la guerra in molti paesi dell’Europa orientale e occidentale tra cui l’Italia (1943-1945). La vittoria aprì la strada non solo alla ricostruzione in URSS, ma anche a una serie di grandi vittorie in Cina (1° ottobre 1949, proclamazione della RPC), in Corea (creazione delle RPD consolidata dalla vittoria nel 1953 sull’imperialismo USA) e in Vietnam (vittoria sull’imperialismo francese a Dien Bien Phu nel 1954 e sull’imperialismo USA nel 1975) e allo sviluppo a livello mondiale della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (socialista o di “nuova democrazia”) in Asia, in Africa e in America Latina.

Furono la resa (1947) dei partiti comunisti francese e italiano, le divisioni sorte nel Partito comunista dell’URSS (pagg. 118-120 di www.intellettualecollettivo.it – 4.3. L’ULTIMO DISCORSO AL PARTITO in Storia del comunismo) e nei partiti comunisti delle repubbliche popolari dell’Europa orientale, l’improvvisa morte di Stalin (marzo 1953), la prevalenza in URSS dei revisionisti moderni capeggiati da Kruscev (XX congresso del PCUS, febbraio 1956) e la sconfitta (nel 1976) della Rivoluzione Culturale Proletaria del Popolo Cinese con la morte di Mao Tse-tung che portarono all’esaurimento della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria e all’epoca di nera reazione che abbiamo vissuto negli ultimi quarant’anni.

Solo con la ripresa della rivoluzione socialista e quindi con la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato l’umanità può porre fine al catastrofico corso delle cose. Lo conferma lo stato al quale la borghesia imperialista ha ridotto il mondo da quando negli anni ’70 del secolo scorso ne ha ripreso la direzione. La disgregazione dell’URSS e delle repubbliche popolari dell’Europa Orientale dopo circa 35 anni (1956-1991) di corruzione e disgregazione sotto la direzione dei revisionisti moderni, ha comportato milioni di morti e di emigrati. Anche questo ha confermato che “il socialismo in un paese solo” con la solidarietà e la collaborazione tra i paesi socialisti costituiscono il vero internazionalismo: la via per l’instaurazione del socialismo in tutto il mondo.

Attualmente le masse popolari dei paesi imperialisti sono in una condizione disastrosa che peggiora di giorno in giorno, ma non traggono ispirazione dai vecchi paesi socialisti che si comportano come se stessero in piedi solo se ottengono la collaborazione o almeno un qualche appoggio dei gruppi imperialisti e dei loro governi. Ulteriore conferma che il socialismo è la cura di cui l’umanità ha bisogno sono i risultati ben diversi della gestione della pandemia da coronavirus Covid-19 tra i paesi dove in misura più o meno ampia sopravvivono relazioni sociali e istituzioni create durante la prima ondata della rivoluzione proletaria e dall’altra parte i paesi imperialisti e i paesi aperti all’invadenza dei gruppi imperialisti

Forti di queste lezioni che traiamo dal bilancio dell’esperienza della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria e dall’esperienza dell’epoca di nera reazione succeduta al suo esaurimento, noi comunisti abbiamo elaborato la linea d’attacco che stiamo attuando. Essa è illustrata nel Manifesto Programma e del saggio I quattro temi principali da discutere nel Movimento Comunista Internazionale.

Ogni persona di buona volontà è in grado di contribuire alla rinascita del movimento comunista e alla rivoluzione socialista in corso.

Lavorare al consolidamento e rafforzamento del (nuovo) Partito comunista italiano.

Creare le condizioni della costituzione del Governo di Blocco Popolare!

Avanti verso l’instaurazione del socialismo!

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Comitato Centrale del (n)PCI http://www.nuovopci.it

 

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