[Sinistrainrete] Federico Fioranelli: “L’essenza, per le fondamenta”

Intervista a Federico Fioranelli

Federico Fioranelli: “L’essenza, per le fondamenta”

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“L’essenza, per le fondamenta”

Intervista a Federico Fioranelli

IMMAGINE QUARTO EDITORIALE FIORANELLIAi suoi tempi, l’approccio di Marx all’economia e la sua critica all’economia politica fu senz’altro rivoluzionario. Potresti dirci se reputi che il pensiero economico di Marx sia valido ancor oggi?

Tutte le riflessioni di Karl Marx sono indispensabili per comprendere il funzionamento e le contraddizioni del modo di produzione capitalistico e, quindi, del mondo in cui viviamo.

Vi sono tuttavia alcuni aspetti dell’analisi marxiana che mostrano più di altri in modo chiaro e lampante i loro agganci con il presente.

Il primo è sicuramente quello che spiega l’origine del profitto, cioè lo sfruttamento del lavoratore.

Marx mostra che il modo di produzione capitalistico non è un processo del tipo M D M (dove M indica la merce e D il denaro), in cui la moneta serve solo all’intermediazione nello scambio delle merci, ma un processo del tipo D M D’, in cui si cede denaro per avere altro denaro e lo scopo è conseguire un profitto. Questo profitto si può però realizzare solo perché vi è una merce, la forza lavoro, che è fonte di valore.

Per forza lavoro, Marx intende la porzione del tempo di vita che il lavoratore, in cambio del salario, si trova costretto a vendere al capitalista per un motivo molto semplice: sopravvivere; dato che solo apparentemente il salariato esercita una libera scelta nel momento in cui cede la propria forza lavoro e che lo scambio sul mercato del lavoro, a differenza di tutti gli altri che avvengono all’interno del sistema economico, non è uno scambio tra pari, il capitalista può permettersi di pagare un salario più basso del valore che il lavoratore produce.

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Bollettino Culturale: La composizione organica del capitale dal punto di vista dei lavoratori

bollettinoculturale

La composizione organica del capitale dal punto di vista dei lavoratori

di Bollettino Culturale

botero uomo e donnaPer Marx, il capitolo ventitreesimo del primo libro del Capitale mira ad esaminare “come l’aumento del capitale influisca sulle sorti [e sulla composizione] della classe operaia”. Quindi, anche se il titolo di questo capitolo è “La legge generale dell’accumulazione capitalistica”, non sono solo le leggi dello sviluppo del capitale che sembrano interessare il pensatore tedesco, ma soprattutto la classe operaia, il suo destino e il rapporto che mantiene con lo sviluppo capitalistico. Tuttavia, nell’intraprendere la sua indagine, Marx prende come linea guida la composizione del capitale e le alterazioni che subisce durante il processo di accumulazione.

“La composizione del capitale va considerata secondo il carattere duplice e contrapposto del lavoro rappresentato nelle merci.”

In primo luogo “dal lato del valore” ed in questo caso “si determina mediante la proporzione in cui il capitale si suddivide in capitale costante (ossia il valore dei mezzi di produzione, ossia le macchine, le materie prime…) e in capitale variabile (ossia il valore della forza di lavoro, ossia il monte salari).” In altre parole, “dal lato del valore” la composizione del capitale è definita come il rapporto tra le parti costante e variabile del capitale, che è comunemente rappresentato dall’espressione ????/???? (dove c rappresenta il capitale costante e v rappresenta il capitale variabile). Questa proporzione viene chiamata da Marx “composizione di valore del capitale”. In secondo luogo abbiamo la composizione del capitale “dal lato della materia”. “Essa opera nel processo di produzione, ogni capitale si suddivide in mezzi di produzione e in forza di lavoro vivente, e questa composizione si determina mediante il rapporto fra la massa dei mezzi di produzione utilizzati e la quantità di lavoro necessaria per il loro utilizzo.”

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Gerardo Lisco: “Le radici della disuguaglianza”. L’emergere dell’Individualismo proprietario

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Le radici della disuguaglianza”. L’emergere dell’Individualismo proprietario

di Gerardo Lisco

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Hobbes, Rousseau.

Il lavoro si ripromette di indagare il tema a partire da il libro “ Le radici della disuguaglianza del filosofo della politica Antonio Martone. Il saggio individua le “radici della disuguaglianza” nel pensiero moderno, attraverso l’analisi di alcuni autori che per ciò che hanno scritto e sostenuto sono da considerare come una sorta di ideal-tipo della “modernità”.

Gli autori presi a riferimento abbracciano un arco di tempo che va dagli inizi del 600 alla fine dell’800: T. Hobbes, J.J. Rousseau, A. de Tocqueville, M. Stirner e F. Nietzsche. Passiamo dall’Assolutismo di Hobbes all’idea Democratica di Rousseau, dall’analisi critica della nascente Liberal-Democrazia americana di Tocqueville per concludere con Stirner e Nietzsche, i quali analizzano in profondità categorie quali Democrazia, Socialismo, Liberalismo e ne mettono a nudo le contraddizioni creando i presupposti per la critica alle ideologie e aprendo la strada al post-modernismo e all’egemonia dell’individualismo e del totalitarismo liberal-capitalista contemporaneo. In modo particolare questi ultimi due autori, con le loro potenti critiche, sono riusciti a produrre l’effetto contrario rafforzando ciò che intendevano combattere.

Ragionare sulle origini della disuguaglianza attraverso l’analisi delle riflessioni degli autori presi a riferimento non può prescindere dal contesto storico nel quale ciascuno di essi è vissuto e nel quale ha operato. T. Hobbes è il primo ad essere messo sotto osservazione. Riferendosi ad Hobbes e al concetto di uguaglianza proprio della trattazione del filosofo inglese, Martone parla di un’“uguaglianza omicida” ossia l’idea che l’homo homini lupus non sia altro che l’uguaglianza nell’essere potenzialmente omicida dell’altro uomo, motivata dalla naturale spinta alla sopravvivenza. L’uguaglianza è un dato naturale per cui tutti gli uomini sono uguali.

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Leonardo Mazzei: Fallimento vaccinale

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Fallimento vaccinale

di Leonardo Mazzei

Il 15 dicembre i nostri giornaloni si crogiolavano beatamente del presunto “vantaggio” italiano sul resto d’Europa. Draghi l’epidemiologo, degno successore del Mussolini contadino, lo aveva calcolato in venti giorni o giù di lì.

Secondo costoro, i minori contagi rispetto agli altri paesi europei erano il frutto dell’italico successo vaccinale, un primato da sbandierare ogni dì. Un “vantaggio” da preservare a suon di obblighi e divieti, di sospensioni dal lavoro, di Green pass rafforzato e terze dosi a gogò. Adesso, che di giorni ne son passati solo 10, quel vantaggio è già sfumato del tutto. L’Italia è nelle stesse condizioni della Germania, della Francia e della Gran Bretagna.

Era difficile prevederlo? Assolutamente no. Bastava osservare le curve dei diversi paesi per capirlo, per comprendere in primo luogo la loro assoluta indifferenza alle percentuali di vaccinazione. Solo i pennivendoli che conosciamo potevano scambiare una banale sfasatura temporale per un vantaggio strategico dovuto al sacro siero.

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Sergio Porta: A cosa serve il panico?

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A cosa serve il panico?

di Sergio Porta

L’obbligo di tampone per poter accedere agli eventi natalizi anche per le persone vaccinate ha sorpreso molti. Ma appare sempre più evidente come siano diverse le ragioni, nessuna delle quali medica e tutte invece strettamente inerenti l’esercizio del potere, spiega Sergio Porta su Goccia e goccia, per le quali la protezione focalizzata (inclusa la protezione vaccinale), così come i trattamenti medici a domicilio e il rafforzamento del sistema sanitario nazionale – sia nella sua parte territoriale che in quella ospedaliera -, sarebbero stati ostacolati in tutti i modi dal potere. Così è stato e per questo ci siamo andati a sfasciare sullo scoglio del panico e del massimalismo tecno-scientista: “Le conseguenze di questo naufragio saranno inimmaginabili…”

La sola idea che si valutasse l’obbligo di tampone per poter accedere agli eventi natalizi anche per le persone vaccinate ha sorpreso molti, inclusi alcuni scienziati al di sopra di ogni sospetto. Strenui sostenitori dell’ecumenismo vaccinale forzato esteso anche ai bambini, essi ora parlano di professionisti del panico, politici paurosi e calcolatori e media catastrofisti che vivono solo di brutte notizie. Non si può – dicono – mandare messaggi sbagliati al popolo. A cosa serve il panico?

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Eros Cococcetta: Chi sono i proprietari delle note case farmaceutiche che producono i vaccini?

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Chi sono i proprietari delle note case farmaceutiche che producono i vaccini?

di Eros Cococcetta

Da un po’ di tempo mi è venuta la curiosità di sapere chi sono i proprietari di queste ormai famosissime case farmaceutiche americane che hanno inondato tutti gli Stati del mondo con i loro vaccini di nuova generazione.

Quindi sto parlando di: – Pfizer – Moderna – Johnson & Johnson.

Inoltre, per motivi che spiegherò a breve, ho esteso la ricerca anche a:  -Alphabet, proprietaria di Google, proprietaria di Youtube -Facebook.

Ebbene tutte queste società sono di proprietà di BlackRock, Vanguard Group e State Street, quali azionisti di maggioranza, più altre società finanziarie “minori” americane (fonte: Sole 24 Ore, Corriere della Sera[1] e Yahoo Finanza).

Anche la società biofarmaceutica svedese-britannica AstraZeneca[2] è presidiata massicciamente da Vanguard e Wellington (collegata a Vanguard) e partecipata, tra le altre, da Goldman Sachs e Bank of America.


Soltanto BlackRock, che è la più grande società d’investimento del mondo, gestisce risparmi e asset finanziari per 8.676 miliardi di dollari a fine dicembre 2020[3] (circa 7.230 Mld di euro), che è più del PIL di Germania, Francia e Italia messe insieme, sempre a dicembre 2020, pari a 8.343 Mld di dollari (fonte: Trading Econimics).

In Italia ha importanti partecipazioni in Unicredit, Intesa SP, MPS, Atlantia e altre società.

Perciò BlackRock è stata anche definita la “banca mondiale ombra” o “roccia invisibile”.

La “Trinità che comanda il mondo”, come l’ha definita Franco Fracassi in un famoso video di ME+ di luglio 2019[4], dove Fracassi dice, tra l’altro, che:

– nel 2021 (che ormai sta finendo), questi tre fondi di investimento gestiranno insieme una massa di denaro – denaro vero non denaro farlocco della finanza – pari a 25.000 Miliardi di Euro, che equivale ad un terzo dell’intero reddito (PIL) del pianeta.

– Inoltre i principali azionisti di BlackRock sono Vanguard e State Street, i principali azionisti di Vanguard sono BlackRock e State Street e i principali azionisti di State Street sono BlackRock e Vanguard. “E’ come Dio, uno e trino”; questa unica società, che poi sono tre, tra due anni (cioè oggi) avrà la proprietà di un terzo dell’intero pianeta.

Tra parentesi (si fa per dire) segnalo che la “Triade” (come preferisco chiamarla laicamente) possiede anche la Apple, la Microsoft, Amazon, Tesla e Netflix, solo per parlare delle più grandi e note società del mondo.

Questo tanto per chiarire con quale gigante finanziario-economico abbiamo a che fare.

A questo punto, però, mi sorge un dubbio. Ma non è che le famose “regole della community” tanto care a Facebook e Youtube, che oscurano con grande solerzia chi parla male dei vaccini sperimentali Pfizer e Moderna, hanno qualcosa a che fare con la tutela degli interessi economici della Triade o “Trinità che comanda il mondo”?

Da questo quadro, molto positivo per la grande finanza ma molto negativo per i lavoratori, potrebbe sembrare che per gli Stati e i popoli ormai i giochi sono fatti, nel senso che il neoliberismo sotto forma di “finanzcapitalismo” ormai domina incontrastato in quasi tutto il mondo, compresa l’Europa targata BCE – Euro – Commissione Europea (un’altra triade). Ma in realtà è così solo nella misura in cui i popoli e gli Stati restano dormienti e anestetizzati da questa situazione e asserviti alle teorie neoliberiste[5], che sinteticamente potrebbero essere chiamate anticostituzionaliste.

Non è mai troppo tardi per un risveglio che deve basarsi su un ritorno importante dello Stato all’economia, come vuole la nostra Costituzione (artt. 1, 2, 3 e 4 Cost.): diritto al lavoro per tutti i cittadini e dovere dello Stato di assicurare la piena occupazione. Se lo Stato “promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto” (art. 4), ossia il diritto al lavoro, non può estraniarsi dall’economia, come vorrebbero i liberisti e la Commissione europea (es. divieto di aiuti di Stato, rapido ritorno all’equilibrio di bilancio nel 2023, mantenimento di un elevato tasso di disoccupazione intorno al 10 – 11%, in modo da evitare aumenti dell’inflazione e dei salari [6]), ma deve intervenire in modo massiccio nella realtà economica e sociale del Paese. Ciò anche tenuto conto dell’alto livello di disoccupazione esistente, del livello spesso troppo basso di stipendi e pensioni e delle mille cose che lo Stato e gli enti locali devono fare e/o sistemare: sanità, scuola, lavori pubblici, infrastrutture, servizi pubblici, pensioni, assistenza sociale, sistemazione del territorio dai dissesti idrogeologici, zone terremotate, sicurezza pubblica, edilizia pubblica, viabilità, ecc..

Ma tutte queste belle cose non si possono fare con una moneta a debito per di più emessa da un ente esterno allo Stato, ma richiedono necessariamente il recupero della Sovranità monetaria nazionale, cosa che può essere fatta anche restando nella UE, come dimostrano gli otto Stati appartenenti alla UE che hanno mantenuto la propria moneta.

Tanto per scomodare un uomo che in economia era sicuramente ferrato e che di certo non può essere accusato di essere un comunista, J. M. Keyenes sosteneva che[7]:

  • il mercato assomiglia molto ad un gioco d’azzardo;
  • il capitalismo, quando viene lasciato a sé stesso, è soggetto a squilibri gravi e imprevedibili;
  • il capitalismo non è intelligente, non è bello, non è giusto, non è virtuoso e non produce i beni necessari. Inoltre spreca una quantità enorme di risorse nella lotta per la concorrenza;
  • il capitalismo è un cavallo imbizzarrito da domare;
  • nel lungo periodo non ci sarà nessun riequilibrio automatico e poi “nel lungo periodo saremo tutti morti”;
  • lo Stato deve guidare l’economia attraverso precise politiche monetarie e fiscali poiché i mercati non sono sempre in grado di raggiungere equilibri efficienti da soli, ma anzi il più delle volte falliscono. La disoccupazione di massa ne è l’esempio più evidente.
  • lo Stato perciò dovrebbe fare ciò che l’economia privata, da sola, non riesce a fare, ossia i lavori pubblici come antidoto alla crisi: strade, ferrovie, case. Oggi potremmo aggiungere: banda larga, assetto del territorio, energie verdi. Tutti questi investimenti pubblici non solo aumenterebbero la domanda, ma occuperebbero anche direttamente centinaia di migliaia o milioni di persone. E’, in effetti, la ricetta che il Presidente Roosevelt applicò per affrontare e superare la Grande Depressione iniziata nel 1929.

L’alternativa tra la visione costituzionale dello Stato, chiaramente keynesiana in economia, e quella neoliberista è l’alternativa tra uno Stato che funziona e che si preoccupa del benessere dei suoi cittadini e uno Stato che non riesce neppure a garantire l’ordinaria amministrazione e l’unica cosa che può garantire è la trasformazione della nazione in una terra di conquista per le multinazionali [8], nonché alta disoccupazione, povertà generalizzata e crescente e fuga all’estero dei nostri ragazzi.

Valutate un po’ voi cosa ci conviene.


Note
[1] https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2021/02/02/pfizer-blackrock-facebook-banche/ https://www.corriere.it/video-articoli/2018/05/07/cos-davvero-blackrock-roccia-invisibile-che-governa-mondo/2a7fb442-51d8-11e8-b9b9-f5c6ed5dbf93.shtml
[2] https://www.ilmessaggero.it/mondo/covid_vaccino_astrazeneca_colosso_farmaceutico-5452098.html
[3] https://www.corriere.it/pianeta2020/21_marzo_01/cari-amici-vi-scrivo-cosa-vuol-dire-l-italia-lettera-larry-fink-f08bc2e0-7460-11eb-88fd-12da203c2b8b.shtml
[4] https://www.youtube.com/watch?v=VVPirGVbSUc
[5] La visione neoliberista si basa essenzialmente sulla teoria malthusiana – darwiniana del mors tua vita mea: il più forte vince e va avanti e il perdente si estingue. La visione della nostra Costituzione, all’opposto si basa sull’incontro delle grandi culture cattolica e socialista, ossia sui fondamentali principi di fratellanza e di solidarietà sociale ed economica e quindi sul principio del vita tua vita mea.
[6] rispettivamente NAIRU e NAWRU, vedasi: https://scenarieconomici.it/il-pil-potenziale-nairu-e-nawru-incongruenze-e-forzature-nei-metodi-utilizzati-dal-governo-della-ue/
[7] https://keynesblog.files.wordpress.com/2020/04/keynesismo_def.pdf in https://keynesblog.com/uscire-dalla-crisi-con-keynes/
[8] Certamente le élite finanziarie e le multinazionali non si preoccupano di aumentare l’occupazione o i salari dei lavoratori o di migliorare la sanità pubblica e la scuola pubblica, anche perché loro gestiscono cliniche e scuole private.

Agata Iacono: Gli ultimi 2 studi Nature e The Lancet che fanno crollare (definitivamente) tutta la propaganda Covid di 2 anni

lantidiplomatico

Gli ultimi 2 studi Nature e The Lancet che fanno crollare (definitivamente) tutta la propaganda Covid di 2 anni

di Agata Iacono

78.313 casi e 202 morti: il dato più alto della cosiddetta quarta ondata è avvenuto nella giornata di ieri.

Anche questa volta non è andato tutto bene e le previsioni ottimistiche del governo dei “migliori” si sono rivelate il più grave fallimento da quando è stata dichiarata la Pandemia.

Tra disdette, voli cancellati e locali pubblici e privati chiusi per mancanza di personale (positivo o in quarantena per contatto), file interminabili per tamponi (ormai fuori controllo ogni possibilità di prenotazione, oltre l’inverosimile la speculazione sui prezzi dei tamponi, miliardi di euro buttati per fare tamponare i ligi plurivaccinati…), vaccinati con terza dose costretti a casa e non sempre asintomatici la situazione è fuori controllo. Se a Palazzo Chigi non ci fosse Draghi si chiederebbero le dimissioni per incompetenza al primo ministro in carica.

Non potendo più dare la colpa ai “no vax” sta letteralmente crollando tutto l’impianto di menzogne su cui si è retto il regime liberticida “d’emergenza” dell’ultimo anno.

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Alessio Mannino: “Una poltrona per due”, una risata vi impoverirà

kriticaeconomica

“Una poltrona per due”, una risata vi impoverirà

di Alessio Mannino

Ma quale Gesù Bambino con Maria, il bue e l’asinello (Giuseppe onesto artigiano, poverino, è sempre stato poco più di una comparsa). Quale Santa Claus alias san Nicola di Bari. E Dio, il vecchio Dio “geloso”, sullo sfondo anche Lui, nascosto dietro i regali sotto l’alberello luccicante. Per gli adoratori di Mammona, cioè per quasi tutti, il Natale non si officia alla Messa della Vigilia, perché a quell’ora danno “Una poltrona per due” (Trading places, nel titolo originale).

La commedia del 1983 diretta da John Landis – che non ringrazieremo mai abbastanza, più che altro, per averci dato “Animal House” e “The Blues Brothers” – ha assunto l’importanza di meme natalizio per eccellenza, appuntamento sacro del piccolo schermo per grandicelli più che per piccini, dato che i pargoli di oggi non sanno manco chi sono, Eddie Murphy e Dan Aykroyd.

Non interessa qui l’analisi critica del testo cinematografico: il film è un bel film, divertente, con scene particolarmente indovinate (la pantomima in costume sul treno è da spanciarsi), altre meno (lo stupro da parte del gorilla è rasoterra), con una succulenta Jamie Lee Curtis in topless a renderlo vieppiù appetitoso, ma complessivamente non è niente di speciale. E allora? Com’è che si è ritagliato un posto da classico di Natale? E perchè doverne parlare?

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Tendenza internazionalista rivoluzionaria: La sporca caccia al dragone

ilpungolorosso

La sporca caccia al dragone

di Tendenza internazionalista rivoluzionaria

Contro la campagna commerciale, diplomatica, politica, ideologica e militare anti-cinese

6409875 1 1024x654Trent’anni dopo la celebrazione della fine della Guerra Fredda e l’inizio di un nuovo secolo americano, siamo nel pieno di una nuova Guerra Fredda? Sì e no, nel senso che potrebbe anche diventare una guerra rovente …

Il clima delle relazioni internazionali è già da diversi anni segnato dal crescente confronto USA/Cina, con il quale l’imperialismo americano cerca di contenere e bloccare l’ascesa della potenza cinese, con armi economiche, diplomatiche e militari.

Noi denunciamo le iniziative di guerra economica messe in atto dai vari imperialismi occidentali contro la Cina, siano esse volte a colpire l’economia cinese, il suo interscambio commerciale o ad impedire l’accesso alle tecnologie più avanzate, e le vere e proprie provocazioni militari ad opera di Stati Uniti e alleati, che sono non solo minacce, ma preparazioni militari per una possibile guerra contro la Cina.

In particolare, nei paesi europei alleati degli USA nella NATO, è in corso un dibattito sull’atteggiamento da tenere nei confronti della Cina, in una difficile e spesso impossibile mediazione tra gli interessi economici a commerciare con e investire in Cina, un mercato enorme, la rivalità diretta tra le vecchie potenze imperialiste europee e il rampante capitalismo cinese per l’influenza sulle aree ex coloniali, e la forte pressione USA, soprattutto tramite la NATO, per allineare i paesi europei sulla politica di “confronto” verso la Cina (e la Russia).

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Sergio Marotta: Il Diritto al servizio del capitale. Note a margine di un libro di Katharina Pistor

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Il Diritto al servizio del capitale. Note a margine di un libro di Katharina Pistor

di Sergio Marotta

Screenshot internazionel ferrara 2021Che cos’è il «codice del capitale»?

Ormai anche nella patria del capitalismo contemporaneo, gli Stati Uniti d’America, c’è chi si interroga sulla necessità di tornare a riflettere sulla natura, sul significato e sul ruolo del diritto nella nostra epoca. Lo fa con grande intelligenza la comparatista Katharina Pistor in un libro uscito nel 2019 nella versione originale per i tipi di Princeton University Press e qualche mese fa nell’edizione italiana con il titolo Il codice del capitale. Come il diritto crea ricchezza e disuguaglianza (con postfazione di Francesco Di Ciommo, Sergio Di Nola e Massimiliano Vatiero, Luiss University Press, Roma 2021).

La tesi di fondo della studiosa tedesca che insegna “Comparative Law” alla Columbia Law School è espressa con estrema chiarezza sin dalle prime pagine e resta il filo costante dell’intero volume: «In questo libro sostengo che il capitale viene codificato nella legge, che gli avvocati sono signori del codice, e che gran parte dei signori del codice provengono da un solo sistema giuridico: la common law. Se questo è vero, è ora di rimettere mano al dibattito sull’impatto dei sistemi giuridici»[1].

I nove capitoli di cui si compone il libro sono costruiti con l’intento di dimostrare il fondamento di questa tesi, di rintracciarne le antiche origini, risalenti all’età medievale, e di descriverne i successivi sviluppi fino al diritto commerciale e finanziario dei nostri giorni.

L’ottavo capitolo apre lo sguardo verso un possibile futuro del diritto messo a dura prova dai nuovi codici digitali. L’ultimo capitolo, dal titolo suggestivo Il capitale impera secondo la legge, è dedicato all’elaborazione di possibili rimedi da poter utilizzare per superare le terribili distorsioni prodotte dal codice del capitale che sono ormai tutte dispiegate chiaramente innanzi ai nostri occhi.

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Moreno Pasquinelli: Agamben o la fuga dal mondo

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Agamben o la fuga dal mondo

di Moreno Pasquinelli

Stelios Faitakis12«Vano è il desiderio di prevalere sugli uomini della perdizione prima del giorno della vendetta […] Occorre separarsi dai malvagi e attendere che scenda su di loro il giudizio di Dio»

Rotoli di Qumrȃn. Regola della Comunità, x, 17-20

Ogni vero movimento di massa è, non fosse che per le sue dimensioni, collettore di disparati bisogni e pulsioni sociali. Questo dato, sebbene fosse camuffato dalla preponderanza egemonica della componente socialista e anticapitalista, era vero anche nel ‘900. Nel nuovo secolo, venuta meno quella preponderanza egemonica, i movimenti di massa sono caratterizzati anche dalla più complessa pluralità ideologica. Essi sono dunque doppiamente eterogenei.

 

Le filosofie politiche dei “no-vax”

Prendiamo ad esempio il movimento contro il green pass. Fenomeno tipicamente italiano — conseguenza del fatto che l’Italia è assurto a principale banco di prova del great reset —, esso è fuoco di resistenza al regime change e moto di rifiuto della dittatura tecno-sanitaria, ergo un movimento politico di massa. Una composizione sociale quanto mai poliedrica — esso mobilita infatti cittadini appartenenti alle più diverse classi e categorie sociali —, si specchia con una composizione ideologica altrettanto frammentata.

Il Rapporto CENSIS 2021 volendo catturare gli aspetti ideologico-culturali salienti del movimento è giunto a conclusioni caustiche: esso sarebbe anzitutto caratterizzato da “irrazionalità, pensiero magico, superstizioni antimoderne, speculazioni complottiste” e via contumeliando.

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Pasquale Cicalese: La Cina cambia il terreno di gioco dell’economia globale

pianocontromercato

La Cina cambia il terreno di gioco dell’economia globale

di Pasquale Cicalese

Dieci anni fa, il grande economista Marcello De Cecco ebbe a dire che in futuro lo yuan, la divisa cinese, difficilmente avrebbe avuto un ruolo internazionale, stante l’enorme surplus della bilancia commerciale assieme al surplus delle partite correnti.

Quest’ultimo presentava un dato mostruoso allora: 10,1% rispetto al Pil. Il modello a cui si riferiva de Cecco era la Gran Bretagna della fine Ottocento/prima decade del Novecento. La sterlina dominava il mondo grazie al deficit delle partite correnti, attutito dall’enorme surplus che la Gran Bretagna aveva allora con la colonia India.

De Cecco era dell’idea che per essere valuta internazionale occorreva aprire il mercato e avere deficit di bilancia commerciale, vale a dire più import che export, e avere deficit di partite correnti. La richiesta della valuta di tale paese sarebbe stata, per questa ragione, significativa.

Il modello inglese è stato implementato in Usa negli ultimi 50 anni con il predominio del dollaro, contraltare dell’enorme debito estero e del deficit delle partite correnti.

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Sara Gandini: Due anni di campagna di terrore

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Due anni di campagna di terrore

di Sara Gandini

Ci sarebbe una discussione scientifica e politica da alimentare con domande e molto senso critico. Sono utili le mascherine all’aperto? È efficace e giusto trattare in modo autoritario e paternalistico le persone comuni? Perché la pandemia viene ancora gestita senza tenere conto delle differenze tra i soggetti e i fattori di rischio, quando da decenni si parla di medicina e prevenzione personalizzate? Come mai in vari paesi europei hanno sospeso il vaccino Moderna per i giovani (sotto i 30 o sotto 18), sulla base di un eccesso di miocarditi, e in Italia non se ne parla? Ma, soprattutto, ha senso questa logorante campagna di terrore che imperversa in Italia ormai da quasi due anni, grazie a buona parte della politica istituzionale, ai grandi media e ai virologi star? È servita e serve a ridurre la mortalità?

* * * *

Lavoro da vent’anni in ambito di prevenzione oncologica che è sempre più orientata nella direzione di una prevenzione personalizzata, alla luce del dato che la prevenzione secondaria in ambito oncologico, come gli screening di prevenzione, possono avere effetti collaterali indesiderati e per questo vengono proposti non a tutta la popolazione ma differenziando sulla base delle diverse fasce di rischio.

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Antistasis & Biccalinna: Dietro lo scudo di Athena

ilrovescio

Dietro lo scudo di Athena

Militari e sanità, una riflessione

di Antistasis & Biccalinna

L’operazione Athena consiste nella messa a disposizione di strutture e personale militare per processare e all’occorrenza effettuare i tamponi per il monitoraggio del Covid19 negli istituti scolastici, andando anche ad effettuarli a domicilio.

L’intento esplicito è di evitare la messa in quarantena preventiva di intere classi e scongiurare un ritorno alla Didattica a Distanza.

Sono coinvolte otto regioni dello Stato italiano, tra cui la Sardegna con il centro di medicina legale di Cagliari.

La decisione di avvalersi dell’esercito ricade formalmente sull’Azienda Sanitaria Locale che ne deve fare richiesta alla Regione, a sua volta in contatto con il commissario straordinario per l’Emergenza, ovverosia il generale Figliuolo. Al momento si sa dai mezzi di informazione di laboratori mobili attivi in Lombardia e in Abruzzo.

Non si tratta di una novità assoluta, dato che la gestione statale dell’epidemia e lo stato d’emergenza degli ultimi due anni hanno visto un impiego copioso dei militari anche nell’ambito sanitario.

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Igor Giussani: Istantanee dal 2021: Covid, Kabul e COP26

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Istantanee dal 2021: Covid, Kabul e COP26

di Igor Giussani

Il mio ultimo contributo per il 2021 su DFSN intende soffermarsi brevemente su tre fatti che hanno segnato l’anno che sta volgendo al termine: la perdurante epidemia da coronavirus, la riconquista di Kabul per opera dei talebani e la conferenza sul clima COP26 di Glasgow.

 

Pandemia

L’anno scorso, di questo periodo, ci si preparava al Natale all’insegna della presunta ‘sobrietà’ a causa delle pesanti restrizioni imposte per contenere la pandemia, tuttavia si era in trepida attesa dei vaccini anti-Covid, di cui era imminente l’arrivo anche in Italia e, che nei mesi precedenti, erano stati propagandati con efficienza contro il contagio superiore al 90%, annunci a cui erano seguiti immediati rialzi in Borsa dei titoli azionari delle relative aziende produttrici.

In primavera, la politica del premier britannico Boris Johnson della ‘dose unica’ veniva sbandierata quale rimedio geniale che stava mettendo alle corde un coronavirus oramai prossimo all’estinzione: si era scontrato con la “potenza della scienza”, come diceva qualcuno, e sembrava destinato a sparire dalla cronache con la stessa rapidità con cui ci era entrato.

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Mariano Bizzarri: La strana “rivoluzione” contenuta nei vaccini a mRna di Pfizer e Moderna

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La strana “rivoluzione” contenuta nei vaccini a mRna di Pfizer e Moderna

di Mariano Bizzarri

Vaccini o farmaci? Le caratteristiche dei vaccini a MRna fanno di Pfzer e Moderna delle terapie geniche preventive, ossia farmaci somministrati a persone sane

Il dibattito che a tratti emerge sulla stampa riguarda un tema capzioso e complesso: i nuovi vaccini anti-Covid – Pfizer e Moderna – sono realmente tali o rientrano nel novero delle nuove terapie geniche?

La domanda riveste interesse non solo accademico, ma anche giuridico. Un vaccino – in prima approssimazione – è prodotto allo scopo di procurare un’immunità acquisita attiva contro un particolare tipo di infezione, per la quale non si dispone di trattamenti efficaci. Un farmaco, invece, è un prodotto – di origine naturale o sintetica – che interviene sulla biochimica dell’organismo, capace di indurre modificazioni funzionali attraverso un’azione fisica o chimica.

È opportuno sottolineare che i vaccini vengono somministrati a persone sane con l’obiettivo di conseguire un beneficio futuro (azione di profilassi). I farmaci vengono prescritti a persone malate con l’obiettivo di conseguire un risultato immediato.

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