Copione già scritto. Il The New York Times fa lo “scoop” sulla strage di civili compiute dall’aviazione americana in Medio Oriente in particolare in Siria, si prende il Premio Pulitzer, il Pentagono come sempre nega le responsabilità, però Washington resta impunita, salva così la faccia, mostrandosi al mondo come una “vera democrazia”, dove in fondo puoi denunciare, beccarti il tuo premio, ma cosa importa poi se qualche disgraziato dall’altra parte del mondo è rimasto ucciso o mutilato? Cosa importa se chi ha denunciato i crimini di guerra degli Stati Uniti come Julian Assange langue da tre anni in una prigione di massima sicurezza a Londra e rischia l’estradizione negli Stati Uniti e conseguentemente 175 anni di carcere?
Appunto, il copione è già scritto, le “democrazie” vivono sullo scandalo che nasce – come diceva il regista Dino Risi – quando i giornali cominciano a diffondere dei segreti che tutti conoscono. E così si legittimano il loro modus operandi davanti alla loro opinione pubblica.
Veniamo al fatto.
Il Pentagono ha concluso un’indagine interna sull’attacco aereo statunitense del marzo 2019 a Deir Ezzor, nel nord-est della Siria, che ha provocato la morte di oltre 60 civili, giustificandosi con il fatto che “non si è trattato di una violazione delle regole di ingaggio dei militari”, aggiungendo che nessuno dovrebbe essere ritenuto responsabile.
Un riassunto declassificato dell’inchiesta, pubblicato il 17 maggio, sostiene che il comandante statunitense che ha effettuato l’attacco “non era a conoscenza” della presenza di civili nel raggio dell’esplosione, accusando invece le forze curde di aver falsamente confermato che i non combattenti non erano presenti al luogo. Altra dimostrazione di come gli statunitensi usino i loro alleati addossandogli la colpa del massacro, in sostanza.
Nel report si aggiunge che il comandante degli Stati Uniti “ha agito in modo ragionevole e nei limiti” del diritto internazionale e “ha dimostrato consapevolezza e preoccupazione per [le vittime civili] e ha adottato misure per mitigare i danni”.
Se non ci fossero dei morti, verrebbe davvero da ridere per queste dichiarazioni di un cinismo abominevole.
“Stiamo ammettendo che, sì, abbiamo ucciso alcuni civili innocenti, donne e bambini, nel 2019 a Baghuz, in Siria. Stiamo ammettendo di aver commesso quegli errori. Che le nostre operazioni si sono concluse con l’uccisione di persone innocenti”, ha ammesso l’addetto stampa del Pentagono John Kirby. Lo ha ammesso tanto, oltre al fatto di giustificare questo atto, chi mai punirà gli Stati Uniti d’America?
Nel novembre dello scorso anno, l’esercito americano ha giustificato lo stesso attacco aereo in una dichiarazione, sostenendo che era “necessario” per eliminare 16 combattenti armati dell’ISIS.
La dichiarazione è arrivata sulla scia di un articolo approfondito del New York Times (NYT), in cui si afferma che l’esercito americano ha insabbiato l’apparente crimine di guerra commesso vicino alla città di Baghuz il 18 marzo 2019.
Secondo quanto aveva riportato il NYT, un jet d’attacco F-15E statunitense aveva sganciato una bomba da 500 libbre su una “grande folla di donne e bambini rannicchiati sulla riva di un fiume”. Questo attacco è stato seguito da due bombe da 2.000 libbre che hanno ucciso la maggior parte dei sopravvissuti al primo attacco.
Inoltre, nell’inchiesta giornalistica si precisa che i funzionari del Combined Air Operations Center dell’esercito americano presso la base aerea di Al Udeid in Qatar avevano immediatamente messo in dubbio le ragioni dell’attacco, con almeno un messaggio su un sistema di chat sicuro che recitava: “Abbiamo appena lasciato al suolo 50 donne e bambini.”
Secondo un altro articolo del NYT, pubblicato a dicembre, una cellula statunitense top secret nota come Talon Anvil era responsabile dell’attacco del 2019.
Secondo quanto fu svelato all’epoca, questa oscura unità militare statunitense aveva aggirato le salvaguardie e ordinato attacchi aerei che hanno ucciso un numero incalcolabile di civili in Siria, con il pretesto di prendere di mira i combattenti dell’ISIS.
Tra l’altro si evidenziava che Talon Anvil ha svolto un “ruolo fuori misura” nello sgancio di oltre 100.000 bombe nel paese arabo dilaniato dalla guerra.
Un ex membro di Talon Anvil ha detto al NYT che la cellula d’attacco spesso decideva che qualcosa era un bersaglio nemico con scarse prove a sostegno. Ma quando il sospetto sulle loro tattiche cresceva, Talon Anvil iniziò a classificare quasi tutti i suoi attacchi come difensivi, anche quando i bersagli erano a 100 miglia di distanza dalle linee del fronte.
Francesco Guadagni
17/05/2022