Il gas ce l’ha tagliato l’Ucraina, e nessuno protesta

Altro che la Russia. Alla fine il gas ce l’ha tagliato l’Ucraina: e proprio nel momento in cui una grossa società tedesca, la VGN, ha accettato di pagare il gas russo in rubli, come del resto l’Ungheria e, pare, vari altri Stati UE.

Il pagamento in rubli è in sostanza un modo per continuare ad avere il vitale gas russo aggirando le sanzioni alla Russia che l’UE ha istituito. L’Ucraina, chiudendo il rubinetto, di fatto ha detto che l’aggiramento non s’ha da fare e ha dettato un’altra volta la linea dell’UE, pur non facendone parte. Una linea che prevede di fare piangere la Russia a tutti i costi: anche a costo di non importare più energia e di piangere noi stessi molto di più.

Assordante il prono silenzio di Bruxelles.  Quando la Russia ha chiuso il gas a Polonia e Bulgaria – due falchi antirussi che hanno rifiutato il pagamento in rubli – la presidente della Commissione Europea si è rumorosamente e pomposamente  indignata per quello che ha definito un ricatto della Russia. Stavolta tace. Nessun tentativo di aggiustare le cose in Ucraina. Neanche una parola di solidarietà per chi si ritrova col gas tagliato: che una parola non costa niente e non ha neanche effetti pratici.

Ma una parola sarebbe stata simbolica, e simbolico è anche tacere. Ursula von der Leyen, evidentemente, condivide la visione del mondo dell’Ucraina: l’Europa è lo zerbino degli USA; il principale compito dell’UE  è quello di soffrire nel tentativo di far soffrire la Russia.

La cronaca. Ieri, martedì, l’Ucraina ha deciso di bloccare il passaggio del gas russo nel punto di compressione di Novopskov e nella vicina stazione di misurazione Sokhranivka. Si trovano in territorio occupato dalle truppe russe. Secondo l’Ucraina, passa di lì il 33% circa del flusso destinato all’Europa occidentale. Secondo il colosso del gas russo Gazprom, invece, passa di lì solo (si fa per dire) il 25% del gas.

Come giustificazione, l’Ucraina ha citato “cause di forza maggiore” legate a “interferenze” da parte delle forze di occupazione. Ha inoltre affermato che il gas russo diretto ad Ovest può seguire la rotta che passa per Sudzha, situata in territorio controllato dall’Ucraina.

Per trovare la versione completa dei fatti secondo Gazprom bisogna far ricorso a fonti provenienti dall’Azerbaijan. Gazprom dice che il punto di compressione Novopskov è sotto il controllo dell’esercito russo dal 9 marzo e che da allora ha sempre funzionato normalmente. I tecnici ucraini hanno continuato e continuano a lavorare a Sohranovka e Novopskov. Nessuno si è mai lamentato. Non esistono ostacoli ad andare avanti così.

Inoltre – e questo lo riportano con chiarezza le fonti occidentali – secondo Gazprom è tecnicamente impossibile dirottare il gas verso Sudzha.

Infatti oggi il flusso gel gas russo verso l’Europa è diminuito del 25%. Il prezzo del gas europeo, già stratosferico, è ancora aumentato. Non si registrano contromosse e nemmeno proteste o pressioni sull’Ucraina da parte dei Paesi che si ritrovano con meno gas. In Europa, Washington e Kiev in questo momento vanno di moda molto più che Mosca.

GIULIA BURGAZZI

11/05/2022

Il gas ce l’ha tagliato l’Ucraina, e nessuno protesta – Visione TV

 

Integriamo le informazioni contenute nell’articolo di Giulia Burgazzi di Visione Tv con un lancio dell’Agenzia russa TASS

Gazprom: “L’Ucraina ha lasciato un solo ingresso per il transito del gas verso l’Europa”

Il portavoce di Gazprom Sergey Kupriyanov ha detto che l’Ucraina ha lasciato un solo ingresso per il transito del gas verso l’Europa, il che riduce significativamente l’affidabilità della sua fornitura di gas.

Gazprom adempie pienamente ai suoi obblighi nei confronti dei suoi consumatori, fornisce gas in conformità con il contratto e l’accordo dell’operatore, i servizi di transito sono interamente pagati. Allo stesso tempo, l’Ucraina ha creato tali condizioni quando il transito di gas attraverso il suo territorio è inferiore del 34% rispetto alle capacità riservate e pagate da Gazprom. Inoltre, l’Ucraina ha lasciato un solo ingresso per il transito in Europa, il che riduce significativamente l’affidabilità della sua fornitura di gas”, ha detto sul canale televisivo Rossiya-24.

Il 10 maggio, l'”Operatore del GTS dell’Ucraina” ha riferito che dall’11 maggio interrompe il transito del gas verso l’Europa attraverso la stazione di Sokhranivka per cause di forza maggiore – la società presumibilmente non può controllare la stazione di compressione di frontiera di Novopskov nella regione di Luhansk.

La società statale dell’Ucraina per la produzione, il trasporto e la lavorazione di petrolio e gas naturale NJSC Naftogaz ha anche notificato a Gazprom che se la fornitura di gas dalla parte russa a Sokhranovka continua, i volumi ai punti di uscita dal GTS ucraino saranno ridotti.

Tuttavia, la holding russa di gas non ha visto alcun motivo per interrompere il pompaggio nella modalità precedente e ha riferito di non aver ricevuto alcuna conferma delle circostanze di questa forza maggiore. In risposta alla proposta dell’OGTSU di trasferire tutti i volumi di transito in un altro punto di ingresso per il gas di transito russo, la più grande stazione di distribuzione del gas Sudzha nella regione di Kursk, Gazprom ha osservato che questo è tecnologicamente impossibile da fare sulla base dello schema di flusso russo.

Mercoledì, Gazprom ha riferito che l’11 maggio, il gas per l’Europa in transito attraverso l’Ucraina viene fornito per un importo di 72 milioni di metri cubi.m. Alla vigilia del volume di applicazioni era di 95,8 milioni di metri cubi.m.

MOSCA, 11 maggio. /TASS/

(traduzione e rielaborazione testo: ambienteweb.org – ci scusiamo per eventuali imprecisioni)

Gazprom ha detto che l’Ucraina ha lasciato un solo ingresso per il transito del gas verso l’Europa – Economia e affari – TASS

Sharing - Condividi