La drammatica crisi internazionale giunta al culmine in Ucraina dopo anni di tensioni, provocazioni ai confini e violenze, è accompagnata da una nuova, martellante campagna di informazione orchestrata in perfetta continuità di intenti con quella, parimenti asfissiante, che ha legittimato e giustificato i provvedimenti liberticidi e incostituzionali varati a partire dalla crisi pandemica, ampiamente strumentalizzata dai governi.
D’un tratto, l’emergenza sanitaria che ha monopolizzato la comunicazione e il dibattito pubblico fino alla paranoia, che ha sequestrato per mesi lavoratori e lavoratrici, determinato un inedito e inaudito accentramento di poteri decisionali da parte dell’esecutivo, giustificato l’imposizione, a milioni di persone, di un trattamento sperimentale e di scarsa efficacia da parte di uno Stato che non si è assunto alcuna responsabilità ed ha punito i renitenti con la sospensione dal lavoro e la totale esclusione dalla vita sociale, è come svanita.
Sono spariti, di colpo, i virologi “pronto-cassa”, con i loro voltafaccia osceni e i loro insulti grevi e gravi; spariti gli stucchevoli report dagli hub vaccinali, i dati “congetturali” sulle terapie intensive, i decreti a raffica con restrizioni, obblighi e persecuzioni da regime (che restano tuttavia in vigore!), i salotti televisivi allestiti per attizzare odio feroce contro i “disertori-no-vax-terroristi”, le demolitorie e diffamatorie crociate contro docenti, medici, attivisti, politici e giornalisti che facessero appello ai dettami della Costituzione o alle ragioni della dialettica scientifica e democratica.
Questo radicale e repentino spostamento del dibattito e dell’attenzione generale sulla guerra nell’Est Europa è causato dalla rottura di equilibri delicati e dalla bulimia di un Mercato sempre più predatorio e disumano, costantemente a caccia di risorse e masse da sfruttare emette a nudo i veri interessi del governo e le manipolazioni propagandistiche del mainstream, ma, soprattutto, rivela lo sconcertante, calcolato approdo della gestione pandemica, evidente nella proroga insensata dello stato di emergenza fino a dicembre, nello stanziamento di milioni e milioni di euro per la conduzione di operazioni belliche affidate a quello stesso generale Figliuolo che fino a pochi giorni fa chiedeva le liste di proscrizione dei non vaccinati, nella messa al bando di ogni personalità o voce che inviti a valutare l’estrema complessità della situazione politica in Ucraina, ovvero l’incidenza di quei fattori socio-economici e storico-culturali che non possono essere ignorati, pena l’avvilente riduzione della Storia a un fumetto in cui l’eroe buono si contrappone al distruttore nefando e immancabilmente “pazzo”.
Nelle dichiarazioni e opzioni politiche e militari del governo Draghi, volte a innalzare irresponsabilmente il livello dello scontro tra un’Ucraina destabilizzata dalla NATO già dal 2014, con l’ausilio di forze nazi-fasciste, e una Russia interessata spregiudicatamente a mantenere il controllo sulla propria storica sfera di influenza economica e politica, il Coordinamento no green pass di Napoli ravvisa la stessa semplificazione brutale delle variabili in gioco, le stesse collaudate strategie comunicative e gli stessi dispositivi repressivi che hanno connotato la gestione della pandemia, sostituita, oggi, dalla minaccia che la Russia costituirebbe per quelle libertà evocate ipocritamente e con effetti grotteschi da chi le sta palesemente calpestando, negando o condizionando alla rinuncia ai diritti basilari.
Respinge, dunque, con forza e sdegno, la pesante ingerenza Nato e Ue nella vicenda ucraina, la riesumazione della retorica nazionalistica e patriottarda con cui la coscienza critica del paese è stata narcotizzata prima di ogni disastro bellico, la creazione del nuovo nemico pubblico, ridicolmente additato nel “no-vax filorusso”; condanna la vergognosa censura che ha già colpito illustri musicisti, artisti e docenti, accusati di “collaborazionismo” con lo “zar” Putin, l’estromissione degli sportivi russi dalle competizioni internazionali, l’inaccettabile distinzione tra vittime ucraine, degne di compassione e soccorso, e vittime delle zone russofone, “sacrificabili” agli interessi economici e alle mire imperialistiche di una coalizione di stati che ha già più volte disatteso accordi solennemente stipulati e promosso annessioni indebite.
Non possiamo consentire che il terrore di una guerra nucleare subentri a quello del virus assassino, configurandosi, così, come un normale strumento di governo, né possiamo tollerare che si usino per sterminare altri popoli e arricchire la lobby internazionale delle armi quelle risorse che invano abbiamo chiesto di investire nel potenziamento e miglioramento dei servizi e dello stato sociale.
Contesteremo le deliberazioni del nostro governo guerrafondaio e lotteremo per scongiurare la trasformazione dell’emergenza in ordinaria amministrazione. È tempo che alla logica della sopraffazione e della prevaricazione mascherata da intervento umanitario si sostituisca il rispetto per l’autodeterminazione dei popoli, in un assetto finalmente multipolare, in cui la riduzione di vaste zone del mondo a “colonie estrattive” sia ripudiata tanto quanto lo sono i massacri atroci compiuti e minacciati da quegli stessi capi di stato che fino a ieri si sono accreditati come paladini della “Scienza”, e che oggi smaniano per usare la clava atomica.
Coordinamento No Green Pass Napoli
03/03/2022
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