Le udienze del tribunale nei confronti di Ruslan Kotsaba sono terminate.
La prossima udienza è fissata per il 4 settembre, alle ore 10. Il tribunale si è riservato per il 28 settembre un’ulteriore eventuale sessione.
Il caso di questo obiettore di coscienza è ormai un caso internazionale. Hanno preso le sue difese anche Amnesty International e la WRI (War Resisters’ International)
https://wri-irg.org/en/programmes/rrtk/co-action-alert/2021/ukraine-ruslan-kotsaba-trial-again
Ruslan Kotsaba e i suoi avvocati (Tetiana Montyan e Svitlana Novytska) hanno partecipato online. E’ forte il timore di aggressioni di neonazisti ucraini che in passato hanno minacciato e picchiato Ruslan Kotsaba, ottenendo anche questo nuovo processo dopo aver circondato il tribunale in passato.
Per dare un contesto, il tribunale ha già ascoltato le testimonianze di 20 testimoni dell’accusa contro l’obiettore di coscienza Ruslan #Kotsaba e inizialmente sono stati chiamati 58 testimoni, la maggior parte dei quali non si sono presentati in tribunale o hanno fornito testimonianze del tipo “per sentito dire”. Prima dell’attuale nuovo processo, la corte d’appello nel 2016 ha stabilito che non era necessario ascoltare tutti i testimoni a causa dell’irrilevanza delle loro testimonianze e ha assolto Ruslan, ma la corte superiore di Kiev (circondata da una folla di estrema destra) ha annullato questa sentenza di assoluzione e ordinato un nuovo processo con il pretesto formale della necessità di ascoltare ogni testimone.
La presenza in tribunale per #Kotsaba è rischiosa. Già in passato è stato pesantemente picchiato da #neonazisti in quanto pacifista contrario alla guerra in #Donbass.
Negare questa pesante minaccia in #Ucraina significa negare l’evidenza. Lo stesso #Zelensky ha cambiato le proprie posizioni sul Donbass in quanto sente in pericolo la sua vita. L’attuale presidente ucraino, ha affermato Noam Chomsky, “è stato eletto su una piattaforma di pace, per attuare ciò che è stato chiamato Minsk Due, una sorta di autonomia per la regione orientale. Ha cercato di attuarla. Le milizie di destra lo hanno avvertito che se avesse insistito lo avrebbero ucciso”.
E perché Zelensky non è andato avanti? Perché la Nato non ha appoggiato l’attuazione degli accordi di Minsk sul Donbass.
Falliti quegli accordi, oggi è in corso in Ucraina una guerra civile fra due parti contrapposte della società ucraina e i pacifisti sono accusati di essere filorussi in quanto non appoggiano la guerra e la retorica patriottico-nazionalista. E’ una profonda spaccatura in cui si insinua un clima di sospetto e di odio reciproco.
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