Dapprima il responsabile della strategia sui vaccini dell’EMA, Marco Cavaleri, dichiara a La Stampa “Meglio vietare AstraZeneca a tutti. Giusto dare Johnson & Johnson solo agli anziani” ma dopo una surreale “precisazione” dell’EMA (riportata in un articolo dell’ANSA) che dichiara che l’articolo “ha citato erroneamente uno dei nostri esperti”(…) e una intervista di Marco Cavaleri a Il Giornale tutto sembra chiarito.
Se non fosse per archive.org, un benemerito sito che tiene traccia di tutte le modifiche che vengono apportate agli articoli in Rete. Chi avesse la pazienza di incollare nel suo motore di ricerca le url dei suddetti articoli potrà scoprire che l’articolo de La Stampa ha conosciuto in due giorni quattro sostanziali modifiche; quello de Il Giornale quattro sostanziali modifiche in tre giorni; quello dell’Ansa dopo aver conosciuto in due giorni sei sostanziali modifiche, ora risulta addirittura sostituito da un articolo che dichiara: “L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) approva la vaccinazione mista per gli under 60 che abbiano ricevuto una prima dose di AstraZeneca”. Cosa, al momento, attestata in un comunicato dal sito Aifa (del quale, visti i tempi, conserviamo uno screenshoot).
Ma, allora, se Aifa “approva la vaccinazione mista per gli under 60 che abbiano ricevuto una prima dose di AstraZeneca” perché mai il Presidente del Consiglio Mario Draghi dichiara oggi in conferenza stampa “Chi non vuole fare la vaccinazione eterologa è libero di fare il richiamo con AstraZeneca, purché abbia un parere del medico e un consenso informato”? Sì, ma quale medico? Il medico vaccinatore, pur usufruendo di un discutibile scudo penale, non sapendo nulla se non quello che gli racconterà frettolosamente il vaccinando, verosimilmente, si guarderà bene dal prendersi una qualche responsabilità; quello “di famiglia” non lo si vede dal marzo 2020. Resta, quindi il “consenso informato” che dovrà firmare il vaccinando: se muore per il vaccino è colpa sua.
Intanto l’Ema e il suo responsabile della strategia sui vaccini dell’EMA, Marco Cavaleri, appena ieri, si è guardato bene dal consigliare o approvare alcunché: “Come tiene a ricordare Ema, il vaccino di AstraZeneca è stato approvato nell’Ue sulla base della somministrazione di due dosi, e perciò in principio, in base alle informazioni sul prodotto, è da somministrare una seconda dose in un intervallo tra quattro e dodici settimane. Se un Paese per un numero di ragioni vuole fare un mix con un vaccino mRNA sta a lui decidere, precisa il responsabile della strategia sui vaccini dell’organismo europeo Marco Cavaleri, per il quale <<sulla base delle prove che abbiamo questo non è problematico, ma il livello di prove è basso e perciò occorre restare vigili>>”.
Da un articolo de Il Sole 24 Ore, intitolato enigmaticamente “Ema: in principio non problematico ma vigilare” (del quale conserviamo gelosamente lo screenshoot). Buona fortuna a tutti i vaccinandi.
FRANCESCO SANTOIANNI