Il Collettivo autonomo lavoratori portuali, in post su Facebook, ha denunciato l’ennesimo passaggio di navi cariche di armi destinate all’Arabia Saudita per la guerra allo Yemen. I lavoratori denunciano il mancato controllo della nave delle Istituzioni e delle forze dell’Ordine sempre però pronte ad attivarsi quando ci sono proteste contro queste spedizioni di morte.
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GOD BLESS YOU
Si denuncia l’ennesimo passaggio nel porto di Genova di una “nave della morte”, la Bahri Hofuf della flotta di stato dell’Arabia Saudita, carica di armi e esplosivi verso i teatri di guerra civile nel Medio-Oriente. È documentata la presenza di 12 container con esplosivi e di elicotteri da combattimento Boeing Apache.
Le foto sono di The Weapon Watch, l’Osservatorio sui traffici di armi nei porti europei e mediterranei che le ha ricevute dai portuali costretti a operare sulla nave e a dovere controllare in prima persona, a rischio del proprio posto, la legalità e la sicurezza delle merci movimentate. Infatti, nessuna istituzione (Prefettura, Autorità portuale, Procura della repubblica, Polizia di frontiera ecc.) si è presentata come al solito a verificare la legittimità del carico nonostante la legge 185/90 reciti all’art.1 c.5: L’esportazione, il transito… di materiali di armamento sono vietati quando sono in contrasto con la Costituzione, con gli impegni internazionali dell’Italia, con gli accordi concernenti la non proliferazione, nonché quando mancano adeguate garanzie sulla definitiva destinazione dei materiali di armamento. E al c.6: Sono altresì vietati: a) verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’art.51 della Carta dell’ONU; b) verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell’art.11 della Costituzione; c) verso i Paesi nei cui confronti sia stato dichiarato l’embargo totale o parziale delle forniture belliche; d) verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani.
Hanno invece mandato come al solito mezzi e uomini della Digos, dei Carabinieri e una pilotina della Finanza a impedire manifestazioni di protesta e la documentazione dei carichi.
I micidiali elicotteri Apache sono destinati all’esercito saudita che li impiega nella guerra mai dichiarata in Yemen, che con la crisi umanitaria che ne è derivata ha causato oltre 18.000 vittime civili tra 2015 e 2020, e ha costretto più di 4 milioni di persone, tra cui più di 2 mil di bambini, a lasciare le case, mentre si stima che l’80% della popolazione – 24 mil di persone – abbia bisogno di assistenza umanitaria. (fonte: Save the children).
Il governo italiano, grazie al Parlamento sospinto dalle ONG e dai movimenti per i diritti umani, ha in corso l’embargo sulle bombe aeree ma lascia passare impunemente le navi Bahri. Mentre i portuali genovesi la settimana scorsa sono stati ricevuti da Papa Francesco che li ha “benedetti” per l’onestà morale e il coraggio civile con cui lottano contro i traffici di armi e per la dignità del loro lavoro, sui fianchi degli elicotteri USA venduti all’Arabia saudita, uno dei più spietati e criminali stati assoluti e teocratici della storia, Boeing ha scritto candidamente su incarico del cliente: GOD BLESS YOU, Dio vi benedica.
La Procura della Repubblica, la Prefettura, l’Autorità portuale, i partiti politici in Comune e in Regione e le altre istituzioni genovesi non hanno nulla da rilevare?
I portuali non vogliono più sporcarsi le mani per i lordi affari dei fabbricanti di armi e dei loro agenti.