Lucia Comelli – 3 Settembre 2022
Enrico Mattei, l’Eni e le nostre ‘impagabili’ bollette – Il blog di Sabino Paciolla
Imprenditore, partigiano, politico e dirigente pubblico italiano: Enrico Mattei (1906 – 1962) è stato tra i massimi artefici della rinascita che porta in pochi anni l’Italia dalle macerie del dopoguerra al miracolo economico degli anni Sessanta.
Abruzzese, figlio di un brigadiere dei Carabinieri, Mattei fonda una piccola azienda chimica. Durante la seconda guerra mondiale partecipa alla Resistenza, diventando il rappresentante della componente cattolica in seno al CLNAI: una foto lo ritrae, il 6 maggio 1945, mentre festeggia a Milano la Liberazione alla testa di un corteo popolare con altri leader del Comitato di Liberazione.
Nell’immediato dopoguerra, viene incaricato dal Governo di smantellare l’Agip (un’agenzia statale, del tutto inefficiente, creata dal regime fascista) per poi venderla a privati. Mattei ne intuisce le grandi potenzialità industriali e, disobbedendo alle direttive, ne richiama i tecnici e riprende ricerche e perforazioni nella Valle Padana: per superare gli ostacoli burocratici trasgredisce migliaia di ordinanze e, quando mancano i soldi, garantisce i finanziamenti con le sue stesse proprietà. Già nel 1946 scopre a Caviaga (Lodi) il primo di numerosi giacimenti di gas metano sparsi per tutta la penisola. Capendo che disporre di risorse energetiche è essenziale per la ripresa economica, Mattei costruisce una modernissima rete di metanodotti collegando ad essa le città: in questo modo fornisce alle industrie (e alle famiglie) italiane combustibile a basso prezzo. Costruisce anche, senza mai chiedere denaro ai contribuenti, nuove stazioni di benzina in tutto il Paese.
Grazie a questi successi, Mattei fonda nel 1953 l’Eni (l’Ente nazionale idrocarburi), di cui l’Agip (Azienda generale italiana petroli) diventa la struttura portante. Sotto la sua presidenza, l’Ente tratta direttamente con i Paesi produttori concessioni petrolifere in Africa e in Medio Oriente. Nel 1950 Mattei firma un importante accordo commerciale con l’Unione Sovietica: in questo modo l’Italia è il primo Paese europeo che acquista petrolio dall’URSS, dando inizio a una lunghissima collaborazione economica tra i due Paesi. Questo contratto – ottenuto con l’intermediazione di Luigi Longo, suo amico durante la guerra partigiana e ora segretario del Partito Comunista Italiano – gli vale veementi accuse sulla stampa di essere un traditore della NATO (siamo in piena Guerra Fredda).
Queste iniziative, contrastano con gli interessi delle Sette sorelle, che allora dominavano l’industria petrolifera mondiale, procurando a Mattei gravi e pericolose inimicizie di imprenditori e poteri forti, anche perché l’Eni riserva agli Stati proprietari delle riserve di greggio, ex colonie occidentali, come l’Iran e l’Egitto, condizioni estremamente favorevoli: ben il 75% dei profitti derivanti dallo sfruttamento dei loro giacimenti[1]. Malgrado questa prospettiva ‘equa e solidale’ nei rapporti internazionali, nel 1960 l’Eni ribassa tre volte il prezzo della benzina in Italia, che diventa il più basso d’Europa[2]: l’Italia diventa, anche grazie a Mattei, uno tra i Paesi maggiormente industrializzati al mondo! L’Eni da lui presieduto costruisce inoltre, tra il 1958 e il 1962, a Latina la più grossa centrale nucleare europea del tempo.
Mattei muore in un misterioso incidente aereo, il 27 ottobre 1962: una vendetta[3] per il suo spregiudicato agire, al di là degli schieramenti politici, per il bene del nostro Paese? Sulla sua morte non c’è ancora una parola definitiva.
Ad ogni modo, la semplice lettura di queste brevi note, mostra quanto lontana dall’opera di Mattei, volta ad assicurare al Paese l’autosufficienza energetica, sia stata la politica dei governi italiani degli ultimi tre decenni, a partire dalla sciagurata decisione presa l’11 luglio 1992 dal governo Amato di trasformare l’Eni da ente pubblico in una società per azioni.
Oggi la popolazione italiana paga un prezzo salatissimo per la privatizzazione dell’Eni. L’ascesa esponenziale del prezzo del gas, infatti, non è opera di Putin, come generalmente si crede: il gas che arriva via gasdotto da Gazprom viene venduto dai Russi alla quantità e al prezzo pattuito con gli acquirenti prima della guerra in Ucraina e delle sanzioni comminate al loro Paese. Quindi l’escalation dei prezzi del gas non è giustificata dal reale andamento del mercato: è invece la speculazione di chi la distribuisce che ha fatto salire alle stelle le bollette del gas e dell’elettricità (che in Italia è in buona parte prodotta usando il metano). Questa speculazione, operata dagli intermediari, viene fatta oltretutto con le nostre reti di distribuzione, reti cioè costruite dagli operai italiani a partire dagli anni Cinquanta e poi svendute. Oggi lo Stato italiano controlla solo il 30% delle azioni Eni, mentre il restante 70% appartiene a fondi di investimento privati, come BlackRock, che registrano in questo periodo utili stratosferici.
Lo documenta anche l’intervista che Salvatore Carollo, per vent’anni alto dirigente Eni, ha rilasciato per la trasmissione Non è l’Arena l’11 aprile 2022. Durante la conversazione, il dott. Carollo ha sostenuto che l’attuale prezzo del gas non dipende dalla guerra in corso in Ucraina, dato che la quantità di gas venduto e il prezzo di vendita sono rimasti finora invariati:
L’unico luogo dove il prezzo del gas è cambiato è stata la borsa di Amsterdam, che però abbiamo deciso noi di usare come riferimento per la vendita di gas al consumatore italiano: è una scelta politica che noi abbiamo fatto!
alla domanda dell’intervistatore: Oggi i grandi players nazionali: Eni, Enel, Edison comperano a 100 e vendono a 500? Il dott. Carollo ha risposto:
L’esempio rende l’idea, ma i numeri esatti bisognerebbe verificarli: dovrebbe essere lo Stato italiano a chiedere trasparenza su questi numeri alle aziende che importano gas, fissando un tetto al prezzo del gas, con la minaccia di revocare altrimenti le concessioni … In Italia abbiamo riserve di gas sufficienti[4], ma abbiamo dato priorità alle importazioni.
In realtà – secondo un recente articolo[5] comparso sulla Verità (il 23 agosto) che sta facendo molto discutere – il problema di un tetto al prezzo del gas va risolto, in tempi ‘economicamente sostenibili’, a livello dell’Unione Europea: troppe, infatti, le connessioni della nostra economia con gli altri Paesi per farlo autonomamente (si rischierebbe di provocare distorsioni negli altri mercati).
Comunque sia, il prezzo del gas – salito ormai alle stelle – minaccia di gettare sul lastrico buona parte delle famiglie e delle imprese italiane[6].
Concludo con un’ultima annotazione: Enrico Mattei, amando profondamente l’Italia e la sua gente, ha rischiato molto di persona per il suo riscatto, andando ben oltre gli schemi politici usuali nel periodo più drammatico della Guerra fredda. Sarebbe una buona cosa se i politici tenessero a mente che le istituzioni nazionali o internazionali, come l’Ue, sono nate per assicurare pace e prosperità alle diverse nazioni europee, non per cancellarle o impoverirle. Invece i nostri governanti finiscono spesso supinamente per fare gli interessi di ristretti gruppi di potere occidentali, anche quando questo significa danneggiare seriamente i propri concittadini.
Chi stabilisce i prezzi del gas in Europa? Il più grande mercato di questo genere è oggi la Borsa di Amsterdam, dove si forma il Title Transfer Facility (TTF), ovvero l’indice di riferimento: il prezzo del gas in Europa si decide in territorio olandese. E’ stata l’Europa a rinunciare, negli ultimi venti anni, alla stabilità dei prezzi assicurata dai contratti a lungo termine stabiliti in precedenza. |
[1] Mattei non era un liberale classico: non esisteva per questo abilissimo imprenditore, vicino alla componente dossettiana della DC, solo il libero mercato, operando in lui anche un forte anelito alla giustizia sociale. Interessante, per capirne la personalità e l’opera, la puntata dedicata a Enrico Mattei, la sfida del petrolio, dalla trasmissione ‘Passato e Presente’ di Paolo Mieli (visibile online).
[2] Marco Pistoia, Quando Mattei trasformò l’Italia in una potenza mondiale, vdnews.tv, 27 ottobre 2020.
[3] Secondo la testimonianza di Tommaso Buscetta, il primo delitto eccellente di carattere politico ordinato dalla Mafia, fu quello del presidente dell’ENI Enrico Mattei: “Fu Cosa Nostra a deliberare la morte del Mattei, come favore a nome della Commissione degli Usa e nell’interesse sostanziale delle maggiori compagnie petrolifere americane». Ivi.
[4] Cfr. Con le trivellazioni in Adriatico ferme, rimangono inutilizzate le riserve di oltre 90 miliardi di metri cubi di metano a basso costo presenti sotto i mari italiani (Il Sole 24 Ore titolava così un articolo a firma di Jacopo Giliberto, pubblicato il 6 novembre 2021).
5 Sergio Giraldo, Il prezzo del gas è esploso, ma il tetto nazionale voluto da Pd e Azione è da somari.
per la stessa tutela dell’ordine pubblico, considerate le possibili ricadute sociali originate da chiusure di imprese e […] licenziamenti di massa[1].
6 Con possibili, drammatiche, conseguenze per la stessa tutela dell’ordine pubblico, considerate le possibili ricadute sociali originate da chiusure di imprese e […] licenziamenti di massa. Cfr. Francesco Amodeo, Farò un esposto alla Procura: la verità sui contratti d’acquisto del gas deve saltare fuori, 31 Agosto 2022, www.radioradio.it