Omicron: contraddizioni e nuove incertezze

La pandemia ora si chiama Omicron e se ne sentono di tutti i colori. Tanti, a cominciare dalla sanità sudafricana, Paese dove è stato scoperta la nuova variante, dicono che dà sintomi lievi (Interessante anche uno studio di Cambridge), altri che potrebbe essere pericolosa come la Delta, oggi dominante nel mondo, e i più concordano che è ancora presto per capirci qualcosa. Di certo c’è solo che la variante è più contagiosa delle precedenti.

Variabile nuova e imprevista

E qui dovremmo essere nel campo della storia dei virus, che normalmente tendono ad adattarsi agli ospiti, diventando più diffusivi e meno aggressivi. Ma questa pandemia ci ha abituato a non fare previsioni.

C’è stato addirittura chi ha detto che è potrebbe essere un prodotto di qualche laboratorio, dal momento che “l’omicron ha raccolto tutte le mutazioni delle precedenti varianti di SARS-CoV-2, ma ha aggiunto un ‘inserto di tre amminoacidi’, la cui comparsa è impossibile in modo naturale: il risultato è stato un ‘super -ceppo indebolito’”.

Non ne avremmo dato notizia se non fosse che a dare tali dichiarazioni è stato il capo del laboratorio di proliferazione cellulare dell’Istituto Engelhardt di biologia molecolare dell’Accademia delle scienze russa, Pyotr Chumakov, uno dei più illustri scienziati russi (Ria novosti). Parole che richiamano la sparata dell’illustre virologo Luc Montagner, il quale, all’apparir del virus, parlò di una creazione artificiale (Huffington Post).

Peraltro, parlare dell’artificiosità del coronavirus a un certo punto è andato di moda, quando fu deciso di andare addosso alla Cina, con diuturni interventi sul virus creato nel laboratorio di Wuhan.

Un’ondata di piena che aveva investito anche una strana società americana, la Ecohealt Alliance, che faceva esperimenti a Wuhan proprio sui coronavirus e nel 2018 aveva chiesto alla Darpa, l’Agenzia tecnologica del Pentagono (quella che ha creato internet, per intendersi) un finanziamento per modificare il coronavirus, con mutazioni analoghe a quelle poi riscontrate nel Covid-19 (The Intercept).

Ma siamo in tempo di risacca e di queste cose non si parla più, così che la dichiarazione dello scienziato russo cade come un sasso in una narrazione ormai stagnante, nonostante vi inserisca una variabile nuova perché l’eventuale artificiosità della variante sudafricana non potrebbe essere ricondotta al biolab cinese e ha quindi paternità incerta.

Detto questo, forse per il dubbio instillato da Chumakov (ma rigettato anche da altri scienziati russi), certamente per capirci qualcosa in più, sta di fatto che la Russia ha inviato in Sudafrica una squadra di acchiappavirus per portarne dei campioni da studiare casa, cosa che ha fatto solo all’insorgenza della pandemia, con l’analoga spedizione inviata a Bergamo (non si è registrato qualcosa di simile per altre varianti).

Il dubbio dello scienziato russo nasce da un dato registrato da tutti, cioè che la Omicron è talmente diversa dalle altre varianti che non sembra essere un’evoluzione delle precedenti, tanto che l’ipotesi che circola è che si sia prodotta in un individuo che aveva l’Aids, così che il Covid-19 si sarebbe combinato con l’altro virus (ipotesi aleatoria e da appurare).

Le contraddizioni dei Signori dei vaccini

Ma al di là, restano le incertezze per quel che potrà capitare. E, nell’incertezza, i profeti di sventura fanno sentire alti e forti i loro lai. Non che si debba abbassare la guardia, ché la prudenza è purtroppo d’obbligo, ma certe avvertenze più che riflettere reali preoccupazioni sembrano essere dettate da qualche malsano delirio.

Particolarmente attivi i Signori dei vaccini, che hanno subito lanciato l’allarme sul fatto che la Omicron bucasse i loro farmaci, assicurando però che erano pronti a farne di nuovi e più adatti.

Un tempismo che ha fatto irritare parecchi, anche in seno alla Ue, che hanno bollato tali dichiarazioni come becera “propaganda commerciale“, dal momento che l’allarme non si basava su nessuna evidenza scientifica: troppo presto per fare previsioni o tirare conclusioni.

Uno dei massimi dirigenti di Moderna, Paul Burton, chief medical officer dell’azienda, è andato oltre, quasi a sfiorare le corde del terrorismo, affermando che la Omicron si potrebbe combinare con la Delta dando vita a una variante monstre, che di fatto avrebbe decimato il mondo (Daily Mail).

Allarme invero bizzarro, che certe combinazioni di varianti non si danno normalmente in natura, come hanno fatto notare esimi membri della comunità scientifica. Servono condizioni talmente particolari che le probabilità sono analoghe a quelle che ha la terra di essere investita da un meteorite gigante.

Simpatico notare che ieri Moderna ha annunciato che la sua terza dose dà una significativa protezione contro la Omicron (New York Times), contraddicendo gli allarmi precedenti, che rischiavano peraltro di porre dubbi sulla campagna di vaccinazione attuale (a che serve la terza dose se non protegge dalla variante che presto dominerà nel mondo?).

Quando il destino arride o si fa beffardo

Tali stridenti contraddizioni sembrano discendere da un certo delirio di onnipotenza, che ha consegnato ai Signori dei vaccini – e a tanti virologisti – la possibilità di dire tranquillamente tutto e il contrario di tutto, senza tema di eventuali figure di palta.

Chissà se la Darpa, quando nel 2013 finanziò Pfizer e Moderna perché sviluppassero dei vaccini innovativi contro i virus usando la tecnologia a base mNRA (sperimentata fino ad allora sul cancro), poteva mai immaginare che da lì a pochi anni quelle aziende avrebbero assurto un ruolo tanto decisivo nel mondo… (su tali input, vedi Fool.com del dicembre 2013 e Washington Post del luglio 2020).

Certo, non tutte le ciambelle riescono col buco, e se Moderna ha avuto presto successo nella sua ricerca, Pfizer si è poi dovuta alleare con la tedesca BioNTech per riuscire a sviluppare il suo vaccino mRNA.

La collaborazione Pfizer-Biontech per sviluppare tali vaccini è dell’agosto del 2018 (vedi contratto), a un anno dall’insorgenza della pandemia, e ha portato fortuna alla Pfizer, dal momento che se si entra nel mercato tedesco, regolato da norme ferree, si ha in mano il mondo (così spiega uno dei dirigenti della Purdue nella docu-serie Dopesick, dedicata a uno dei più grandi scandali di Big Pharma).

Ma non sempre il destino riserva sorprese tanto gradite, come evidenzia l’insorgenza della variante Omicron. Nessuno aveva previsto questa svolta, ché anzi il mondo sembrava presagire una lenta uscita dal tunnel (vedi, ad esempio, le dichiarazioni del direttore generale dell’OMS) grazie a vaccini e terapie nuove (peraltro annunciate, come la pillola Merk).

Così la Omicron ha investito il mondo come un’ondata di piena. L’unico Paese che si era preparato a una tale eventualità è, al solito, Israele, che ha avuto un approccio efficace contro la pandemia. Infatti, agli inizi di novembre, si leggeva su Timesofisrael, a Gerusalemme si era tenuta un’esercitazione per contrastare una possibile variante più letale di coronavirus, identificata come Omega, che nell’alfabeto greco è una omicron più lunga.

Ma, appunto, è un caso isolato. Di certo, questa nuova variante non se l’aspettava il Sudafrica, che anzi proprio a novembre aveva chiesto a Pfizer e Moderna di bloccare temporaneamente l’invio dei loro vaccini, perché ne avevano già troppi per le loro necessità (Reuters, 24 novembre). Proprio mentre formulavano tale richiesta, gli scoppiava in casa la Omicron, a dimostrazione che a volte il destino è davvero beffardo.

Ma questo è il passato. Resta il presente incerto e la fitta nebbia che avvolge il futuro prossimo venturo, sia per la svolta imprevista della pandemia sia per le imperscrutabili direttrici della sua caotica gestione. Vedremo.

Piccole Note

21 dicembre 2021

Piccole Note -Omicron: contraddizioni e nuove incertezze – piccole note (ilgiornale.it)

 

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