“Pace o condizionatori”. Draghi rincara la dose

In una intervista rilasciata al Corriere della Sera il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha espresso la posizione del Governo in merito all’attuale conflitto tra Russia e Ucraina, nonché sulla situazione economica e sanitaria italiana.

L’Ucraina ha davvero bisogno di armi?

Nel consueto stile di Draghi non sono presenti autocritiche, passi indietro o ripensamenti rispetto alle scelte prese in questi ultimi mesi, anzi, viene rivendicato tutto con orgoglio. Interpellato, per esempio, sulla scelta di inviare armi in Ucraina Draghi non ha espresso alcun dubbio: “Le sanzioni sono essenziali per indebolire l’aggressore, ma non riescono a fermare le truppe nel breve periodo. Per farlo, bisogna aiutare direttamente gli ucraini, ed è quello che stiamo facendo. Non farlo equivarrebbe a dire loro: arrendetevi, accettate schiavitù e sottomissione”.

Dichiarazioni che sarebbero accettabili se l’Ucraina non fosse dotata di un esercito addestrato e ben equipaggiato, mentre sappiamo che Kiev ha ricevuto nel corso degli ultimi anni cospicui finanziamenti da parte americana. Secondo il Security Assistance Monitor del Center for International Policy, nei sette anni dall’inizio del 2014 alla fine del 2020, le forniture americane all’Ucraina sono cresciute costantemente, per un totale di un miliardo e 993 milioni di dollari.

Il Governo italiano sta quindi fornendo armi ad un esercito ben equipaggiato e foraggiato dalla Casa Bianca. Occorre poi aggiungere che le armi italiane possono finire nelle mani del battaglione neonazista Azov, già responsabile di crimini di guerra.

Le sanzioni fanno bene?

L’intervista di Draghi sembra poi assumere i toni della propaganda di guerra quando viene affrontato il tema delle sanzioni e delle loro conseguenze: “La Commissione europea e tutti gli alleati sono convinti dell’efficacia delle sanzioni “. Occorre però ricordare che il pacchetto di sanzioni contro la Russia da parte dell’Unione europea è in vigore dal 2014. Otto anni di misure economiche che non hanno avuto alcun tipo di effetto nel fermare il conflitto.

L’unico risultato ottenuto dalle sanzioni finora sono stati i danni economici che l’Italia ha patito più di qualsiasi altro Stato europeo. 1,3 miliardi di euro è la perdita sul made in Italy stimata da Coldiretti a causa delle sanzioni imposte a Mosca già prima del conflitto.

Ancora la storia dei condizionatori

Draghi però sembra voler tirare dritto e dà ormai per scontato lo scenario della chiusura dei rifornimenti di gas dalla Russia: “Non vogliamo più dipendere dal gas russo, perché la dipendenza economica non deve diventare sudditanza politica. Per farlo, bisogna diversificare le fonti di energia e trovare nuovi fornitori”. Diversificare richiede tempo e ha un costo economico non indifferente. Anche il recente accordo con l’Egitto riguarda infatti la fornitura di gas liquefatto, che per essere utilizzabile ha bisogno di essere riconvertito.

E anche sull’infelice frase relativa all’assurda ipotesi di dover scegliere tra la pace e i condizionatori accesi, Draghi non fa alcun passo indietro: “La pace è il valore più importante, indipendentemente dal sacrificio, ma in questo caso il sacrificio è anche piccolo”. E chissà cosa ne pensano di questo piccolo sacrificio tutti quei cittadini italiani che si sono visti arrivare bollette con un rincaro del 55%.

Michele Crudelini

17 Aprile 2022

PACE O CONDIZIONATORI?DRAGHI RINCARA LA DOSE (byoblu.com)

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