Riportiamo un editoriale di Alessandro Bianchi pubblicato su L’AntiDiplomatico.
Accade che un’azione di terrorismo contro una giovane giornalista di 30 anni non sia per la stampa italiana atlantista più fondamentalista il momento del commiato, ma quello della becera campagna elettorale.
Accade che un’azione di terrorismo contro una giovane giornalista di 30 anni non sia il momento del rispetto del dolore della famiglia, ma un momento propizio per metterle in bocca parole (NON SUE!!!) ad uso e consumo della campagna elettorale più penosa della storia repubblicana.
Accade in Italia. E se ancora non siete preoccupati del declino morale di chi gestisce il potere mediatico in questo paese… beh veramente temiamo non ci sia più tempo rimasto a tutti noi.
La vicenda riguarda la povera Daria Dugina, giornalista e scrittrice che a quanto pare non merita il normale commiato qui in Italia perché aveva il torto, pensate, di avere opinioni diverse dalla stampa più atlantista. Non ci interessa approfondire qui le modalità dell’attentato, i responsabili, se il vero obiettivo fosse il padre il filosofo erroneamente definito “ideologo di Putin” – lo faremo e a lungo nei prossimi giorni – ma sottolineare l’incredibile azione di sciacallaggio della stampa italiana.
Parliamo di un’azione talmente surreale, da averci, non lo nascondiamo, lasciato letteralmente scioccati. A tal punto che abbiamo dovuto rileggere varie volte i deliranti articoli (spicca su tutti l’Huffington Post di un Pietro Salvatori premio complottista del millennio per distacco) che hanno voluto gettare la povera Dugina nel tritacarne dei deliri russofobi più incredibili.
La vicenda riguarda indirettamente e incredibilmente anche l’AntiDiplomatico.
Poche ore dopo la morte di Daria Dugina, avvenuta per un’azione terroristica contro la macchina in cui viaggiava, la stampa italiana più complottista poneva in bocca quanto scritto dal direttore de l’AntiDiplomatico Fabrizio Verde sul sito turco UWI – un’analisi sulla caduta del governo Draghi e sulle prossime elezioni – alla giornalista russa.
Fabrizio Verde, oltre ad essere il direttore della nostra testata, è un giornalista, libero, in quanto tale, di scrivere su un sito che con l’AntiDiplomatico non ha nulla a che fare. Chi lo ha scritto (o chi lo farà in seguito) sarà chiamato a dimostrare il contrario nelle sedi appropriate.
Al momento di iniziare la collaborazione con il sito turco facente capo alla fondazione Gorev, UWI, Fabrizio Verde non era a conoscenza che il “capo redattore” del sito fosse Daria Dugina, come scritto da certa stampa italiana che rilancia quanto reso pubblico dal Washington Post. Non sappiamo il ruolo di Daria Dugina sul sito, ma conta veramente poco: se questo sito era stato scelto anche dal nostro grande maestro Andre Vltchek, la linea editoriale intrapresa era sicuramente dalla parte giusta della storia. Con a capo della redazione o no la povera Dugina.
Che l’analisi di Fabrizio Verde e le sue opinioni personali (che non riflettono necessariamente quelle della testata giornalistica l’AntiDiplomatico) su “Italia sovrana e popolare” vengano fatte passare per il pensiero di Dugina – a poche ore lo ribadiamo dall’essere trucidata da un attacco terroristico – dimostra, una volta per tutte, la incredibile bassezza morale della stampa italiana.
Ripetetevi dentro di voi dieci volte questa domanda: La stampa italiana può arrivare a speculare su una ragazza di 30 anni, giornalista, morta in un attentato terroristico a fini di campagna elettorale? Alla decima volta fermatevi a riflettere. Fermiamoci tutti. Ma soprattutto fermiamoli.
Alessandro Bianchi (Editore e direttore editoriale de l’AntiDiplomatico)
23/08/2022