È stato sempre così, non poteva essere diversamente nell’epoca del governo guidato da Mario Draghi, un esecutivo fra i più filo-padronali dell’Italia repubblicana.
Questa mattina a Torino, come in altre città italiane, sono in corso manifestazioni contro l’Alternanza Scuola-Lavoro.
Le proteste sono state organizzate dopo la morte, a Udine, di Lorenzo Parelli, 18 anni, colpito da una trave durante l’ultimo giorno di questo abominio dell’Alternanza Scuola-Lavoro, un metodo per educare al precariato le giovani generazioni, svilire il ruolo della Scuola perché non funzionale al sistema economico liberista, e dare al padronato manodopera gratis.
Nel capoluogo piemontese, gli studenti avevano organizzato un presidio e volevano fare un corteo, ma la Polizia glielo ha impedito per le normative anti-covid (ricordiamolo non hanno nulla di sanitario) e la susseguente zona arancione che non permette cortei.
Tanto è bastato per dare il pretesto alla Polizia di effettuare “cariche di alleggerimento” così le chiamano nel mainstream. Alla fine diversi studenti sono rimasti feriti.
Così anche questa volta il dissenso è stato represso.
Nonostante la repressione, oggi in decine di piazze italiane molti giovani si mobiliteranno con la possibilità di far crescere un movimento di rivendicazione a partire dall’abolizione dell’alternanza Scuola-Lavoro.
Ogni circostanza deve essere colta per riorganizzare il conflitto, la lotta di classe nei prossimi mesi, partendo dalla morte di Lorenzo, affinché nessuno, che abbia 18 o 65 anni debba ancora morire per negligenze padronali sul lavoro.
Francesco Guadagni
28 Gennaio 2022