Ucraina 2014, la verità sul massacro di Piazza Maidan. I cecchini spararono sulla folla “per il bene del Paese”

La situazione era degenerata nel momento in cui comparvero sulla scena alcuni misteriosi cecchini che avevano aperto il fuoco sia sui poliziotti che sui manifestanti così da invelenire il clima e preparare le condizioni idonee per il colpo di Stato contro il governo democraticamente eletto. Anonimi tiratori mai identificati avevano inoltre operato attivamente nelle fasi cruciali dei disordini verificatisi in Romania nel 1989, in Russia nel 1993, in Venezuela nel 2002, in Thailandia e Kirghizistan nel 2010, in Tunisia, Egitto, Libia e Siria nel 2011; si tratta di episodi sfociati in golpe (anche se non tutti andarono in porto) a danno dei governi al potere. In quei giorni, come se  non bastasse, venne fuori una conversazione tra il ministro degli Esteri estone Urmas Paet e l’alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza Catherine Ashton in cui il primo rivelava alla seconda che i cecchini non erano stati mandati dal governo Yanukovich, ma agivano presumibilmente su indicazione di «qualcuno all’interno della coalizione d’opposizione», anche perché il nuovo governo si rifiutava ostinatamente di indagare sull’accaduto. L’audio della discussione intercettata dai servizi di intelligence russa e diffusa su ordine di Mosca testimoniava in maniera lampante come la Ashton non fosse rimasta affatto stupita dalla pesante rivelazione di Paet.

Numerose prove a supporto di questa pista sono state raccolte dai servizi segreti ucraini, che nel corso delle indagini entrarono rapidamente in possesso di un filmato in cui si vedeva Sergeij Pašinskij, deputato del partito Bat’kivščyna (lo stesso di Julija Tymošenko), incaricare il funzionario del Ministero degli Interni Jurij Sobolta (fidato collaboratore di Arsen Avakov, anch’egli deputato di Bat’kivščyna divenuto ministro degli Interni in seguito al golpe di ‘Euro-Maidán’) di far sparire un’auto Honda con targa governativa in cui era stato trovato un fucile di precisione dotato di mirino ottico. Era il 18 febbraio 2014. Successivamente, Gabriel Gatehouse della ‘Bbc‘ documentò con una approfondita inchiesta che il 20 febbraio, vale a dire due giorni dopo il ritrovamento del fucile di precisione, alcuni simpatizzanti del fronte anti-Yanukovich avevano aperto il fuoco sia sulla polizia che sulla folla da due edifici affacciati su Piazza Maidán che si trovavano sotto il controllo dei manifestanti. A riferire questa oscura vicenda a Gatehouse era stato un cecchino anonimo chiamato convenzionalmente ‘Sergeij’, il quale rivelò di esser stato contattato un mese prima di ‘Euro-Maidán’ da un ufficiale in congedo che gli aveva proposto di sparare sui manifestanti «per il bene del Paese».

Fonte: https://lindro.it/euro-maidan-cecchini-legati-agli-anti-yanukovich-alle-forze-speciali-usa/

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