[Resistenza] Newsletter n°1-2022: Mattarella bis: nauseabondo teatrino della politica borghese

Newsletter n°1-2022

Milano 4 febbraio 2022

È uscito Resistenza n. 2/2022

Mattarella bis: nauseabondo teatrino della politica borghese

La rielezione di Mattarella al Quirinale è esattamente il contrario di come i media di regime l’hanno descritta: non è una manifestazione di stabilità politica. È il tentativo dei vertici della Repubblica Pontificia di tenere in piedi un sistema politico, quello delle Larghe Intese, avviluppato in uno stallo di lungo periodo, una crisi politica che può avere soluzione solo con una rottura.

Le Larghe Intese sono prigioniere delle regole e delle leggi della democrazia borghese. Ogni volta che sono costrette a passare da una qualche consultazione elettorale, le manifestazioni del distacco e dell’insofferenza delle masse popolari aumentano.

Giorgio Napolitano è stato il Presidente della Repubblica che, per conto dei vertici della Repubblica Pontificia, ha dovuto gestire la situazione quando la manifestazione del distacco e dell’insofferenza per il teatrino della politica borghese ha assunto la forma del voto di protesta per il M5S.

Lo ha fatto rendendosi autore di una serie di forzature e di colpi di mano inediti nella storia repubblicana, finanche rompendo la consuetudine del limite di mandato, facendosi rieleggere nel 2013 per “gestire lo scossone” provocato dall’irruzione in parlamento del M5S.

Sergio Mattarella è il Presidente della Repubblica che ha dovuto fare i conti con la vittoria del M5S alle elezioni del 2018 e con la breccia che i governi Conte (in particolare il Conte 1) avevano aperto nel sistema politico delle Larghe Intese.

È solo in ragione della progressiva sottomissione del M5S al sistema delle Larghe Intese (“l’abbraccio mortale con il PD”) che Mattarella ha potuto manovrare, per conto della UE, degli imperialisti USA e del Vaticano, per cacciare Conte dal governo e installare Draghi.

È grazie a Mattarella se il nostro paese è diventato più succube della Comunità Internazionale degli imperialisti di quanto già non lo fosse, se anche il Consiglio dei Ministri, oltre al Parlamento, è diventato camera di ratifica di decisioni prese altrove. Il “servizio” di Mattarella era concluso allo scadere del suo mandato. Ma i risultati e le prospettive della sua opera hanno alimentato la crisi politica.

Se la rielezione di Napolitano nel 2013 è stata “una tragedia”, per le liturgie del teatrino della politica borghese, la rielezione di Mattarella è una farsa. [Leggi tutto]

Il compito storico in un paese occupato

L’Italia è un paese occupato. Fin dal 1945 l’Italia è occupata dagli imperialisti USA (NATO), che affidarono al Vaticano e alle organizzazioni criminali il governo del paese (il regime della Democrazia Cristiana) per impedire l’avanzata dei comunisti.

Dal 1992 (Trattato di Maastricht) ad essi si sono aggiunti i gruppi imperialisti franco-tedeschi (UE), che dal 2000 hanno imposto la loro moneta (l’Euro) e una serie di altre misure e strutture (BCE, Commissione Europea) finalizzate a ridurre ulteriormente la già limitata sovranità nazionale.

La cupola di potere sorta da questa “alleanza”, inedita nella storia e non ripetibile in nessun altro paese del mondo, è ciò che definiamo vertici della Repubblica Pontificia italiana. Dal 1992, dopo il crollo del regime della Democrazia Cristiana (DC), la forma in cui si traduce questo dominio particolare è il sistema politico delle Larghe Intese (polo PD e gregari e polo Berlusconi e gregari).

Nel corso degli ultimi 30 anni, gli effetti della crisi generale del capitalismo si sono combinati con gli effetti delle misure imposte dai vertici della Repubblica Pontificia e attuate dai governi delle Larghe Intese: dalle privatizzazioni del settore pubblico dell’economia (iniziate con lo smantellamento dell’IRI, 1992) alle liberalizzazioni del mercato (2006), dal MES (2012) al pareggio di bilancio in costituzione (2012), dal Fiscal Compact (2014) fino al Pnrr (2021). [leggi tutto]

Per una nuova liberazione nazionale

Da quando a inizio gennaio il professor Ugo Mattei ha annunciato la ri-costituzione del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) è stato bersagliato da critiche e denigrazioni da tutto lo schieramento di utili e inutili idioti del mainstream al servizio di Draghi e della borghesia e pure da una parte della sinistra che si ritiene esclusiva erede e depositaria dei valori e delle conquiste della Resistenza.

Ugo Mattei ha detto il vero. Serve un nuovo CLN che, come il vecchio, si metta alla testa della mobilitazione popolare per liberare il paese dalle forze occupanti. E ha ragioni da vendere, anche se le condizioni in cui si trova a operare il nuovo CLN sono diverse da quelle in cui operò il suo predecessore per liberare l’Italia dai nazifascisti. Le sue ragioni vanno quindi contestualizzate all’oggi. [leggi tutto]

Dibattito

A chi appaltare il lavoro dei comunisti italiani?

Rispetto alla situazione in Kazakistan è degna di nota – e di critica – la posizione espressa da Massimilano Ay, Segretario del Partito Comunista della Svizzera italiana.

Dice il compagno:

“La lotta di classe oggi si basa su una contraddizione primaria che è quella che vede l’unipolarismo atlantico (cioè l’imperialismo) attaccare l’area eurasiatica a guida russa e cinese, cioè il multipolarismo. Su questa base si leggono tutte le altre contraddizioni che diventano quindi secondarie: non ho detto “meno importanti” o addirittura “illegittime”, ma certamente subordinate a una priorità più grande, senza affrontare la quale non si potrà risolvere nemmeno la questione operaia. Chi non lo accetta potrà anche parlare di “comunismo”, ma appunto: ne parla solamente, e non potrà fare nulla per progredire su quella via”.

Questa posizione ha riscosso vari sostegni e apprezzamenti, fra cui quello di Marco Rizzo, Segretario del PC.

Ma questa posizione è sbagliata, perché inverte aspetti principali e secondari, ed è nociva perché omette i compiti dei comunisti e spiana la strada al disfattismo e alla rassegnazione.

Confidiamo che il compagno Massimilano Ay apprezzi lo spirito costruttivo della critica che andiamo formulando, benché severa, e voglia cogliere l’occasione di sviluppare il dibattito. Vediamo il problema.

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Leggi anche

Ragionare oltre i limiti del senso comune.

La pandemia non è la causa del disastro in cui siamo immersi, ma non è possibile condurre la lotta di classe senza tenere conto delle condizioni concrete che la pandemia determina, delle forme, anche contraddittorie, che assume in questa fase e dei risultati che produce.

Il tempo che ci serve. In una discussione entro un collettivo del P.CARC, un compagno ha portato come argomento l’esistenza o meno del tempo, questione dibattuta in ambito scientifico e specificamente da fisici quali ad esempio Carlo Rovelli, delle cui conclusioni spiegazione breve è che “il tempo non esiste”.

Tutti gli articoli del numero

Documento di aggiornamento della Dichiarazione Generale del V Congresso

Il documento:

– illustra i principali cambiamenti intervenuti nella situazione politica internazionale e nazionale dal 2019 a oggi;

– indica gli insegnamenti che traiamo dall’azione svolta dal nostro Partito per “allargare la breccia”, cioè per approfittare della costituzione e dell’azione dei governi Conte 1 (M5S-Lega) e Conte 2 (M5S-PD) ai fini della creazione delle condizioni necessarie alla costituzione del GBP: i risultati ottenuti, gli errori da correggere e i limiti da superare, le conferme che ne ricaviamo e le scoperte che abbiamo fatto;

– espone gli adeguamenti della nostra linea d’azione al mutato contesto politico. Questo è caratterizzato 1. dall’acuirsi della crisi del regime politico della borghesia imperialista, aggravata dalla persistente pandemia e alimentata dall’operato del governo Draghi, 2. dall’estensione del movimento di resistenza delle masse popolari; 3. dalla spinta dei sindacati di base e alternativi, di organismi e gruppi della sinistra borghese a dare vita a patti d’azione e analoghe iniziative per rafforzare la resistenza popolare. Questa spinta per quanto riguarda i sindacati alternativi e di base si è tradotta in un maggiore coordinamento delle forze e nella promozione di mobilitazioni unitarie; 4. dallo sviluppo di iniziative per dare vita a un partito comunista adeguato ai compiti della fase e del dibattito sulla rinascita del movimento comunista, sul ruolo che i comunisti devono svolgere nel movimento di resistenza popolare, sull’unità dei comunisti, sul bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria e della storia del primo PCI.

Dall’Agenzia Stampa Staffetta Rossa

[Italia] “Lo stato di emergenza lo dichiariamo noi”

[Italia] Incendiamo la prateria!

[Italia] NO all’alternanza scuola-lavoro: la morte di Lorenzo grida vendetta!

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Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)

Via Tanaro, 7 – 20128 Milano – Tel/Fax 02.26306454
e-mail: carc@riseup.net – sito: www.carc.it

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