La pandemia in Colombia, insieme alle poche misure per affrontarla, ha fatto aumentare la povertà,
raggiungendo il 42,5% di poveri sul totale della popolazione (dati DANE).
Ad acuire la crisi economica che colpisce milioni di persone, si aggiunge un forte deficit fiscale accompagnato dalla
corruzione nella gestione dell’emergenza, che nelle ultime settimane ha raggiunto la terza ondata (più
forte delle precedenti). In questo contesto, il governo Duque ha proposto una riforma fiscale che mira
a tassare i beni primari con imposte dirette e indirette, raccogliendo la maggior parte delle risorse tra la classe media e bassa già pesantemente impoverite. Ha anche proposto una riforma sanitaria che non garantisce la tutela della salute come diritto costituzionale impedendone l’accesso universale.
Contro la riforma fiscale, diversi settori della società civile sono scesi in piazza nello sciopero generale del 28 aprile con massicce manifestazioni pacifiche in tutto il Paese e che sono proseguite nei giorni successivi. Inizialmente, il governo ha ignorato le richieste della società civile, delegittimando le mobilitazioni e rifiutandosi di dialogare con i vari settori sociali che ancora cercano di partecipare nella definizione dei propositi di riforma. Successivamente, e di fronte all’insistenza delle richieste, il presidente ha dovuto ritirare la riforma fiscale e il ministro delle finanze si è dimesso.
Tuttavia, per “pacificare” la situazione, il governo, con il sostegno dei militari, ha deciso di militarizzare le città e di reprimere le voci contrarie alle misure del governo, con l’uso indiscriminato della forza contro i e le manifestanti.
A una settimana dall’inizio dello sciopero nazionale, secondo diverse organizzazioni per la difesa dei
diritti umani, il bilancio è di oltre 30 morti, circa mille feriti e più di 100 scomparsi, 10 vittime di
violazioni sessuali, 1700 casi di abusi e violazioni dei diritti umani da parte delle forze dell’ordine. I
cittadini continuano a denunciare atti di estrema violenza da parte delle forze pubbliche e
dell’esercito, mentre i media non riportano informazioni veritiere, dedicandosi a criminalizzare e
stigmatizzare coloro che protestano, definendoli gruppi di vandali che minacciano la quiete pubblica.
Nonostante la manipolazione dell’informazioni, le violazioni commesse sono state rese note nel
mondo intero, grazie alle reti sociali dove circolano migliaia di video registrati dalla popolazione
civile.
Di fronte all’escalation della repressione arbitraria, è urgente che la comunità internazionale mantenga
alta l’attenzione sulla situazione in Colombia e si pronunci contro ogni forma di violenza.
A nome del Nodo Italia a sostegno della Commissione per la Verità della Colombia, chiediamo alle
organizzazioni non governative, alle organizzazioni sociali, alla società civile e alle istituzioni italiane
in generale, nonché ai partiti politici, di sostenere il popolo colombiano e il suo diritto a manifestare
e alla libertà di espressione.
Chiediamo di solidarizzare con le mobilitazioni pacifiche firmando questo appello per così
contribuire a rendere visibile ciò che sta accadendo ed esigere che vengano rispettati i diritti umani
in Colombia.
Per inviare la vostra adesione scrivete a:
italia.cev@gmail.com
****
Da 5 anni l’Arcobaleno collabora con cittadini colombiani nel cineforum in lingua spagnola che propone film della cinematografia centroamericana.
Siamo perciò particolarmente sensibili alla situazione che si sta creando in Colombia, dove il Governo non sembra all’altezza della pandemia che devasta il paese e che per risolverla sta varando una riforma tributaria che grava sulla classe medio bassa con imposte su generi di consumo primario che aumentano l’indigenza di un paese già per il 42% sotto la soglia di povertà.
Siamo stati invitati a confortare con le nostre firme una Associazione colombiana nata con l’intento di sostenere e diffondere la verità sulla situazione colombiana, sia rispetto ai crimini del passato che a quelli del presente, la Comisiòn de la Verdad.
Come direzione del Circolo abbiamo preparato il seguente messaggio:
L’associazione culturale Arcobaleno di Roma esprime disapprovazione per la gestione da parte del Governo colombiano delle proteste che scuotono la società civile di quel Paese di fronte alla mala gestione dell’emergenza sanitaria e alla proposta di una riforma tributaria che grava sulla classe media e bassa già ampiamente provate.
L’affetto maturato in anni di collaborazione nelle attività del Circolo tra noi e cittadini colombiani ci riempie di preoccupazione per gli sviluppi della repressione in atto e le conseguenze sociali su una popolazione già provata da povertà.
Vorremmo inviare questo messaggio seguito dalle firme dei soci che ci autorizzeranno a farlo. Per aderire basta rispondere col vostro nome alla presente comunicazione. Sarà nostra cura apporlo di seguito al messaggio.
Associazione culturale arcobaleno a.p.s.
via pullino,1
arcigarbatella@arciarcobaleno.it