[Rete Ambientalista] Libertà di informazione e ruoli del giornalismo

Solidarietà come strumento di lotta dei Movimenti

“Avanti così! Siete uno dei pochi presidi della libera informazione su cui ancora gli Italiani possono contare! Il mio contributo non mancherà mai!” “Grazie per la vostra tenace nobilissima resistenza civile!” “Un grande fraterno abbraccio, grazie per le tue indomite lotte!” “Oggi come ieri, ricordi quando ti minacciavano con telefonate e scritte sui muri…” 

Siamo noi che ringraziamo voi tutti per la solidarietà al Movimento di lotta per la salute Maccacaro, espressa anche con sottoscrizioni. “Oggi come ieri”: eh già, il pensiero va alle minacce del 2009 che ci accusavano di aver portato Solvay in tribunale e di voler chiudere lo stabilimento di Spinetta Marengo. Furono un capitolo da aggiungere alle rappresaglie aziendali (fallite) che avevano già riempito i primi volumi del libro “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”.  Un capitolo che rileggiamo con emozione: clicca qui. Continua a essere vero: solidarietà come strumento di lotta dei Movimenti.

Lino Balza

Solidarietà come strumento di lotta dei Movimenti. – RETE Ambientalista (rete-ambientalista.it)

 

Libertà di informazione e propaganda di guerra. Il giornalismo embedded.

Kiev non ha apprezzato (di fatto chiedendo la censura) che alcuni media francesi, l’agenzia di stampa France Presse e le tv LCI, privata, e France 2, pubblica, abbiano accettato di farsi accompagnare dalle truppe russe per visitare le zone occupate del Sud dall’Ucraina, tra cui le città di Mariupol e Kherson. “Se accetti di muoverti con l’esercito russo, accetti di mostrare al mondo solo quello che loro vogliono far vedere”, ha detto la portavoce dell’ambasciata d’Ucraina a Parigi. Non è altrettanto vero che “Se accetti di muoverti con l’esercito ucraino , accetti di mostrare al mondo solo quello che loro vogliono far vedere”?

Il caso Assange per capire la libertà di informazione in Italia.

Torniamo in piazza per Julian Assange mentre osserviamo   che anche in Italia la libertà di stampa  e d’informazione sta vivendo un grave momento. Ce lo dimostrano i gravi  colpi inferti  ai giornalisti che lavorano per la  trasmissione REPORT (e perfino nel nostro piccolo noi siamo stati oggetto di minacce). Chi cerca di dare una informazione veritiera su questioni fondamentali  che possono  responsabilizzare e rendere più consapevoli cittadine e cittadini viene intimorito, ostacolato, infangato. Stiamo assistendo  a una situazione che ci porta a Julian Assange. Julian ha vissuto e sta vivendo tutto questo. Il carcere si aggiunge, con la promessa che se verrà estradato negli Stati Uniti  di anni di carcere ce ne saranno per lui 175 da scontare. Non ha commesso crimini. Li ha denunciati. Come giornalista d’inchiesta  ha svelato verità  ritenute molto scomode dagli Stati Uniti. Queste Verità contengono crimini, delitti commessi da un esercito in ‘missione di pace’. Julian per aver fatto bene il suo lavoro, sta pagando duramente dal 2010. E ora l’estradizione  con quest’ultima firma del ministro  dell’interno inglese, può essere imminente.

Ora che sta succedendo  qui da noi, in Italia, capiremo  meglio il meccanismo infernale per cui la libertà di stampa  disturba chi ce la vuole togliere, chi vuol punire coloro che fanno un giornalismo autentico, professionale? Vogliamo provare ad immaginarci una stampa soggiogata totalmente dai  poteri forti? La nostra Rete dei Movimenti Ecopacifisti fa argine.

Informazione dalla Palestina.

Riceviamo da zeitun.infoClicca qui.

La potenza del mezzo televisivo.

La fiction che ha lanciato definitivamente davanti al grande pubblico Volodymyr Zelensky  è del 2015, sono seguite altre due serie nel 2017 e 2019. Narra di un professore che, con un video messo su Youtube dai suoi studenti, diventa un personaggio famoso al punto da diventare capo di Stato. Cosa che a Zelensky, sull’onda di quel successo tv, è accaduta davvero con l’elezione a presidente dell’Ucraina il 20 aprile del 2019 con il 70% dei voti. La serie ora si può vedere su Netflix, in russo con i sottotitoli.

Curdi, la miopia e la vergogna dell’occidente.

Pochi, nel mondo dell’informazione, stanno commentando le pressioni turche su Svezia e Finlandia dicendo che i curdi saranno verosimilmente “il prezzo da pagare” per l’allargamento dell’alleanza atlantica in Europa, cioè la vendita a Erdogan  dei suoi dissidenti e oppositoriSe qualcuno dovesse affermare che è razzismo non rispettare il popolo curdo quanto quello ucraino, si sentirà rispondere che l’Ucraina è più vicina. Mariupol dista però da Roma 3.036 chilometri, mentre la provincia di Aleppo, dove i curdi delle Ypg-Ypj sono stati in questi mesi bombardati dalla Turchia e assediati da Assad, 2.934 chilometri. Ciò che Erdogan sta negoziando è un’ulteriore via libera della Nato a operazioni militari nella Siria del nord-est, dove gli Stati Uniti hanno truppe e dove Erdogan intende distruggere le conquiste democratiche siriane e irachene, autoctone e secolari, promosse dal Pyd e dal Pkk in questi anni. Inoltre la miopia occidentale ignora che l’esercito turco tiene sotto il suo comando in Siria bande criminali come Ahrar al-Sharqiya e Failaq Al-Majd, che commettono crimini contro l’umanità e in cui militano ex miliziani di Daesh e Al-Qaeda. Clicca qui.

A Roma contro la guerra e l’invasione turca del Kurdistan.

Mobilitazione per il 4 giugno. Parallelamente all’invasione turca nel Kurdistan del Sud (Nord Iraq) e gli attacchi continui della Turchia al Rojava, l’esercito iracheno ha aumentato massicciamente la sua presenza militare nell’area di insediamento degli yazidi e sta attaccando gli yazidi sopravvissuti nel 2014 al genocidio dello Stato Islamico per smantellare la loro amministrazione autonoma e le proprie strutture di autodifesa. Clicca qui.

Campagna “AGLIO SOLIDALE E NON SOLO…” per aiutare i Curdi.

“Verso il Kurdistan”, con altre associazioni, sta lavorando ad un ambizioso progetto per dotare Shengal di un ospedale attrezzato ed ha già inviato un contributo di 30 mila euro. C’è ancora molta strada da fare col tuo aiuto. Shengal si trova in una zona montagnosa, molto arida. Mentre continua l’invasione turca del Sud Kurdistan (nord Iraq) e sono incessanti i bombardamenti turchi sui villaggi e sulle città del Rojava, l’esercito iracheno ha aumentato la presenza militare nella regione di Shengal contro i kurdi yazidi, sopravvissuti al tentativo di genocidio dell’Isis nel 2014, con l’obiettivo di smantellare la loro amministrazione autonoma e le forze di autodifesa. Clicca qui.

Salvini grande mediatore USA-Russia.

A ridosso delle amministrative, Salvini  prova ad accreditarsi come mediatore del conflitto: cita il Papa e associa il suo annunciato viaggio a Mosca a quello di Giorgio La Pira durante la Guerra Fredda. Putin ha già confezionato la maglietta di benvenuto.

Altolà di Di Maio a Salvini: piuttosto ci mando Draghi e trattare con Putin.

Il ministro degli Esteri Luigi di Maio è intervenuto a stroncare i sogni del leader leghista: “La Farnesina non è stata avvertita del tour di Salvini a Mosca.  Preferisco che con Putin ci parli Draghi”.

O, preferibilmente, gli incontri potrebbero tornare a tre.

Le responsabilità pubbliche per le catastrofi ecosanitarie da Pfas.

Anche nel processo in corso a Vicenza stanno emergendo le responsabilità degli enti pubblici (Comune, Provincia, ASL, Arpa) per non aver fermato, ma sottovalutato anzi nascosto, l’inquinamento da Pfas della Miteni di Trissino. Le responsabilità ad Alessandria erano state addirittura precedenti e coinvolgerebbero anche la magistratura  perché quanto meno dal 2009 noi avevamo depositato gli esposti con le denunce penali di inquinamento ambiente e lavoratori a carico della Solvay di Spinetta Marengo: esposti riproposti anche al successivo responsabile della Procura e compresi nel libro dossier “Pfas. Basta!” (disponibile a che ne fa richiesta).

A Vicenza emerge, nelle testimonianze dei carabinieri NOE, che il  collasso ambientale dei PFAS,  che da decenni compromette l’ecosistema del Veneto centrale con tutti i guai annessi sul piano della salute umana, era noto ai piani alti dell’azienda nonché ai soggetti che la “controllavano”. In particolare la testimonianza di Manuel Tagliaferri, il maresciallo del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Treviso, senza mai un momento di pausa  per oltre cinque ore ha ricapitolato, tra e-mail, documenti sequestrati, riferimenti normativi, annotazioni investigative,  quanto, almeno in parte, era già emerso durante la fase delle stesse indagini preliminari. Clicca qui il resoconto dell’udienza.

Nella foto: Il senatore Andrea Crucioli che ha depositato in parlamento il disegno di legge per la messa al bando in Italia dei PFAS.

Confermata la manifestazione del 2 giugno. No Base, né a Coltano né altrove.

La nuova base militare, giurano la Difesa e il sindaco di Pisa, non sarà dentro il Parco di San Rossore. Ma la soluzione prospettata dal decreto appena firmato dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini è un trucco mediatico: nessuna garanzia, le autorità  rifletteranno su una soluzione alternativa allo scempio dei 70 ettari nel parco, ma la nuova base camuffata potrebbe ancora coinvolgere Coltano e in particolare edifici pubblici dismessi.

Via il nucleare USA dall’Italia.

Dopo il disastroso incidente avvenuto nella centrale di Chernobyl nel 1986, abbiamo votato a larghissima maggioranza contro la presenza del nucleare civile in Italia, distogliendo lo sguardo dall’evidenza che fin dal 1957 il nostro Paese era utilizzato dagli Stati Uniti per lo schieramento di missili rivolti contro l’Urss e i Paesi dell’Est europeo riuniti nel Patto di Varsavia, con  il compito di rispondere a un eventuale attacco contro i Paesi Nato sganciando testate nucleari americane su Praga e Budapest. Ancora oggi, a 85 chilometri da Milano nel caso della base Usa di  Ghedi, a 95 chilometri da Venezia nel caso di Aviano,  ospitiamo un arsenale atomico  con una forza di distruzione superiore a tre bombe di Hiroshima che ci può anche scoppiare sotto il culo. Clicca qui in quotidiano cattolico  “Avvenire” in merito all’iniziativa di ventidue associazioni pacifiste  che hanno commissionato un Parere giuridico sulla presenza delle armi nucleari in Italia alla sezione italiana di Ialana, l’Associazione internazionale degli avvocati contro le armi nucleari, con status consultivo presso le Nazioni Unite. Lo studio che ne è risultato è una chiara denuncia dell’illegalità della presenza degli ordigni nucleari sul suolo italiano, in violazione del Trattato di pace del 1947 e del Trattato di Non Proliferazione del 1968, ratificato dal nostro Paese nel 1975, oltre che di varie norme nazionali e internazionali.

Continua la lotta contro il Disegno di Legge sulla Concorrenza e il Mercato.

La lotta ha coinvolto in questi mesi centinaia di realtà associative e di movimento, sindacali e politiche. Ha prodotto mobilitazioni sociali nei territori, ed è riuscita a far schierare quattro Consigli Regionali, tutti i Consigli Comunali delle più grandi città e diverse decine di Comuni medi e piccoli. Una mobilitazione diffusa e incisiva, capace di portare a casa un primo importantissimo risultato: sull’obbligo di privatizzazione dei servizi pubblici locali il governo Draghi è stato costretto a fare marcia indietro e il testo definitivo non contiene più tutti i vergognosi vincoli alla possibilità per i Comuni di autoprodurre i servizi pubblici per la propria comunità di riferimento. Un risultato che non modifica la nostra critica alla filosofia mercatista e liberista a cui s’ispira il Ddl  Concorrenza, che, in linea con le scelte di fondo di questo Governo, negli altri settori rilancia con forza liberalizzazioni e privatizzazioni. Per questo, mentre il Senato vota il Ddl Concorrenza, saremo ancora una volta in piazza. Per dire che è radicalmente altra la strada da seguire, e passa per la tutela e la riappropriazione sociale dell’acqua, dei beni comuni e dei servizi pubblici come fondamenta del progetto di un’altra società.

Rassegna Premi Attila disponibile solo in digitale.

Ci richiedono il libro “Rassegna dei Premi Attila dal 2004”. Tutti i nostri libri sono stampati totalmente a spese degli autori. Il ricavato è interamente devoluto alla Ricerca per la cura del mesotelioma di Casale Monferrato. Per riceverli, occorre comunicare a movimentolotta.maccacaro@gmail.com  l’indirizzo mail e l’avvenuto versamento (minimo euro 20) sul conto IBAN IT68 T030 6910 4001 0000 0076 215 (specificando causale) oppure tramite PayPal lubaja2003@yahoo.it. La “Rassegna dei Premi Attila dal 2004” è esaurita in stampa. Anche per la versione digitale occorre seguire la suddetta procedura.

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Movimento di Lotta per la Salute Giulio A. Maccacaro

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