“Tempo di immaginare l’inimmaginabile”

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Tempo di immaginare l’inimmaginabile

Tempo di immaginare l’inimmaginabile
Nel mondo schiacciato dalla violenza delle corporazioni globali, dalle guerre, dalla crescita del nazionalismo, dal genocidio ordinario nel cimitero mediterraneo e dal susseguirsi delle catastrofi ecologiche (le zapatiste e gli zapatisti la chiamano la Quarta guerra mondiale) c’è sempre meno spazio per un lume di speranza. Per questo rivolte come quella cilena, suggerisce Bifo, possono alimentare la capacità di vedere l’inimmaginabile come possibile

Se la scienza diventa un dogma

Se la scienza diventa un dogma
Covid e vaccini. La scienza, dicono alcuni medici, non è un’entità superiore

La scienza maltrattata

La scienza maltrattata
Dalla grande discussione sulla non neutralità alle comparsate in tv

Il monopolio sui vaccini

Il monopolio sui vaccini
L’Europa resta arroccata in un malato colonialismo sanitario

Stella di David, terra del mito

Stella di David, terra del mito
Perché oggi David è il gigante Golia e il pastore sono i palestinesi

Quando la vita urbana si fa politica

Quando la vita urbana si fa politica
Stiamo naturalizzando il modello culturale e sociale prevalente nelle città

Il futuro per l’acqua è ora

Il futuro per l'acqua è ora
A dieci anni dal referendum, occorre mobilitarsi ancora

Privatizzazioni seriali

Privatizzazioni seriali
Chi è il nuovo amministratore della Cassa Depositi e Prestiti

Le cabine di regia

Le cabine di regia
La gestione del Recovery Plan non considera la partecipazione e l’ecologia

Il successo scolastico

Il successo scolastico
I due anni che abbiamo alle spalle hanno cambiato cosa valutare?

Come un asparago

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Impressioni e riflessioni di fine d’anno d’una giovane insegnante del cosiddetto “organico Covid” nella scuola media di un quartiere romano, l’Esquilino

Quattrocento metri

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Per quei quattro quindicenni indisponenti e difficili da contenere, un gruppo di insegnanti e di operatori, esperti di educazione all’aperto, della periferia romana ha scelto una strada meno facile della sospensione e della probabile conseguente bocciatura. È cominciato così un percorso breve ma appassionato e delicato che ha coinvolto il territorio. Prima di quell’ultima corsa senza fiato e con il cuore in gola…

Mettere i piedi per terra

Mettere i piedi per terra
È abbastanza evidente che la parvenza di democrazia in cui viviamo può essere sacrificata, qualora sia necessario farlo, per mantenere il dominio di un’élite ristretta che deve provare a garantire il funzionamento del capitalismo?

Senza freni

Senza freni
C’è una frenesia della ripartenza che non tollera freni. È la frenesia degli opinion leader che hanno già assolto gli imprenditori della funivia del Mottarone. È la frenesia delle Confindustrie lombarde che un anno fa ha impedito la chiusura dei comuni di Alzano e Nembro, ma anche la frenesia delle discoteche della Costa Smeralda e della Versilia. È anche la frenesia di chi in questi giorni pretende di far cessare il blocco dei licenziamenti e di “semplificare” le regole per gli appalti delle Grandi Opere

Le pandemie nella ratio epocale

Le pandemie nella ratio epocale
Una preziosa lettura di “Transitare le pandemie con Ivan Illich”

Stato e algoritmi ci proteggeranno da tutto

Stato e algoritmi ci proteggeranno
Schiacciati da un racconto mediatico unico globale senza precedenti nella storia, tracce di pensiero critico tentano di offrire punti di visti diversi sull’infinito stato d’eccezione imposto in molti paesi con l’alibi della fragilità della salute, ma anche sulle conseguenze dell’affidare la nostra salvezza a degli algoritmi. A rischiare un deperimento progressivo sono il senso di responsabilità, l’aspirazione alla libertà, l’elaborazione di un pensiero riflessivo. A questi temi è dedicato il saggio della filosofa francese Laignel-Lavastine

Scuole aperte d’estate: noi facciamo così

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Una proposta del Progetto Scuole Aperte Partecipate in Rete: promuovere in tanti territori, nella seconda metà di giugno, iniziative per mostrare in molti modi diversi le esperienze di scuole aperte e partecipate (disegno di Gianluca “Foglia” Fogliazza)

Troppo poveri per essere ascoltati

Troppo poveri per essere ascoltati
Più di vent’anni fa, la rivista Carta pubblicò un rapporto dell’European roma rights center che fece molto discutere, il cui titolo era Il paese dei campi. In nessun angolo del mondo esistono i campi nomadi come in Italia. A Roma ce ne sono più di cento oltre a diverse decine di campi informali: ci “vivono” circa 20.000 persone, troppo povere per provare altre soluzioni abitative e per essere ascoltati. Per loro la pandemia è stata devastante

Una questione di spazi

Una questione di spazi
Fumetti e mappe bizzarre di Roma: sguardi laterali sul territorio

Pandemia, teatro e territorio

Pandemia, teatro e territorio
Il teatro come cura per rompere l’isolamento del tempo pandemico

Saman e le sue sorelle

Saman e le sue sorelle
Il caso di Saman Abbas, la scuola e l”etichetta dello scontro di civiltà
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