Beni congelati agli “oligarchi” russi. Ora noi italiani ci facciamo carico del loro mantenimento!

Il pacchetto di sanzioni contro la Russia danneggia in particolare gli Stati europei. Questo è un fatto. Sono già diverse le richieste di sacrifici ai cittadini italiani fatte dal Governo italiano in vista del sempre più probabile blocco delle importazioni di gas da Mosca.

Se morire per Kiev non è accettabile, costringere i cittadini a morire di freddo per l’Ucraina è invece uno scenario ritenuto tollerabile. Ci sono però effetti delle sanzioni occidentali che sembrano all’apparenza secondari, ma che in realtà colpiscono in maniera altrettanto importante le tasche dei contribuenti.

Il congelamento dei beni russi

Alla fine dello scorso febbraio l’Unione europea ha infatti emanato un regolamento che prevede il congelamento dei beni ad una lista di cittadini russi ritenuti vicini a Vladimir Putin. I regolamenti europei sono atti giuridici vincolanti e quindi obbligatoriamente da applicare in tutti gli Stati membri. Così l’Italia ha dovuto porre i sigilli a tutta una serie di beni tra cui ville di lusso e yacht.

Cosa significa nello specifico? Secondo il decreto legge del 2007 sul tema del congelamento dei beni, è l’Agenzia del Demanio che deve farsi carico della loro gestione, garantendone però il corretto mantenimento. In sostanza i beni non possono essere distrutti, deteriorati, ma nemmeno affittati o venduti. C’è però un grosso problema.

Quanto costa allo Stato mantenere i beni russi?

Il mantenimento di questi beni ha un costo. Prendiamo per esempio il super yacht di Andrej Melnichenko, primo azionista della SUEK ossia la principale azienda di carbone russa. Bene quello di Melnichenko non è un semplice yacht, ma è il trialberi più grande al mondo con 143 metri di altezza e un valore di 540 milioni di euro. In questo momento si trova fermo nel porto di Trieste e l’Agenzia del Demanio deve provvedere al suo mantenimento.

Quanto costa? Solo di manutenzione, lo yacht richiede 1.000 euro al giorno. Poi ci sono i costi di ormeggio, acqua ed elettricità: altri 2.000 euro al giorno. Poi ci sono gli stipendi dell’equipaggio che devono essere presenti a bordo con una certa costanza. Morale della favola si arriva a circa 200.000 euro al mese, 2,4 milioni di euro all’anno solo per il superyacht.

A questo dobbiamo sommare i costi del mantenimento di tutte le altre imbarcazioni e di tutte le ville congelate. Sappiamo che l’Agenzia del Demanio ha ora il controllo di circa 1 miliardo di euro di beni dei cittadini russi. Non è quindi una stima irrealistica pensare che lo Stato italiano debba sborsare una cifra che oscilla tra i 50 e i 100 milioni di euro l’anno per il corretto mantenimento di questi beni.

Il vandalismo inutile che costa caro ai contribuenti

Oltre al danno arriva poi la beffa. Perché si continuano a susseguire gli atti vandalici contro i beni dei cittadini russi. Come il tentativo di incendio della villa sul lago di Como di proprietà di Vladimir Soloviev, presentatore televisivo russo. Oppure l’imbrattamento con vernice rossa sempre ai danni di un’altra villa di Soloviev. Azione che era stata definita “spettacolare ed efficace” dal quotidiano Repubblica. Peccato che quell’azione “spettacolare ed efficace” dovrà essere ora ripagata con i soldi dei contribuenti, visto che il costo del ripristino allo stato originale è interamente a carico dell’Agenzia del Demanio.

Ora, nel tentativo di svincolarsi da questo peso, l’Agenzia del Demanio ha chiesto al Ministero delle Finanze di “rivedere la normativa sul congelamento”. L’obiettivo sembra essere quello di arrivare ad affittare i beni e con i proventi pagare le spese di manutenzione. La domanda però è: chi si può permette di affittare simili beni di lusso con la clausola di non poterli praticamente toccare?

Nel frattempo i ricchi cittadini russi oggetto del congelamento non stanno a guardare. Sembra che Melnichenko, il proprietario del super yacht di Trieste si sia infatti affidato ad uno studio legale italiano per tentare un ricorso al TAR e riavere indietro l’imbarcazione. Insomma altri soldi da sborsare per lo Stato italiano. Abbiamo contattato lo studio legale genovese, menzionato in diversi quotidiani mainstream, ma hanno smentito di avere ricevuto incarichi da Melnichenko.

Finora il congelamento dei beni ai cittadini russi non ha prodotto alcun effetto tangibile sul conflitto in Ucraina: l’intensità del conflitto non si è ridotta e in Russia nessuno sta patendo la fame a causa delle sanzioni. Per ora il congelamento dei beni viene pagato per milioni di euro dallo Stato italiano, anzi dai suoi contribuenti.

Michele Crudelini

28 Aprile 2022

BENI CONGELATI AI RUSSI: LO STATO ITALIANO SPENDE MILIONI DI EURO PER MANTENERLI (byoblu.com)

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