In ricordo di Mikis Theodorakis, artista partigiano greco

Mikis Theodorakis, il più famoso compositore greco della storia, è morto all’ospedale di Atene a 96 anni dopo una vita lunga, carica di gloria, dolore, strettamente intrecciata agli eventi che hanno segnato il secolo scorso.

Theodorakis era nato il 29 luglio 1925 nell’isola greca di Chio e fin da ragazzo ha intrecciato il suo talento con il coraggio politico, in una scelta che ha segnato il corso della sua esistenza da militante comunista.

Già a 18 anni, quando studiava al conservatorio di Atene, era entrato nella Resistenza all’occupazione nazi-fascista e per questo ha subito arresti e torture. Ai tempi della Guerra Civile è stato rinchiuso in un campo di prigionia. Una volta libero, nel 1950, dopo il diploma al Conservatorio, comincia la sua carriera: viaggia, soggiorna a Parigi e Mosca, dirige un’orchestra sinfonica ma, soprattutto, comincia quel lavoro sulla musica popolare che lo renderà famoso.

Negli anni ’60 Mikis Theodorakis è il protagonista indiscusso del rinnovamento culturale greco, senza mai dimenticare l’impegno politico.

“Ho vissuto i miei anni più potenti e belli nelle file del KKE”, dirà durante un evento organizzato dal Partito Comunista di Grecia in onore dei suoi 90 anni.

Il Comitato Centrale del Partito Comunista di Grecia (KKE) ha salutato Mikis Theodorakis con queste parole affidate a un comunicato:

«Con profonda emozione salutiamo Mikis Theodorakis, combattente e creatore, mentore e pioniere di una nuova arte militante nella musica. Impulsivo, ispirato e acceso dalla passione di servire il popolo Theodorakis è riuscito ad inserire nella sua maestosa opera l’intera epopea della lotta popolare del nostro paese del XX secolo, del resto lui stesso era parte di questa epopea.

Dall’età di 17 anni si è organizzato nell’EAM e poco dopo nel KKE (Partito Comunista di Grecia), partecipando alla Resistenza Nazionale. Nel dicembre 1944 partecipò alla battaglia di Atene, che fu soffocata nel sangue e dopo la sconfitta dell’Esercito Democratico, al fianco dei suoi compagni, affrontò le feroci persecuzioni dello Stato borghese, venendo esiliato a Ikaria, dove fu brutalmente torturato. Combatté poi tra le fila dell’EDA e della Gioventù Lambrakis per il rinascimento culturale, mentre affrontò nuove sfide, prigioni ed esili per la sua azione clandestina contro la dittatura dei Colonnelli nel 1967. I concerti che tenne all’estero, fino alla caduta del la dittatura e poi in tutta la Grecia, furono sensazionali. Nel 1978 è stato candidato sindaco del KKE ad Atene, mentre nel 1981 e 1985 è stato eletto deputato del Partito. “Ho vissuto i miei anni più potenti e belli nelle file del KKE”, dirà durante un evento organizzato dal Partito in onore dei suoi 90 anni e del suo contributo artistico e sociale.

Teodorakis, infatti, non dimenticò mai gli ideali di libertà e giustizia sociale, che rimasero irrealizzati. La sua opera è un continuo confronto con l’ingiustizia e il disfattismo, un richiamo alla lotta, a nuove lotte, di resistenza, di esaltazione e di speranza. “Non piangere per Romiosini (Grecia)… quando sta per cedere… ritornerà ancora” è la sua risposta all’amarezza e alla frustrazione di un popolo i cui sogni non hanno ancora avuto vendetta.

Questa determinazione nella vita e nella lotta non è superficiale e sempre facile. A volte emerge attraverso una riflessione tortuosa. Indubbiamente, Mikis, così come ha saputo opporsi ad ogni piccola e grande ingiustizia, ha saputo altrettanto bene instaurare la convinzione che l’amore, la felicità, la pace e la libertà sono realizzabili. Ma anche, poiché maneggiava potentemente “un’arma a doppio taglio” e la “spada splendente” della sua musica, sapeva facilmente addolcire la sua musica, toccando con tenera sensibilità ogni cosa buona e bella della vita e del mondo.

La musica di Mikis è fermentata con tutti quei materiali che creano la grande arte, quella che cattura il polso del suo tempo e anticipa ciò che sta arrivando. Il sentimento, la mente, la memoria e l’esperienza delle persone che combattono sono la fonte della sua ispirazione. “Quello che abbiamo fatto lo abbiamo preso dal popolo e glielo restituiamo”, diceva e non era modestia questa. Theodorakis era profondamente consapevole che i suoi tempi giocavano un ruolo importante per la sua personale realizzazione artistica. Era pienamente consapevole che il modo speciale e il dinamismo della sua arte riflettevano le azioni del popolo e che la sua stessa partecipazione all’attività popolare, sebbene in qualche modo lo distraesse dalla creazione, era il suo ossigeno. “L’artista che vive e crea nella lotta, assicura un posto speciale alla sua opera”, diceva. Il suo lavoro è una brillante prova che la grande arte è sempre politica, indipendentemente dalle intenzioni del suo creatore.

Theodorakis aveva fiducia nel popolo. Credeva che il popolo avesse il potere di raggiungere il più alto e il più bello creato nella storia dell’umanità. Per questo, con sacra devozione, coltivò un’arte che eleva il popolo. Mikis non solo ha musicato in modo eccellente la parola poetica senza tradirla, ma l’ha ricreata e consegnata in una forma che entra direttamente nel cuore delle persone. “Portava la poesia sulla tavola del popolo, accanto al bicchiere e al pane”, come scrisse di lui Ritsos. Non è solo l’irripetibile conversazione della sua musica con la poesia di Ritsos in “Epitafios” che, attraverso le sensazionali esecuzioni di Bithikotsis kai Chiotis, è diventata un lutto popolare senza tempo e un inno alla morte che fertilizza il futuro. Attraverso la poesia, Theodorakis riuscì a parlare all’anima della gente, anche attraverso forme esigenti e insolite per le comuni forme di musica dell’orecchio, come quelle in “Axion Esti” di Elytis, “Epifania Averof” di Seferis, “Pnevmatiko Emvaitio” di Angelos Sikelianos e altri.

Nel fiume della sua opera convivono quasi tutti i generi musicali: canto popolare e tradizionale, ma anche tragedia antica, bizantina, musica classica, musica sinfonica, oratoriale. Intellettuale versatile e poliedrico, è stato anche autore di una ricca opera letteraria. Nel caso di Mikis Theodorakis, il genio artistico ha incontrato una personalità irrequieta, vigile e creativa, che ha sempre sentito il bisogno di superarsi. La sua musica ha varcato i confini del Paese, purché il suo linguaggio ha l’universalità delle comuni sofferenze, delle speranze e delle visioni condivise da tutti i popoli, da tutti gli umili della terra. Il riconoscimento mondiale del suo contributo artistico e sociale è stato suggellato dal Premio Lenin per la pace. E domani, con la sua musica, con tutti i popoli in Grecia, Turchia, Cipro, Balcani, Medio Oriente, ovunque sulla terra, canteremo la canzone della pace.

A Mikis piaceva camminare e respirare «nelle grandi strade sotto i manifesti». E la sua musica continuerà ad essere ascoltata, a ispirare, a motivare, a educare. Con la musica di Mikis continueremo a camminare finché… «suonano le campane della liberazione sociale». Ma anche quando la «guerra sarà finita» non lo dimenticheremo… Lui sarà con noi anche quando i «sogni si faranno rossi».

Mikis, immortale!».

LA REDAZIONE DE L’ANTIDIPLOMATICO

«L’artista che vive e crea nella lotta, assicura un posto speciale alla sua opera», in ricordo di Mikis Theodorakis – WORLD AFFAIRS – L’Antidiplomatico (lantidiplomatico.it)

 

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