La vera motivazione di chi sostiene il “green pass”

Il lasciapassare verde introdotto dal governo lo scorso 6 agosto viene giustificato dai suoi sostenitori essenzialmente con due argomentazioni. La prima di ordine etico sanitaria: bloccare la circolazione del virus e salvaguardare la salute del prossimo, la seconda di ordine etico economico: preservare il sistema sanitario da costi crescenti dovuti ai ricoveri ospedalieri e impedire che pazienti afflitti da altre patologie vengano trascurati. Motivazioni altruistiche, certamente nobili, a salvaguardia della salute pubblica e del nostro bistrattato sistema sanitario dunque. In realtà si tratta di due autoinganni con cui chi appoggia il lasciapassare nasconde a sé stesso la vera motivazione di fondo, che, come si vedrà non è né nobile né altruistica.

Prendiamo la prima motivazione. Bloccare la circolazione del virus per salvaguardare la salute del prossimo è un dovere, come ha sentenziato il Presidente Mattarella, e perfino un atto di amore, ha aggiunto il Papa. E se i non vaccinati fossero liberi di andare dove pare e piace a loro, finirebbero per portare il virus in ognidove. Un atteggiamento egoistico, scriteriato e perfino un po’ criminale.

Ora, a parte il fatto che l’equazione non vaccinato=infetto, puzza di marchiatura discriminante, il ragionamento potrebbe avere seno se il vaccino impedisse al 100% la trasmissione del virus. Ma non è così. Gli studi che dimostrano l’inefficacia del vaccino a impedire la trasmissione del virus iniziano ad essere numerosi.

Eccone alcuni:

1) Lo studio del CDC (Centers for Disease Control and Prevention) sulle infezioni avvenute nello stato del Massachusetts (articolo di riferimento qui) che ragiona sul focolaio scoppiato lo scorso luglio nello stato nordamericano, dove tre quarti della popolazione era già completamente vaccinata. Lo studio conferma che la carica virale trovata nei vaccinati infettati è uguale a quella dei non vaccinati infettati.

2) L’articolo della rivista Nature che riporta testuale “Data from COVID-19 tests in the United States, the United Kingdom and Singapore are showing that vaccinated people who become infected with Delta SARS-CoV-2 can carry as much virus in their nose as do unvaccinated people.” L’articolo pubblicato sul sito della ZDF tedesca, canale mainstream assolutamente pro vaccino, merita invece una menzione a parte. Qui perfino i più accaniti sostenitori delle campagne di vaccinazione a tappeto sono costretti ad ammettere a denti stretti, a proposito del caso Israele, che “Desta particolare preoccupazione e spaventa, lo stato di salute di 400 ricoverati in ospedale con sintomi da malattia grave (11 agosto 2021). Di essi solo 140 non erano vaccinati, venti lo erano con una sola dose mentre 240 erano vaccinati con doppia dose. A primavera le cose erano diverse, allora i ricoverati nei reparti di terapia intensiva erano solo non vaccinati” La variante Delta è una livella; non fa distinzioni. Con essa non esiste differenza di trasmissibilità del virus tra vaccinati e non, sono tutti uguali, tutti potenziali untori. E con questo la motivazione di ordine etico sanitaria è sconfessata.

A questo punto il sostenitore del lasciapassare oppone il suo argomento preferito: E già, dice, ma i non vaccinati infettatosi vanno ad intasare i reparti di terapia intensiva e questo provoca un collasso del sistema sanitario e rende impossibile occuparsi degli altri pazienti. La seconda motivazione, dunque, quella di ordine etico – economico: impedendo ai non vaccinati di circolare, il green pass difende il nostro sistema sanitario e gli consente di prendersi cura dei pazienti afflitti da altre patologie.

Da questa motivazione si ricava il principio generale che un comportamento di per sé lecito (non vaccinarsi) ma che abbia una probabilità seppur bassa di generare dei costi sanitari (ricovero in terapia intensiva e sovraffollamento dei reparti ospedalieri) debba essere reso quasi impossibile per legge. Ora, se l’obbiettivo è tutelare il sistema sanitario ed evitare sovraffollamenti, non c’è alcun motivo per limitare questo principio all’ambito del Corona virus. Al contrario, una limitazione all’ambito Covid sarebbe una discriminazione.

Quindi il principio va applicato a ogni situazione analoga. Prendiamo ad esempio il caso di una persona di cui almeno un genitore sia deceduto di tumore al colon. È risaputo che questo genere di malattia ha una forte componente ereditaria. Allo stesso modo si sa che il trattamento di una tale malattia è molto costoso con operazioni talvolta molto complesse, terapie, assistenza sanitaria post-operatoria ecc. che pesano sul sistema sanitario. Ora, dal momento che un regime alimentare rigoroso e uno stile di vita sobrio riducono la probabilità di contrarre questo tumore, si badi che come nel caso Covid si parla di probabilità, applicando il principio green pass i figli di chi ha contratto il tumore al colon, onde ridurre la possibilità di generare costi sanitari e intasare le corsie degli ospedali, devono essere obbligati per legge a seguire quel regime alimentare e quello stile di vita per il resto dei loro giorni, pena 400 € di multa per ogni trasgressione. Un atto di amore, direbbe ancora il Papa. Un dovere, aggiungerebbe il Presidente Mattarella.

Ma la cosa bella di un principio è che lo si può applicare, anzi lo si deve applicare se non si vuole fare figli e figliastri, a tutto e per tutto. Mettiamo il caso che uscisse uno studio secondo il quale i neopatentati tra i 20 e i 25 anni farebbero più incidenti stradali durante le ore notturne del resto della popolazione. Più incidenti significano più feriti o, nell’ipotesi peggiore, più morti. E più feriti significano più costi sanitari e sociali. Quindi il principio green pass andrebbe applicato senza indugi anche qui e per legge si dovrebbe impedire ai ragazzi al di sotto dei 25 anni di mettersi alla guida di un automezzo dal tramonto all’alba, pena 400 € di sanzione.

Un altro meraviglioso atto di doveroso amore. E si potrebbe andare avanti all’infinito con fumatori, consumatori di alcolici, persone con la pressione alta, persone troppo grasse, persone troppo magre, persone diabetiche, persone con il colesterolo alto, insomma qualsiasi categoria per la quale un comportamento lecito possa generare la probabilità di un costo sanitario e sociale. Probabilmente solo Enrico Letta sarebbe a suo agio in mondo del genere.

Liquidata anche la motivazione di ordine etico-economico, che giustificazione rimane al sostenitore del green pass? Beh, rimane la vera motivazione al netto delle ipocrisie e degli autoinganni altruistici. Rimane la volontà di imporre al prossimo ciò che si reputa giusto, anche con la coercizione se necessario. Rimane la profonda intolleranza verso chi rivendica il diritto di decidere per sé su temi che riguardano il proprio corpo o la propria salute. Rimane l’avversione verso la libertà e la smania di imporre dogmi, comportamenti e conformismi. Rimane quel profilo di personalità autoritaria, che è l’ingrediente base di ogni regime liberticida, definito dal filosofo Theodor W. Adorno come adesione rigida a un dogma, sottomissione incondizionata all’autorità e condanna di chi rifiuta i valori fissati dal dogma.

Per fortuna non tutti i vaccinati sono favorevoli al green pass. Molti lo hanno accolto con disagio, altri sono decisamente contrari. Hanno capito che c’è in ballo qualcosa di più che un lasciapassare. Il green pass è uno strumento di pressione e ricatto che introduce nella nostra società un principio liberticida, fondato sulla discriminazione di una minoranza, che è teoricamente applicabile a ogni categoria e spendibile per ogni evenienza. Oggi tocca ai non vaccinati, domani chissà.

 

EDOARDO LAUDISI

La vera motivazione di chi sostiene il “green pass” – Emergenza Covid – L’Antidiplomatico (lantidiplomatico.it)

 

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