La facilità nel trovare miliardi di euro da spendere in armi è davvero scandalosa. Ancor di più se raffrontata alla difficoltà (evidentemente voluta) nel reperire le stesse risorse per la sanità, l’istruzione, per la formazione lavorativa o per salvare un Paese in difficoltà.
L’Italia si avvia ad aumentare di 14 miliardi di euro all’anno la spesa per la difesa. 14 miliardi all’anno, il doppio di quel che investe nelle università. Sono soldi nostri, non li stampa Draghi. Soldi nostri che finiscono (per lo più) in armi in un momento in cui crolla il potere d’acquisto degli italiani. Qualcuno neppure se ne accorge mentre centinaia di migliaia di persone sono costrette a modificare addirittura le scelte alimentari di base.
L’Europa strozzò la Grecia quando la si poteva salvare con cifre infinitamente inferiori a quelle che si stanno “investendo” affinché la guerra in Ucraina non abbia fine. Per non parlare dei 30 miliardi di dollari (più o meno una legge finanziaria in Italia) che Biden ha chiesto al Congresso di spendere per Kiev. Una parte (forse) andrà in aiuti umanitari. La gran parte non andrà a Kiev ma a Boston, Chicago, Bethesda e alle altre città che accolgono le industrie belliche nordamericane.
L’Europa si sta suicidando mentre la parola “negoziato” pare sia stata proibita, cancellata, bruciata come quei libri dati alle fiamme nelle dittature novecentesche. Il pensiero dominante, bellicista, “Washingtoncentrico” portato avanti – nonostante la gran parte della pubblica opinione contraria – da orde di trombettieri del conformismo, piccoli e meschini “marines da divano”, non contempla alcuna opposizione. Che parlino le armi e basta. Il tutto mentre lo stato sociale sparisce, i lavoratori si estinguono, gli ucraini muoiono (così come i soldati russi), l’Europa tradisce se stessa, il Papa si domanda “se vi sia la volontà di evitare l’escalation” ed i palestinesi sperano che qualcuno si ricordi di loro.
Nel 2011 un Assange ancora in libertà, parlando della guerra in Afghanistan, svelò i reali interessi dell’occidente: «l’obiettivo è una guerra eterna, non una guerra di successo. L’obiettivo è utilizzare l’Afghanistan per riciclare denaro delle basi fiscali degli Stati Uniti e dei paesi europei attraverso l’Afghanistan e riportarlo nelle mani delle élite della sicurezza transnazionale». Traduzione? Trasferire le tasse degli americani e degli europei direttamente nei bilanci dell’industria bellica. Adesso sostituite la parola Afghanistan con la parola Ucraina.
Alessandro Di Battista
01/05/2022