Antonio Di Siena – 09/09/2022
7 agosto 1962, con questo cablogramma “confidenziale” inviato al Ministero dell’Energia, il Regno Unito viene informato di una conversazione tra un pezzo grosso dell’industria petrolifera ed Enrico Mattei in cui il fondatore dell’ENI dice:
“Ci ho messo sette anni per portare il Governo verso una “apertura a sinistra”. Posso dirti che ce ne vorranno meno di sette per far uscire l’Italia dalla NATO e metterla alla testa dei paesi neutrali”.
A Londra sono preoccupati, Mattei è visto come “un manager tosto e un uomo potente e pericoloso […] nelle condizioni di fare gran bene o gran male all’Italia”. Un leader quindi, che col suo incoraggiare i paesi più poveri all’autarchia energetica minaccia direttamente gli interessi del cartello anglo-americano delle multinazionali del petrolio e del colonialismo britannico in Maghreb e Medio Oriente.
Al ministero dell’Energia non perdono tempo e scrivono al Foreign Office: “L’Eni sta diventando una crescente minaccia agli interessi britannici. Ma non dal punto di vista commerciale […] La minaccia dell’Eni si sviluppa, in molte parti del mondo, nell’infondere una sfiducia latente nei confronti delle compagnie petrolifere occidentali”.
Il ministero degli Esteri di Sua Maestà informa l’intelligence: “Fino a che punto l’Eni dipende dal petrolio russo? […] È possibile distinguere tra le attività dell’Eni e gli interessi italiani? […] Siamo in grado di affrontare il problema della virulenta propaganda di Mattei contro l’imperialismo e contro le compagnie petrolifere?”
81 giorni dopo quel cablogramma Enrico Mattei viene ucciso in un attentato. Era il 27 ottobre 1962. Regnante Elisabetta II di Windsor.
Ma voi continuate pure.