Alla celebrazione del Centenario della fondazione dell’URSS (30 dicembre 1922) dedichiamo il calendario 2022: ogni mese – ogni pagina – richiama sinteticamente alcune delle conquiste di civiltà e benessere che la classe operaia e le masse popolari hanno conquistato con l’instaurazione e la costruzione del socialismo.
L’URSS è stata il primo paese del mondo a riconoscere tutele e diritti sociali impensabili per l’epoca: nel 1932 l’età pensionabile era di 60 anni per gli uomini e 55 per le donne ed era previsto il prepensionamento per i lavori usuranti. L’URSS è stata il primo paese a istituire un sistema sanitario universale e gratuito; il primo a combattere efficacemente l’analfabetismo e anzi a sfornare “in serie” eccellenze in ogni campo scientifico, artistico e culturale. Concetto Marchesi ricorda in una conferenza del 18 aprile 1945: “Prima della guerra le scuole superiori in Russia erano 91, ora sono 708; e coi 600.000 e più studenti delle scuole superiori l’Unione Sovietica conta più studenti che tutti i grandi Stati europei. Nel 1914 la Russia aveva 231 mila insegnanti, nel 1937 circa un milione; nel 1913 19.785 medici, nel 1937 132.000.
E poi 250.000 ingegneri, 160.000 artisti: un’enorme fioritura intellettuale sorta dal ceppo operaio e contadino”. E’ storia. Ma per il suo contenuto, è tutt’altro che storia passata. è il mondo che dobbiamo conquistare.
Dalla Rivoluzione d’Ottobre e fino alla dissoluzione dell’URSS, la borghesia ha tentato in ogni modo di denigrare i primi paesi socialisti. Non solo aggressioni militari (la “guerra civile” che ha seguito la Rivoluzione d’Ottobre), non solo l’appoggio a Hitler e alla Germania nazista affinché cancellassero l’URSS, ma anche una martellante propaganda anticomunista contro il primo paese socialista della storia, contro i suoi dirigenti e contro il popolo sovietico.
Neppure con il sostegno attivo dei revisionisti moderni che dal 1956 salirono al potere in URSS (”destalinizzazione”) la borghesia imperialista è riuscita a cancellare il segno indelebile che i primi paesi socialisti hanno lasciato nella storia.
Quel segno indelebile è scolpito nell’acciaio, sono i fatti.
Da qui il titolo: cento anni fa, l’umanità ha infranto già una volta il mondo infame diretto dai capitalisti e ha messo le radici del suo futuro.
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