Le forze di polizia del regime del Draghistan hanno attaccato con la forza il presidio degli operai portuali di Trieste in lotta contro l’obbligo di green pass per lavorare.
Lo stesso regime che ha permesso lo svolgimento di rave party illegali per motivi di ordine pubblico e che ha permesso a un manipolo di neofascisti di assaltare la sede del più grande sindacato italiano, adesso con le stesse motivazioni utilizza idranti e manganelli contro i portuali triestini.
Tra gli applausi di quello stesso sindacato che i lavoratori dovrebbe difenderli, non invocarne la repressione violenta.
Immaginate solo per un momento se queste scene fossero accadute in Venezuela, Siria, Russia o Cina. I difensori dei diritti umani a giorni e paesi alterni starebbero già strepitando con la richiesta di un intervento internazionale in difesa degli operai in lotta.
In seguito allo sgombero del piazzale del porto i lavoratori hanno dato vita a un corteo di protesta che ha attraversato le vie del centro della città giuliana. Scrive a tal proposito l’agenzia Ansa: «Il corteo di manifestanti è tornato in piazza Unità d’Italia, dove in molti, in silenzio, si sono seduti a terra. Tra loro, alla testa c’è anche Stefano Puzzer, che intenderebbe fare una breve conferenza stampa per illustrare le azioni da intraprendere. Piazza Unità d’Italia è gremita di manifestanti, almeno duemila persone. Seguendo le indicazioni di Puzzer – che a questo punto è divenuto il loro leader dopo essersi dimesso dalla carica di portavoce del Coordinamento dei lavoratori portuali – tutti si sono seduti a terra e sono rimasti in completo silenzio.
“Vediamo se hanno il coraggio di caricarci anche in piazza Unità d’Italia” ha detto Puzzer alla testa del corteo in piazza Unità d’Italia».
Quel che diversi non capiscono è che le manganellate sono rivolte a tutti i proletari, che non si azzardino a protestare per qualunque cosa.
Il Paese, la “comunità nazionale”, come era definita dalla Carta del Lavoro fascista, deve andare avanti, la “ripresa” non deve fermarsi, come sostiene oggi il Presidente. Qualunque intralcio a questo percorso verrà represso.
E’ un salto di qualità significativo che non è ben compreso. I sindacati di base potranno fare manifestazioni autorizzate, ma se si permettono di fare blocchi, proteste o altro gli verrà riservata la lezione di Trieste, anche in vista di “riforme strutturali” che incideranno sulla pelle e sul sangue di chi lavora. Gli altri si accodano, in un nuovo “Patto” dove si daranno le mance per i loro enti. Ma Confindustria deve comandare su tutto, filiale vendipatria di Ue e Germania.
Se ci pensate è la fine della nazione, iniziata con il Britannia e oggi conclusa. Andiamo al confino, si respirerà aria di libertà, in luogo di questa feccia.
La Redazione de l’AntiDiplomatico
18 Ottobre 2021
Le barbarie del Draghistan – DALL’ITALIA – L’Antidiplomatico (lantidiplomatico.it)