[Sinistrainrete] Rassegna del 23/08/2022

Rassegna del 23/08/2022

Vittorio Morfino: Introduzione a Tempora multa. Il governo del tempo

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Introduzione a Tempora multa. Il governo del tempo

di Vittorio Morfino

L. BASSO , S. BRACALETTI , M. FARNESI CAMELLONE , F. FROSINI , A. ILLUMINATI , N. MARCUCCI , V. MORFINO, L. PINZOLO , P.D. THOMAS , M. TOMBA: Tempora multa. Il governo del tempo, Mimesis, 2013

eUZ14vqmzcIo s41. Il cerchio e la linea

Si è soliti contrapporre la concezione greca del tempo a quella cristiana attraverso le metafore del cerchio e della linea: la grecità sarebbe dominata da una concezione circolare del tempo, sia naturale che storica, laddove il tempo cristiano avrebbe un’origine, la nascita di Cristo, ed un orientamento. Quanto alla grecità, la questione a guardare da vicino è più complessa1, e tuttavia è difficile negare che il cerchio sia la metafora dominante nel concepire il cammino del tempo. Certo, nel «discorso verosimile» del Timeo platonico, è affermato il primato del tempo sul movimento, nella misura in cui il demiurgo genera ‘prima’ «il tempo [come] immagine mobile dell’eternità» e ‘poi’ il movimento circolare degli astri e pianeti, come segni del suo scorrere, come unità di misura delle differenti parti del tempo, mentre nella concezione aristotelica vi è un primato del movimento sul tempo, in quanto questo è «numero del movimento secondo il prima e il poi»: in entrambi i casi tuttavia la sfera è la figura geometrica che domina la cosmologia e il cerchio quella che traccia lo scorrere del tempo. Eterna ripetizione dell’uguale, mimesi di una perfezione che Platone situa al di là del sensibile ed Aristotele nel mondo celeste. Dominanza del ciclo come paradigma non solo del tempo cosmologico, ma anche del tempo storico: basti pensare, da una parte, alla concezione stoica dei cicli cosmici secondo cui ogni evento storico si ripeterà in modo identico un numero infinito di volte e, dall’altra, alla teoria polibiana dell’anacyclosis, che, ricalcando modelli platonici e aristotelici, pensa le forme di governo in una sequenza che ritorna su stessa.

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Pier Paolo Dal Monte: I tortuosi sentieri della conoscenza: orientarsi nel vasto mondo

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I tortuosi sentieri della conoscenza: orientarsi nel vasto mondo

di Pier Paolo Dal Monte

eUZ14vqmzcIo s4Ciò che viene definito “scienza” è sempre contaminato da fallacie sistematiche sotto forma di distorsioni, pregiudizi e conflitti di ogni genere (cognitivi, culturali, economici, sociali, ecc.) che ne inficiano sempre, in modo più o meno grave,non solo l’attendibilità delle asserzioni, ma anche, la rappresentazione collettiva del concetto stesso. Per cercare di inquadrare un po’ meglio il problema, forse, è bene procedere a ritroso ed addentrarci in un regno assai più vasto, ma anche assai più difficile da definire, che è quello che riguarda il concetto di “conoscenza”, in senso più generale, e che è costituito dalle diverse facoltà e dai variegati strumenti che permettono di apprendere, di elaborare e di ordinare i diversi fenomeni che ci circondano, e di “organizzare” ciò che dentro di noi (impressioni, immagini, pensiero astratto), senza, con questo voler addentrarci troppo in tediose dispute gnoseologiche.

 

Cosmo e caos

Gli esseri umani, così come tutti gli esseri “senzienti”[1], possono sopravvivere solo se riescono ad orientarsi attraverso gli innumerevoli fenomeni che si manifestano nel vasto mondo tramite i diversi strumenti cognitivi. “intrinseci” a loro disposizione.

Potremmo dire, a grandi linee, che la conoscenza è la costruzione, nella mente dell’immagine a del cosmo, delle “cose visibili e invisibili” o, in altre parole, l’introiezione del macrocosmo nel microcosmo della mente individuale o collettiva[2].

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Marinella Mondaini: Sociologia delle masse contro la politica degli idioti: chi vince?

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Sociologia delle masse contro la politica degli idioti: chi vince?

Il testo di Medvedev tradotto in italiano

di Marinella Mondaini

DMITRIJ MEDVEDEV supera ogni aspettativa, senza più peli sulla lingua parla in modo aperto, non lesinando parole forti. Il suo post su Telegram come un fulmine squarcia il lugubre manto di menzogne e i politici italiani, sentitisi direttamente coinvolti, hanno immediatamente reagito, esibendosi in commenti fortemente negativi. Volevate continuare a fare del male alla Russia e starvene tranquilli e impuniti?? Le fate la guerra con armi e sanzioni, il male da voi causato non colpisce solo il popolo russo, ma anche il vostro proprio popolo. Sono gli italiani a pagare più dei russi le conseguenze della vostra follia. I giornali già preparano mentalmente il popolo a risolversi i problemi che avrà quest’inverno. In Russia luce, gas, legna e acqua – a volontà e a buon prezzo, ma in Europa è già emergenza. La causa non è Putin, ma dell’ottusa politica Ue-Usa-Nato e di chi l’ha sostenuta. Quindi almeno beccatevi le considerazioni di Medvedev che vi meritate appieno. Siete troppo abituati al fatto che la Russia ha sempre porto l’altra guancia e incassato i vostri esecrabili colpi in silenzio. Ora comincia a rispondervi per le rime.

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Sergio Scorza: Il partito più pro-establishment? Il Pd, naturalmente…

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Il partito più pro-establishment? Il Pd, naturalmente…

di Sergio Scorza

A conti fatti, se volessimo stilare una classifica dei partiti italiani sulla base di un ipotetico range che si estenda tra i due estremi della nota dicotomia “sistema-antisistema”, il partito che, sulla base delle politiche perseguite e poi, una volta al governo, messe in atto con cristallina efficienza e senza colpo ferire, e che, dunque, risulta più saldamente ed utilmente collocato sul punto più estremo del range coincidente, peraltro, con un ultraliberismo sfrenato cui si è aggiunto, di recente, anche un granitico ed ostentatissimo oltranzismo atlantista e guerrafondaio, non possiamo che constatare che quel partito è, in tutta evidenza, il Partito Democratico.

E poi, non è affatto un caso che le porte girevoli del #PD, da decenni siano sempre aperte per quei sindacalisti di vertice che hanno servito fedelmente potere e padroni, i quali potranno così aggiungere alle pensioni d’oro da dirigenti sindacali apicali(in base ad una legge ad hoc del 1996) anche lo stipendio da parlamentare o da senatore. Tradizione consolidata da decenni di cui hanno ampiamente goduto i “pezzi grossi” di #Cgil , #Cisl e #Uil.

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Salvatore Bianco: Giorgia Meloni for president. Ovvero della transizione senza fine

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Giorgia Meloni for president. Ovvero della transizione senza fine

di Salvatore Bianco

Dopo la caduta volutamente con disonore della Prima Repubblica, il nostro Paese appare ed è rappresentato dagli ammennicoli mediatici in perenne transizione; non è dato sapere in transito verso cosa. Probabile, allora, che la transizione non sia il mezzo ma il fine, assegnato alla politica da quelle forze imprenditoriali e soprattutto finanziarie nel frattempo divenute preponderanti, che hanno nel movimento incessante e nella «furia dell’accrescimento» il loro fulcro.

Lo scontato trionfo della destra politica, trainata in questo caso dalla Meloni, nel clima propagandistico – che caratterizza ogni campagna elettorale – è presentato come un unicum, un evento epocale destinato a stravolgere dalle fondamenta gli assetti costituzionali del nostro Paese. L’allarme risulta oltremodo sospetto in quanto lanciato da quegli stessi giornali mainstream che hanno fatto il diavolo a quattro per impedire che si costituisse un «fronte costituzionale». Delle due l’una: o la casa comune sta per bruciare ed allora contribuisci a promuove un patto democratico largo contro la deriva autoritaria incombente; oppure non contribuisci a costituirlo quel fronte, come di fatto è avvenuto, ed allora non puoi gridare al lupo al lupo, tranne agitare strumentalmente quel pericolo, magari per impedire che uno dei due poli si rafforzi oltre il dovuto.

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Coku: La reificazione – spiegato facile

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La reificazione – spiegato facile

di Coku

L’ufficiale dell’anagrafe – un funzionario di concetto – raccoglieva la tua richiesta di cambio residenza solo dopo aver confrontato la tua faccia con quella riprodotta sulla carta di identità. Questo rito di identificazione, chiave primaria del processo amministrativo, non solo si doveva ripetere ogni volta che l’amministrazione veniva interpellata, ma invocava l’esperienza del funzionario, il quale doveva 1) accertare la conformità del documento, 2) confermare l’identità tra documento e richiedente, 3) ricevere il consenso con uno speech act manesco (firma).

Da quando è entrata in funzione l’ANPR (Anagrafe Nazionale Popolazione Residente), agevolata dal rilascio INPS del codice sorgente dello SPID (Identità meccanica), non è più necessario recarsi in Comune a farsi squadrare dal Funzionario di Concetto. È sufficiente collegare un proprio device (telefono, computer, etc) al cervellone dell’ANPR.

La macchina server consente l’accesso previa verifica della cosiddetta primary key impostata con vincolo NOT NULL implicito. Non c’è bisogno di alcun confronto fisico, di alcun controllo ottico o panottico. Le macchine se la sbrigano tra di loro. L’unico punto rimasto (anche se meccanizzato al 50%) è il punto 3.

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John J. Mearsheimer: Giocare con il fuoco in Ucraina

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Giocare con il fuoco in Ucraina

di John J. Mearsheimer

Immagine 2022 08 18 154454 691x280Questo articolo di John Mearsheimer, apparso il 17 agosto su “Foreign Affairs”, ha grande importanza, e va letto e valutato con la massima attenzione, sia per il suo contenuto, sia per il significato politico che assume. Le ragioni sono le seguenti:

1. è, probabilmente, il maggiore studioso al mondo della logica di potenza. Si è diplomato a West Point, ha fatto parte dell’Esercito e dell’Aviazione degli Stati Uniti. Ha insegnato per quarant’anni all’Università di Chicago. I suoi testi sono letture obbligatorie in tutti i corsi di International Relations almeno occidentali, e nelle Accademie militari di tutto il mondo. Non ha mai cercato o accettato impegni nell’amministrazione politica degli Stati Uniti per conservare la sua indipendenza di pensiero e la sua obiettività di studioso.

2. “Foreign Affairs” è il più importante periodico specializzato statunitense in materia di politica internazionale, e viene letto da tutta l’ufficialità politica ed economica americana ed europea. Esso non solo pubblica l’articolo di Mearsheimer, ma lo pubblica in forma gratuita, accessibile a tutti, in modo da garantirgli la massima diffusione possibile; ciò che probabilmente implica una forma di convalida ufficiosa della posizione di Mearsheimer, o quanto meno la volontà del board di “Foreign Affairs” che l’articolo di Mearsheimer – un severo monito sui rischi della guerra in Ucraina, e implicitamente un preoccupato appello per un cambio di strategia – venga letto e preso in considerazione dai policymakers americani ed europei, e dall’opinione pubblica occidentale tutta.

3. L’articolo di Mearsheimer dunque si inserisce nel tentativo di forze statunitensi, tutt’altro che trascurabili, di favorire un mutamento nella strategia americana contro la Russia; come il recente intervento di Henry Kissinger sul “Wall Street Journal”[1], o la videointervista di George Beebe, Director for Grand Strategy del Quincy Institute for Responsible Statecraft[2], ex consigliere per la sicurezza del Vicepresidente Dick Cheney.

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Sandro Moiso: Un capitalismo totale?

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Un capitalismo totale?

di Sandro Moiso

Il testo che segue costituisce una parte della Prefazione al testo di Gioacchino Toni Pratiche e immaginari di sorveglianza digitale, recentemente pubblicato da Il Galeone Editore, Roma 2022

family4Il capitale è valore in processo che diviene esso stesso uomo (Jacques Camatte)

Fin dalle prime formulazioni dell’analisi marxiana del capitalismo, ci si è posti il problema di dove si ponesse il confine tra dominio formale e dominio reale del capitale, non soltanto sul processo di produzione del valore, ma anche su quello di riproduzione della società umana nel suo complesso.

All’epoca di Marx, ad esempio, l’età del mercantilismo avrebbe rappresentato l’epoca del dominio formale del capitale in quanto il prodotto delle svariate attività produttive umane (artigianali, singole, collettive e proto-industriali, se non ancora collegate a forme di conduzione della terra comunitarie o semi-comunitarie) era destinato ormai ad alimentare principalmente lo scambio di merci in un mercato in via di mondializzazione. Merci la cui funzione era quasi esclusivamente rivolta allo scambio monetario, destinato poi a far circolare altre merci secondo lo schema riassuntivo Merce (M) – Denaro (D) – Merce (M), con una crescita continua della circolazione sia delle merci che del denaro come equivalente universale.

Nella stessa epoca, corrispondente pressapoco a quella della grande espansione coloniale europea, la borghesia però non aveva ancora il pieno dominio politico della società e dello Stato, ma era ancora costretta a sottostare ad accordi, anche questi formali, con la nobiltà e l’aristocrazia terriera di cui le monarchie, nazionali o imperiali che fossero, erano espressione ed emanazione diretta.

Soltanto le rivoluzioni borghesi, o atlantiche come alcuni ebbero a definirle, avrebbero successivamente liberato, tra la seconda metà del XVIII secolo e l’inizio di quello successivo, tutta le potenzialità sociali del capitale attraverso uno sconvolgimento del modo di produzione che avrebbe preso il nome di Rivoluzione industriale.

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Piccole Note: La mistica della controffensiva ucraina e la dura realtà della guerra

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La mistica della controffensiva ucraina e la dura realtà della guerra

di Piccole Note

“L’Ucraina ha annunciato per mesi la sua grande controffensiva. Dov’è?” Questo il titolo alquanto significativo di un articolo di Politico, autorevole media americano, che manifesta fondate perplessità sulla mistica della controffensiva annunciata dalle autorità di Kiev e accreditata da mesi da tutti i media occidentali come imminente e, ovviamente, vincente grazie alle innumerevoli armi NATO.

 

Annunci velleitari e dura realtà

A sintetizzare le tante perplessità, il commento di Konrad Muzyka, analista militare e direttore di Rochan Consulting, interpellato da Politico, che, dopo essersi interrogato sul senso dell’annuncio, che a quanto pare gli sembra improvvido, spiega: “Francamente, da un punto di vista militare, non ha assolutamente senso, perché, se sei un comandante militare ucraino, preferiresti di gran lunga combattere, diciamo, i sette gruppi tattici del battaglione russo che erano a nord di Cherson un mese fa, e non i 15 o 20 che sono lì ora”.

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comidad: Il regime monarchico latente nella Costituzione

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Il regime monarchico latente nella Costituzione

di comidad

Fortuna vuole che in questo periodo il “pericolo fascista” sia incarnato da un personaggio con il pedigree in piena regola come Giorgia Meloni, la quale proviene da un lignaggio nostalgico-fascista a denominazione di origine controllata. Purtroppo da parte “antifascista” si tende come sempre a barare, usando le radici ideologiche della Meloni come motivo per dubitare della sua effettiva fedeltà euro-atlantica. Si tratta di un sospetto alquanto ingeneroso se si considera la storia dei fascisti dal 1945 in poi; una vicenda che ci propone esempi luminosi, come il principe Junio Valerio Borghese, che negli ultimi giorni di Salò andò a trattare il suo reclutamento da parte degli Alleati già con l’uniforme americana addosso; oppure come Pino Rauti, fondatore e capo di Ordine Nuovo, oltre che esponente di primo livello dei servizi segreti della NATO. Insomma, a noi che abbiamo avuto Gladio, il Battaglione Azov ci fa un baffo.

Nel dopoguerra il riciclaggio in grande stile del personale fascista in funzione anticomunista trovò un cronista efficace nel comico triestino Angelo Cecchelin, il quale era stato perseguitato in epoca fascista, e poi perseguitato nuovamente in epoca antifascista da poliziotti già fascisti poi passati a lavorare per la repubblica antifascista, rimanendo però fascisti.

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Federico Dezzani: La prossima “guerra civile americana” nel contesto internazionale

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La prossima “guerra civile americana” nel contesto internazionale

di Federico Dezzani

La società statunitense sta raggiungendo l’acme della polarizzazione tra fazioni opposte ed i principali media parlano apertamente di un’imminente “guerra civile”. La prossima “guerra civile” americana, che quasi certamente si concluderà con la vittoria della fazione repubblicana, gioca un preciso ruolo nella guerra egemonica combattuta a pezzi. La “democratura” repubblicana tenterà di appianare le divergenze con la Russia, per concentrarsi militarmente su Cina ed Iran.

 

Un’America “dittatoriale” per la guerra contro Cina e Iran

La cronaca dell’estate 2022 offre diversi significativi episodi che consentono di capire le dinamiche geopolitiche più profonde e anticipare gli sviluppi dello scenario internazionale di qui a qualche anno. Mentre in Ucraina infuria ancora la guerra per procura tra anglosassoni e russi, si è assistito ad una molteplicità di eventi pregni di sviluppi altrettanto importanti: il viaggio di Biden in Medio Oriente per organizzare una “NATO” in funzione anti-Iran; la visita di Nancy Pelosi a Taiwan con le relative esercitazioni militari cinesi senza precedenti attorno all’isola; il raid dell’FBI presso la dimora dell’ex-presidente repubblicano Donald Trump col conseguente rischio, prospettato dai principali media americani, di un progressivo scivolamento della società americana verso una forma più o meno violenta di “guerra civile”.

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Savino Balzano: Le sindacaliste passano all’incasso: Furlan e Camusso canditate nel PD

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Le sindacaliste passano all’incasso: Furlan e Camusso canditate nel PD

di Savino Balzano

È vero, dopo aver proposto i dieci punti su un mondo del lavoro più giusto, avevo promesso di tenere la bocca chiusa per un po’, ma dinanzi a certe notizie, per quanto poco sorprendenti purtroppo, davvero non riesco a star zitto: mi offendono come cittadino, come lavoratore, come sindacalista, come persona che si interessa e prova a dare un contributo.

Ebbene, pare ormai certa la notizia: il PD candida – supportando la scelta con la solita retorica delle quote rosa (solo una certa sinistrucola da quattro soldi ancora si beve certi ragionamenti) – nientepopodimeno che Anna Maria Furlan e Susanna Camusso.

La prima ce la smarchiamo subito. Nel gennaio del 2020, mentre qualcuno provava ad avanzare l’ipotesi di ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (quello contro il licenziamento illegittimo, quello contro il furto del pane e della libertà), Anna Maria Furlan, che ancora era Segretario Generale della CISL, chiudeva ogni spazio chiosando: «articolo 18, discussione del secolo scorso».

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