[Comune Info] I vizi neocoloniali dell’Occidente

Dal 2001 ad oggi, in Afghanistan la speranza di vita è diminuita di due anni, sono state uccise 200mila persone e sei milioni di donne, uomini e bambini sono stati costretti a fuggire dal Paese.

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I vizi neocoloniali dell’Occidente

I vizi neocoloniali dell'Occidente
Dal 2001 ad oggi, in Afghanistan la speranza di vita è diminuita di due anni, sono state uccise 200mila persone e sei milioni di donne, uomini e bambini sono stati costretti a fuggire dal Paese. La percentuale di coloro che vanno a scuola è scesa del 22 per cento e, almeno nei primi dieci anni, è cresciuto il numero delle persone sotto la soglia della povertà e quello della mortalità infantile. Eppure, al di là di quanto possano raccontare in modo chiarissimo i numeri e delle orrende verità accertate sulle ragioni non certo nobili che hanno spinto all’invasione degli eserciti, in Europa e negli Stati Uniti sono tutti convinti che quell’occupazione militare durata vent’anni abbia portato, con qualche inevitabile disguido, grandi benefici alla popolazione afghana. La pretesa superiorità della civiltà occidentale resta indiscutibile, è il bene assoluto.

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Il comunicato ufficiale che annuncia finalmente la partenza della compañía zapatista aerotransportada per l’Europa è arrivato ieri, 30 agosto, giornata che dal 2011 le Nazioni Unite hanno voluto dedicare alle e ai desaparecid@s. La data, così come la destinazione, non è casuale, naturalmente. L’atterraggio dei due gruppi che compongono la nutrita delegazione (che fa seguito allo sbarco dell’Escuadron 421 nella terra ribattezzata insumisa) è previsto per il 14 settembre a Vienna. Una città diversa da quelle programmate in precedenza per un incontro ostacolato per ben due mesi dalle politiche di frontiera, quelle che, dietro la fredda burocrazia, nascondono – com’è a tutti noto – orrori di ben altra natura. Non a caso, l’unità zapatista di “Ascolto e Parola” si chiama La Extemporánea, l’aggettivo che il Ministero degli Esteri messicano ha usato per negare l’origine delle persone cho’ol, tzotzil, tzeltal, tojolabal che hanno osato chiedere un visto per un viaggio in Europa. “Siamo estemporanei”?

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