In un rapporto pubblicato in occasione del secondo anniversario del martirio del generale Qasem Soleimani, comandante della Forza Quds del Corpo della Guardia rivoluzionaria islamica iraniana (IRGC), e di Abu Mahdi al-Muhandis, vicecomandante delle forze popolari di Iraq (Al-Hashad Al-Shabi, in arabo), in un’operazione terroristica perpetrata dagli USA in Iraq, il portale web Middle East Monitor ha esaminato le ragioni dell’assassinio dell’alto comandante iraniano da parte di Washington.
Il media ha indicato che queste ragioni sono legate al ruolo di Soliemani nelle vittorie contro gli Stati Uniti nella regione dell’Asia occidentale e alla perdita della sua posizione di unico giocatore che, come conseguenza, ha messo in luce il ruolo di Russia, Cina e Iran nella lotta al terrorismo.
Ricordando la vendita di armi da parte degli Stati Uniti a gruppi terroristici e ad alcuni stati arabi nella regione dell’Asia occidentale, si sottolinea che le azioni strategiche del generale Soleimani hanno contribuito a interrompere il flusso di armi statunitensi e israeliane verso l’ISIS-Daesh e altri gruppi terroristici operanti sul territorio.
“Con le successive sconfitte dei terroristi Daesh in Siria e Iraq [dalle operazioni] guidate da Soleimani e Al-Muhandis e il conseguente crollo del commercio di armi, gli Stati Uniti hanno deciso di assassinare il generale che era un simbolo della resistenza contro questi armati gruppi” spiega nel suo editoriale Middle East Monitor.
Inoltre, si evidenzia che gli omicidi di Soleimani e Al-Muhandis sono stati una chiara violazione della sovranità irachena, un atto esplicito di terrorismo di stato e una violazione del diritto e delle convenzioni internazionali.
Il portale tra l’altro, sottolinea che è stato un altro inutile tentativo di Washington e dei suoi alleati di frenare l’asse della Resistenza che include Iran, Siria, il Movimento di resistenza islamica del Libano (Hezbollah), il Movimento di resistenza islamica palestinese (HAMAS), Jihad e il movimento popolare yemenita Ansarollah, tra gli altri.
Questo perché Soleimani ha svolto un ruolo chiave nel sostenere Hezbollah per espellere in modo umiliante le forze d’invasione israeliane dal Libano nel 2006.
Allo stesso modo, ha svolto un ruolo importante nella sconfitta di Daesh in Siria, nonché nella creazione, addestramento e attività di Al -Hashad Al-Shabi, responsabile dello smantellamento dei gruppi estremisti in Iraq e Siria.
L’analisi si conclude in questo modo: “Il martirio di Soleimani e Al-Muhandis ha mostrato al mondo che la rivoluzione è viva e sarà vittoriosa. Inoltre, i nemici della nazione iraniana furono umiliati dalla grandezza del generale assassinato, che divenne il martire di Al-Quds [Gerusalemme] come figura chiave nella vittoriosa strategia antiterrorismo di Stati Uniti, Israele, Arabia Saudita. e suoi alleati in Asia occidentale ed Eurasia”.
La Redazione de l’AntiDiplomatico
02 Gennaio 2022