(scrive il PCARC, ndr): A premessa di questo breve comunicato, con cui puntiamo a fissare solo alcuni aspetti politici per respingere i mille tentativi di intossicazione delle coscienze e diversione dalla realtà prodotti “a reti unificate”, esprimiamo solidarietà a quei lavoratori, delegati e iscritti alla CGIL che sono stati il vero bersaglio dell’assalto alla sede nazionale.
In un paese in cui da Draghi a Confindustria, dalla Meloni a Salvini, dal PD a Forza Italia danno solidarietà “al sindacato come presidio di democrazia”, il minimo necessario è farsi due domande su quali siano la natura e la funzione del gruppo dirigente di questo sindacato e sui motivi per cui oggi i lupi e gli sciacalli si stracciano le vesti in segno di solidarietà.
La sede nazionale della CGIL è stata assaltata da uno spezzone di corteo NO Green Pass guidato da Forza Nuova. In questa sintetica – e veritiera – ricostruzione dei fatti ci stanno le premesse per ogni altro ragionamento.
1. Forza Nuova e i fascisti in genere hanno libertà di manovra, di fare e disfare, di far circolare le loro tesi e imporre la loro presenza laddove hanno campo libero. In questa loro libertà di azione sono protetti da settori della Polizia, delle istituzioni dello stato e dai partiti delle Larghe Intese. Gli scimmiottatori del fascismo sono una costola del sistema di potere della borghesia imperialista (sono uno dei bracci con cui la borghesia promuove la la mobilitazione reazionaria delle masse, che consiste sostanzialmente nel mettere masse contro la masse per mantenere il suo dominio).
Prima di tutto, quindi, rispetto all’assalto alla sede della CGIL emerge la responsabilità storica di tutti coloro che, scambiando la politica per opinionismo da bar o da social, si sono ben guardati dall’essere conseguenti con l’antifascismo di cui oggi, scandalizzati, fanno professione di fede, non partecipando in massa e in modo organizzato alle mobilitazioni che raccolgono decine di migliaia di persone contro la gestione criminale della pandemia, di cui il Green Pass è uno degli aspetti.
Chi concepisce l’antifascismo come una questione di “tifo da stadio” e rifiuta (per insipienza o opportunismo) di contendere le piazze ai fascisti è parte del problema. Infatti oggi gonfia le file dell’intossicazione dell’opinione pubblica e – indipendentemente da come si definisce – regge la sottana a Draghi e Confindustria, non solo a Landini.
I fascisti vanno cacciati da ogni contesto. I fascisti si cacciano solo con la presenza antifascista, con la presenza dei lavoratori e delle masse popolari che difendono realmente i loro interessi. I fascisti si battono solo smontando pezzo per pezzo, in modo convincente dal punto di vista teorico e in modo efficace dal punto di vista pratico, le loro tesi e le loro pratiche, le loro “soluzioni”.
Il movimento NO Green Pass è solo l’ultimo esempio (prima ci furono i “forconi”, le P.IVA, le manifestazioni contro il coprifuoco dello scorso autunno): le belle anime della sinistra stanno a casa a condannare (perché “non sono di sinistra”, “sono reazionarie”, e altre analisi simili, da quattro soldi) le decine di migliaia di persone che vanno in piazza e le organizzazioni fasciste ci si buttano a pesce, senza trovare resistenza e traendo forza e visibilità che in altri casi non avrebbero.
Chi lascia terreno e libertà di manovra ai fascisti è parte del problema, non la soluzione.
2. Forza Nuova e i fascisti sono al servizio di Draghi, sono servi della Larghe Intese. Che nell’assalto alla CGIL avessero o meno agibilità da parte della Questura di Roma è ininfluente ai fini del discorso. Le organizzazioni fasciste hanno oggettivamente il ruolo di dividere, isolare e screditare il movimento contro il Green Pass. Hanno il ruolo di deviarlo: da movimento contro la borghesia e i suoi governi a contrapposizione fra settori delle masse popolari.
I fascisti codardi hanno attaccato la sede sguarnita della CGIL, non hanno assaltato la sede di Confindustria, non un Ministero o Palazzo Chigi, non il Parlamento: hanno premeditatamente scelto l’anello debole della catena del sistema politico delle Larghe Intese per fare la loro passerella e scatenare “l’allarme fascismo”.
La CGIL è l’anello debole del sistema delle Larghe Intese perché mentre il gruppo dirigente è piegato al governo Draghi e anzi è stato complice della sua installazione, la base è invece in ebollizione: le mobilitazioni della classe operaia contro la chiusura di aziende e le delocalizzazioni, le spinte di milioni di lavoratori che si oppongono al Green Pass e scioperano, la base che invoca lo sciopero generale nazionale contro il governo Draghi sono una contraddizione tutta interna al sistema di potere delle Larghe Intese.
I fascisti codardi hanno messo il dito nella piaga. “L’allarme fascismo” può nascondere per un po’ la piaga, ma non può sanarla.
3. Il movimento dei lavoratori e delle masse popolari contro il Green Pass è una gatta che il governo Draghi non riesce a pelare. Non sono bastati mesi di criminalizzazione contro i NO Green Pass, non sono bastate denigrazioni continue (“sono egoisti che non vogliono rinunciare all’aperitivo”), non è bastata la censura mediatica: man mano che si avvicinava l’entrata in vigore dell’obbligo del Green Pass per accedere al luogo di lavoro è cresciuta la consapevolezza che non si tratta di una misura sanitaria, ma di un espediente per portare più a fondo l’attacco ai diritti e alle tutele dei lavoratori. La mobilitazione è quindi cresciuta a dismisura e crescerà ancora.
Ma, torniamo per un attimo al punto 1, può un sindacato degno di questo nome (cioè che fa gli interessi dei lavoratori e non quelli di Draghi e Confindustria) osteggiare, deridere, isolare e criminalizzare i lavoratori che protestano contro il Green Pass? Ecco come il gruppo dirigente della CGIL ha contribuito a creare le condizioni affinché i fascisti scorrazzassero in piazza e cercassero di prendere la testa della mobilitazione (peraltro non riuscendoci o riuscendoci solo in parte a Roma).
Adesso che Draghi lo ripaga alla sua maniera per i servizi ricevuti, il gruppo dirigente della CGIL chiama alla “mobilitazione antifascista”, anziché convocare uno sciopero generale contro il governo del carovita, della chiusura di decine aziende, della disoccupazione e precarietà di massa. No, “l’allarme fascismo” può nascondere per un po’ la piaga, ma la piaga non è sanata.
4. La mobilitazione contro il Green Pass è giusta e va estesa. Draghi e Confindustria (con il loro codazzo di PD, M5S e LeU da una parte, di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia dall’altra e “l’armata di virologi da prima serata, ecc.) avevano scelto la via dell’imposizione e dello scontro. Ne stanno uscendo scornati. Non solo le piazze sono ebollizione da 3 mesi, ma la resistenza dei lavoratori sta rendendo inapplicabile il Green Pass nelle aziende: i lavoratori da sospendere sarebbero troppi e la loro assenza causerebbe il collasso delle attività produttive e l’erogazione dei servizi.
L’assalto dei fascisti di Forza Nuova alla sede della CGIL è stato un maldestro e disperato tentativo di far passare per “fascisti” tutti coloro che si ribellano al Green Pass.
Per arginare i fascisti, per rompere la concertazione fra vertici della CGIL e Draghi (e Confindustria) e per affermare gli interessi di tutti i lavoratori (vaccinati e non vaccinati… il Green Pass NON è una misura sanitaria!) bisogna estendere la lotta contro il Green Pass: fare sciopero l’11 ottobre (sciopero generale indetto dai sindacati di base) e proclamare lo sciopero per il 15 ottobre (quando entrerà in vigore l’obbligo per entrare nelle aziende).
Alcune conclusioni
La retorica del “tutti uniti nella solidarietà contro il fascismo” è la polpetta avvelenata che i mandanti dei fascisti offrono a buon prezzo a tutti coloro che vogliono “sentirsi antifascisti”.
Non partecipiamo a questo coro, anzi: no all’antifascismo padronale delle Larghe Intese, l’antifascismo dei principali promotori della mobilitazione reazionaria, l’antifascismo dei protettori e sostenitori dei fascisti!
L’antifascismo si fa nelle strade, nelle piazze, nelle aziende, nelle scuole: è l’antifascismo popolare, quello che promuove l’organizzazione e la mobilitazione dei lavoratori e delle masse popolari contro gli attacchi della classe dominante, per rovesciare la classe dominante.
I comunisti e i lavoratori di avanguardia si occupano principalmente di quello. E infatti non si contano le botte, le denunce, i processi e le condanne a cui devono fare fronte, senza che i vertici CGIL, il PD, Draghi, Confindustria si facciano nemmeno lo scrupolo di coscienza di indicare da che parte stanno.
La sede della CGIL è stata assaltata dai fascisti. Se il gruppo dirigente della CGIL vuole dare un segnale vero e rompere ogni ambiguità deve promuovere lo sciopero generale, politico. Contro Draghi, contro i licenziamenti, le delocalizzazioni, contro il precariato, il Green Pass, i ricatti, l’aumento delle bollette e della benzina… questo è antifascismo.
A forza di dare retta ai giornali borghesi, ad alcuni pare che il problema principale siano 100 codardi vestiti di nero, invece il problema principale sono le tigri in giacca e cravatta.
Per cacciare i codardi vestititi di nero, basta essere lì dove sono loro e sottometterli.
Per quanto riguarda le tigri in giacca e cravatta, diventano tigri di carta di fronte alla mobilitazione e all’organizzazione della classe operaia e delle masse popolari, ma fino ad allora graffiano, sbranano e uccidono.
Rinnoviamo la solidarietà incondizionata ai lavoratori, agli iscritti e ai delegati della CGIL. Ma il gruppo dirigente, i Landini & C., da che parte sta?
Teresa Noce – Ottobre 10, 2021
Sull’assalto alla sede nazionale della CGIL • Partito dei CARC