La Nato punta ad un esercito permanente ai confini con la Russia

“Siamo in mezzo a una trasformazione fondamentale” – così si esprime Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, che si riferisce al nuovo scenario mondiale che, a suo dire, avrebbe portato l’operazione militare russa in Ucraina.

Dall’ingresso delle truppe russe in territorio ucraino la NATO si sta muovendo in una direzione che non sembra quella della pace e della distensione ma, al contrario, quella dell’aumento della tensione. Nelle ultime ore dai comandi dell’Alleanza atlantica fanno sapere di voler rafforzare la presenza militare ai confini con la Russia.

Si tratta, per utilizzare le parole del segretario generale, di “una nuova normalità per la sicurezza europea”. Ricordiamo tutti quando, in piena crisi sanitaria si parlava lo stesso di nuova normalità a cui i cittadini europei si sarebbero dovuti abituare.

Oggi, con la stessa baldanza, i politici occidentali e nello specifico la NATO continuano a soffiare sul fuoco di un possibile conflitto che trascinerebbe l’Europa nella terza guerra mondiale. A farne le spese però sarebbero proprio i Paesi europei, schiacciati tra gli Stati Uniti e la Russia.

Va notato come siano proprio alcuni Paesi europei, in particolare l’Italia, a mostrarsi tra i più determinati nel sanzionare la Russia e dotare l’Ucraina di maggiori rifornimenti di armi e mezzi. E mentre accade questo gli analisti prevedono un lungo periodo di crisi per il nostro Paese e non solo a livello energetico.

Quello a cui punta la NATO è la presenza di un esercito permanente ai confini dei Paesi membri, soprattutto quelli più vicini alla Russia. La paura degli atlantisti è che Putin non si fermi all’Ucraina ma che possa voler proseguire l’espansione verso l’occidente. Ma a chi giova davvero uno scenario del genere?

A Putin, che si ritroverebbe il mondo contro e una oggettiva sproporzione delle forze militari a suo sfavore, oppure alla NATO e agli affaristi del settore militare che possono convincere gli europei a spendere di più per la difesa?

La corsa agli armamenti sembra più legata a questa seconda ipotesi che non ad un reale pericolo derivante da una ipotetica invasione russa dell’Europa. E poi non si capisce un fatto: mentre i media di regime parlano di una Russia che di fatto sta perdendo il conflitto in Ucraina, l’Alleanza atlantica agita lo spettro di una invasione russa in Europa. Intanto anche la Finlandia e la Svezia vengono pressate affinché entrino a far parte della NATO.

La Finlandia potrebbe decidere di entrare entro l’estate. Il primo ministro finlandese, la socialdemocratica Sanna Marin, ha dichiarato che “la Russia non è il vicino che noi pensavamo che fosse” e per questo ha sollecitato la decisione di una eventuale entrata nella NATO al più presto. Sembra comunque che la maggior parte dei partiti del Paese abbiano dato il loro assenso all’ingresso della Finlandia nella NATO. Sul fronte svedese si suona la stessa musica.

Il parlamentare europeo Tomas Tobé ha affermato che sei svedesi su dieci approvano l’ingresso del loro Paese nell’Alleanza atlantica. “La Svezia deve costruire una difesa insieme agli altri ed è chiaro che Putin non si fermerà in Ucraina. Dobbiamo prendere decisioni di responsabilità per la sicurezza della Svezia” – ha spiegato il parlamentare europeo.

Sembra tuttavia che il conflitto in corso in Ucraina abbia galvanizzato la NATO che in questo modo potrebbe costringere di fatto sia la Finlandia che la Svezia a diventare membri senza che vi sia stata una decisione democratica all’interno dei rispettivi Paesi.

Edoardo Gagliardi

10 Aprile 2022

LA NATO PUNTA ALL’ESERCITO PERMANENTE AI CONFINI CON LA RUSSIA (byoblu.com)

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