Cari Cacciatori di Verità,
Dalla Bielorussia a Gaza è emergenza informazione. Emergenza nel senso più vero: non si trovano più giornalisti, solo opinionisti di regime, il cui scopo è indirizzare le coscienze secondo le direttive del mainstream. Come diceva Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia: “Il giornalista incapace per vigliaccheria, o per calcolo, si porta sulla coscienza tutti i dolori umani che avrebbe potuto evitare e le sofferenze e le sopraffazioni che non è stato capace di combattere”.
Viene in mente un aforisma di Hans Magnum Enzensberger: “Ai tempi del fascismo non sapevamo di vivere ai tempi del fascismo”. Gaza, come Minsk, Mosca e Damasco, è il nostro tempo, e noi non siamo capaci di dircelo. Non c’è nessun tribunale, in Occidente, che ridarà la propria terra ai palestinesi perché noi, vincitori – ancora per poco – siamo troppo occupati a ricordarci di quel muro di Berlino che vogliamo ricostruire più forte di prima contro il nemico di sempre. Con la complicità dell’Italia, che si è astenuta alle Nazioni Unite sul genocidio palestinese, e di buona parte del giornalismo italiano.
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