Quello che diceva Togliatti sulle armi batteriologiche Usa (e la Cina)

Cina, Stati Uniti, guerra batteriologica. Può sembrare un argomento attuale legato alle nuove accuse lanciate dagli Stati Uniti contro la Cina di aver creato il nuovo coronavirus, causa del covid, in un laboratorio di Wuhan e aver provocato l’attuale pandemia mondiale. L’amministrazione Biden ha nei fatti riabilitato e rilanciato la vecchia narrativa di Trump sul “virus cinese”, intrisa di razzismo e sinofobia.

Gli stessi sentimenti che emergevano nettamente in un dibattito parlamentare del giugno 1952, dove il segretario comunista Palmiro Togliatti dava conto delle accuse di guerra batteriologica lanciate dalla Cina nei confronti degli Stati Uniti. I deputati democristiani ovviamente mettevano in dubbio quanto denunciato da Togliatti, che così li apostrofava: “Lo so: per voi questo non vale, perché si tratta di cinesi. Voi avete ancora nel sangue il razzismo dei fascisti! Lo so: a questi scienziati, a questi uomini di studio cinesi voi non potete credere anche per un altro motivo: essi sono uomini che stanno costruendo”.

Sembra proprio di rivivere la stessa atmosfera dei giorni nostri, dove medici, giornalisti e certa cattiva politica, fanno a gara nell’attaccare la Cina, con motivazioni che di scientifico hanno ben poco. Si tratta di attacchi dettati dalla geopolitica, dalla necessità e volontà statunitense di provare a fermare il loro declino mettendo i bastoni tra le ruote di Pechino. Quale migliore occasione della pandemia quindi?

Togliatti aveva denunciato i crimini commessi durante la guerra di Corea, guerra batteriologica compresa. “Come viene condotta, dunque, la guerra coreana? Come è stata condotta da questo generale che voi avete ricevuto ieri e che ancora si trova sul territorio italiano? Essa è stata e viene condotta come guerra per la distruzione di tutto un popolo; non per sconfiggere l’esercito o per annientarlo, ma per distruggere tutta la popolazione civile. La
guerra batteriologica, a cui vengo subito, non è che uno degli aspetti di questa guerra di distruzione totale di un popolo ribelle alla volontà dell’imperialismo americano”.

I fatti sono noti – continuava la denuncia del leader comunista – Essi sono stati denunziati ampiamente nella nota di cui credo che tutti, o al meno coloro che sì interessano di queste domande, hanno preso visione, presentata dal Ministro degli Esteri della Repubblica popolare cinese. Zhou En Lai, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. In questa nota sono
elencati dati precisi: data, ore, lanci, incursioni di aerei, oggetti trovati sul luogo delle incursioni, raccolte di insetti e microbi, scoppi di epidemie, ecc. Da tutti questi dati risulta inconfutabile la prova della guerra batteriologica”.

Prove fornite dalla comunità scientifica cinese, a cui in occidente hanno deciso di non dar credito. Vi ricorda qualcosa?

Affermava ancora Togliatti: “Ma vi è dì più. I documenti che ci sono stati presentati sono documenti collettivi. Trovo qui le firme di scienziati: il direttore dell’istituto cinese di medicina, specialista di malattie tropicali; il segretario generale della società cinese di medicina, specialista di malattie interne; il direttore dell’istituto di medicina di Shangai; grandi batteriologi, grandi entomologi, patologi, parassitologi; trovo l’intellettualità della Cina tutta intiera qui rappresentata”.

Ieri come oggi le motivazioni della crociata occidentale contro la Cina sono le medesime: “So benissimo che per voi si tratta di demoni, di incarnazioni del maledetto, come ci disse una volta il Presidente del Consiglio. Si di uomini i quali non vogliono più vivere sotto il regime capitalistico e coloniale e stanno costruendo una società nuova, socialista oggi, comunista domani. Questo e il loro peccato! Per questo non credete a quello che dicono, persino il dibattito, l’esame delle prove. Ma i fatti rimangono”.

Ieri come oggi gli Stati Uniti si muovono fuori dalle regole internazionali, e senza alcun rispetto dei trattati internazionali, riguardo le armi batteriologiche. Denunciava Togliatti a tal proposito: “Prima di tutto vi è l’impegno di Ginevra, cioè la convenzione solenne che condanna la guerra batteriologica, impone a tutti i governi di astenersi dall’adozione di questo metodo di guerra e li invita a far adottare la convenzione da tutti i governi con cui siano in rapporti.
Questa convenzione è del 17 giugno 1925 ed è stata approvata da quaranta stati, fra cui l’Italia: non vi hanno però aderito il Giappone (che nel corso delle
operazioni militari contro il popolo cinese, ricorse in Manciuria all’arme della guerra batteriologica) e gli Stati Uniti. Qui la proposta di accettazione della convenzione fu sottoposta al Congresso nel marzo del 1947, ma non se ne fece nulla perché lo stesso presidente Truman sottrasse l’argomento alla discussione e al voto, temendo un voto favorevole. La cosa colpisce cosi profondamente l’opinione pubblica che recentemente la Federazione statunitense degli scienziati ha rivolto al Governo un invito a prendere pubblicamente posizione contro la guerra batteriologica”.

Il comunista passa poi all’esame della stampa statunitense dove gli stessi dirigenti di Washington affermano che non escludono il ricorso alla guerra batteriologica: “Nel New York Times del gennaio 1946 vengono pubblicate dichiarazioni del consigliere del Dipartimento di Stato Marck nelle quali si dice chiaramente che la guerra delle epidemie è attuabile.
Ancora il New York Times del 1 dicembre 1947 scrive: un
manto di segretezza ancora più impenetrabile di quello che avvolge le ricerche atomiche è stato gettato dai comandi militari sugli esperimenti batteriologici che hanno luogo…”.

Ma non finisce qui: “Dicembre 1947. La rivista americana Time: Da ventidue mesi uno stuolo di batteriologi lavora in segreto col compito di cercare il modo migliore per produrre una pioggia di germi mortali. 
Agosto 1948, articolo del signor Steeman sul bollettino ‘Atomic Science’: I
batteri portatori di morte possono essere lanciati dall’aereo o con proiettili telecomandati. La
scienza si orienta verso il colera, la dissenteria, la peste bubbonica.
27 maggio 1949, articolo su Evening Post: I batteri sono un grande affare”.

Concludeva così il passaggio di Togliatti sulla ‘guerra dei microbi’ statunitense. Parole di straordinaria attualità: “Che volete di più? Non credo che di più si possa pretendere. Di più ne sapremo, ripeto, al prossimo processo di Norimberga. Ma qui si pone una questione grave per i suoi riflessi diretti
sulla nostra politica”.

Fabrizio Verde

Quello che diceva Togliatti sulle armi batteriologiche Usa (e la Cina) – WORLD AFFAIRS – L’Antidiplomatico (lantidiplomatico.it)

 

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