Gramellini attacca Barbero… fa già ridere così

Nel mondo alla rovescia in cui ci è toccato vivere siamo costretti a leggere i deliri di un re dell’ovvietà, del nulla, del vuoto cosmico e del conformismo al massimo livello quale Massimo Gramellini, che sulle colonne del Corriere della Sera attacca il professor Barbero, il quale ha avuto il torto insieme a oltre 350 accademici colleghi di mettere alla berlina il cosiddetto ‘Green Pass’. Uno strumento inutile dal punto di vista sanitario, discriminatorio verso chi non vuole o non può vaccinarsi e che serve unicamente a introdurre un obbligo vaccinale surrettizio.

In un passaggio del suo attacco allo storico Barbero, scrive Gramellini: «Quello che però il professor Barbero si dimentica di aggiungere è che in quel girone il governo farebbe fatica a trovare un posto libero: gli ultimi, Dante li avrà già sicuramente assegnati ai docenti universitari che se ne stavano muti finché il green pass colpiva i ristoratori, ma che si sono improvvisamente svegliati dal sonno degli indignati appena la tempesta ha investito la loro piccola corporazione. Almeno dagli intellettuali ci si aspetterebbe che reagissero ogni qual volta ritengono leso il Bene Comune e non solo quando il sopruso, vero o presunto, lambisce il loro ‘particulare’».

Il nostro re dell’ovvietà e del conformismo qui si sbaglia di grosso. A Gramellini sarebbe bastato digitare due paroline su Google: Gkn e Barbero. Avrebbe trovato articoli a testimonianza della visita del professore al presidio dei lavoratori in lotta contro i licenziamenti arbitrari decisi dalla multinazionale.

Scrive l’assemblea permanente delle lavoratrici e dei lavoratori Gkn: «Ma per che cosa stiamo lottando esattamente? Per vivere e per sopravvivere. Certamente. Per mantenere il posto di lavoro. Ovviamente. Per difendere uno stabilimento produttivo, con commesse. Vero. Ma stiamo lottando anche per il posto di lavoro come patrimonio collettivo. Che ieri apparteneva a te, che oggi è mio e domani sarà tuo. Per la dignità, il sudore, le risa, le storie, i litigi che hanno permeato e costruito questa fabbrica. Lottiamo per chi c’era, per chi c’è, per chi ci sarà. In Gkn ci sono i robot nuovi ma anche macchine marchiate dal piano Marshall. Ci sono gli accordo sul cottimo pre-68, i volantini e i verbali della sconfitta della Fiat dell’80. Per questo Alessandro Barbero era proprio al suo posto. Tra chi la storia la difende e umilmente prova a farla. Non per presunzione ma perché non ci hanno lasciato scelta: perdere o provare a fare qualcosa di storico».

Il re dell’ovvio Gramellini invece dov’era?

Permetteteci un’ultima, ma necessaria, constatazione: Gramellini attacca Barbero… fa già ridere così.

 

Fabrizio Verde

Gramellini attacca Barbero… fa già ridere così – WORLD AFFAIRS – L’Antidiplomatico (lantidiplomatico.it)

 

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