Ci sono molti dubbi sulle voci circolate ieri in merito ad un’alleanza politica tra milizie curde, finora alleate degli Stati Uniti e complici nel furto di petrolio e grano nelle aree occupate nel nord-est del paese arabo e il governo siriano, di fronte alla minaccia di un’invasione turca.
Da anni il governo siriano cerca un accordo politico con i curdi, i quali non hanno facoltà di decisione in quanto si sono resi dipendenti da Washington, al quale non interessa la stabilità della Siria, perché dovrebbe riconoscere la sconfitta con Bashar al Assad dopo anni di tentativi andati a vuoto per rovesciarlo.
Nel corso degli anni, come si presenta la minaccia di un’invasione turca, ecco che i curdi chiedono aiuto al governo siriano e alla Russia.
Che alleanza sarà?
Un portavoce delle forze democratiche siriane (SDF) sostenute dagli Stati Uniti ha rivelato che il governo del presidente Bashar al-Assad ha accettato di fornire alla milizia armi pesanti per far fronte alle aggressioni turche nelle campagne di Raqqa e Aleppo.
Il portavoce delle SDF Aram Hanna ha specificato che l’accordo “rientra esclusivamente nel quadro militare [e si concentra sulla] preservazione dell’integrità della terra siriana e sull’affrontare una possibile aggressione da parte dell’esercito di occupazione turco e dei suoi mercenari”.
I suoi commenti sono stati fatti oggi durante un’intervista esclusiva con l’agenzia di stampa russa.
Hanna ha anche evidenziato che l’arsenale che le SDF stanno ricevendo da Damasco fa parte di una strategia per rafforzare le difese del Paese al confine con la Turchia, senza aumentare il numero di truppe nell’area.
L’accordo di difesa congiunta tra SDF ed Esercito arabo siriano, SAA fa parte di un piano mediato dalla Russia per difendere il Paese dal piano della Turchia per una nuova invasione militare.
Parlando con i media arabi all’inizio di questa settimana, il portavoce delle Unità di protezione del popolo (YPG) – che costituiscono la maggior parte delle SDF – ha dichiarato: “Stiamo lavorando e coordinando con i funzionari siriani per sviluppare un piano di difesa per far fronte all’aggressione turca”.
Questo piano di difesa congiunto consentirà anche lo schieramento di più forze SAA nelle regioni controllate dalle SDF.
Farhad Shami, il capo dell’SDF Media Center, ha descritto l’accordo con Damasco come più una “intesa militare” volta a respingere qualsiasi potenziale invasione turca.
Tuttavia, Shami ha anche precisato che i 550 soldati dell’ASA che sono arrivati nelle regioni controllate dalle SDF all’inizio di questa settimana sono stati schierati nella città di Ain Issa e nelle città di Al-Bab, Manbij e Ain al-Arab.
Il mese scorso, il comandante delle SDF Mazloum Abdi ha espresso la sua volontà di coordinarsi con l’ASA nella difesa del territorio siriano, chiedendo “un atto essenziale dell’esercito siriano nella difesa del territorio siriano sarebbe quello di utilizzare i sistemi di difesa aerea contro gli aerei turchi”.
Loro rubano il petrolio e il grano in complicità con l’occupazione statunitense privando la popolazione siriana di risorse proprie mentre affronta sanzioni micidiali da parte dell’occidente, ma allo stesso tempo chiedono di abbattere aerei di un Paese NATO come la Turchia con le conseguenze che potrebbero verificarsi vista anche la situazione in Ucraina.
L’esercito turco ha iniziato una nuova campagna militare in Siria il 25 maggio, lanciando un’offensiva su diversi villaggi nella campagna nord-occidentale del governatorato di Hasaka e nella città di Afrin, prendendo di mira le milizie curde, tra cui il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), l’YPG e le SDF.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che l’operazione riprenderà gli sforzi per stabilire una “zona sicura” lunga 30 chilometri lungo i confini meridionali della Turchia.
Molto probabile che ci sia solo una collaborazione militare, Damasco non vuole finire in tranello che finirebbe per coinvolgere anche Mosca.
Se i curdi davvero hanno la volontà di raggiungere un accordo con Damasco devono rendersi indipendenti dall’abbraccio mortale di Washington.
L’AntiDiplomatico
07/07/2022